Giuseppe Alberto Falci per www.huffingtonpost.it
Jole Santelli non solo non si è pentita di aver riaperto la sua Calabria, ma nel corso di un’intervista con l’Huffington Post annuncia che non si ferma e che ne ha pronta un’altra: “Firmerò una ordinanza in cui vieterò di rientrare a chi proviene da altre Regioni”.
Presidente Santelli, però stamane in aula il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ripreso tutti i governatori e ha parlato di “iniziative improvvide di singoli enti locali” e a parere del premier “illegittime”. Si è sentita chiamata in causa visto che vuole riaprire da oggi?
Non mi sono sentita chiamata in causa. Mi dispiace solo che abbia utilizzato quei toni, avrei preferito se avesse adoperato toni più eleganti, come è sua consuetudine.
Ha già ricevuto la lettera di diffida del ministro Affari regionali Boccia?
No, non ho ricevuto nulla. Ma ho parlato con Francesco Boccia.
E cosa vi siete detti?
Gli ho spiegato le motivazioni. La mia ordinanza è un’estensione di quel Dpcm. Non riesco a comprendere la differenza fra l’asporto e servire due tavoli all’esterno. O no?
Ma lo sa che dopo la diffida la sua ordinanza potrebbe essere impugnata al Tar?
Guardi, noi dei territori sentiamo di più le esigenze e le necessità della gente. Se solo ci ascoltassero di più sarebbero più tempestivi nelle decisioni.
Contro di lei si sono ribellati anche molti sindaci calabresi. Il primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha dichiarato che “non si gioca sulla pelle dei cittadini”. Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, che è però di centrodestra, non la segue e conferma le chiusure fino al 3 maggio. La stanno isolando?
Non mi sento isolata. Ho visto che è partita una campagna di delegittimazione da parte del Pd. Eppure ricordo che nelle richieste dei democratici c’erano misure che andavano nella mia stessa direzione. Io lavoro per la Calabria. Io sono il presidente della Regione di tutti i cittadini della mia terra.
Ma come la mettiamo con il primo cittadino di Catanzaro che è di centrodestra?
Il sindaco Abramo non ha contestato la mia ordinanza, ma ha detto di prendersi due giorni.
Dunque, sembra di capire che lei non torna indietro? L’ordinanza resta. E’ così?
Io chiudo i confini e contemporaneamente risarcisco i calabresi che sono stati attentissimi e ligi alle regole. Sono certa della maturità del popolo calabrese. Le dirò di più, fra pochi minuti firmerò un’altra ordinanza per bloccare i rientri.
Il Paese è diviso. Le regioni a guida centrodestra si scagliano contro il governo. Dica la verità: è una manovra per mettere in difficoltà Conte e per tentare la spallata al governo?
Assolutamente no. Almeno per quanto riguarda me e tutti i colleghi presidenti l’unico nostro obiettivo è tentare di salvare il Paese. Abbiamo chiesto al governo Conte di cambiare l’impostazione della prima fase. Il Paese è diviso, ma non politicamente, ovvero i numeri dei contagi cambiano da regione e regione. Ecco perché nell’ambito di una cornice generale ci devono lasciare un minimo di flessibilità. Faccio un esempio specifico, discutiamo dei protocolli di sicurezza, ma stabilire se un negozio per bimbi debba rimanere aperto non penso spetti al governo.
Ha parlato con Berlusconi? Condivide questa sua presa di posizione?
No, non sento il presidente da due giorni.
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Resta il fatto che si sta assumendo un grosso rischio. Cosa farebbe se dovessero riesplodere i contagi?
Non credo che riesplodano i contagi per due tavoli al bar. Noi abbiamo avuto solo diffusione del virus di ritorno.
Se lei fino a ieri non ha consentito nemmeno agli studenti fuorisede di rientrare in Calabria, oggi nell’ordinanza compie una inversione di marcia consentendo persino di andare a controllare lo stato della barca.
In Calabria ho fatto delle regole più restrittive. Ho chiesto che venisse chiusa la Calabria in modo che si potesse riaprire all’interno del territorio. Questa non è la prima ordinanza ma la terza. Non comprendo l’allarme su due tavoli all’aperto, se contemporaneamente il governo dà il via libera al ritorno nelle proprie residenze, domicili o abitazioni. A seguire mi arriva un provvedimento del Ministero dell’Interno che obbliga la Regione a centri Covid per immigrati. Pensi che adesso mi stanno portando 50 immigrati in Calabria.
Insomma, lei non è disposta a retrocedere.
Ripeto, non indietreggio e non penso che da domani i ristoranti saranno strapieni.