1 - LAVROV, NON RISPONDEREMO SUBITO A USA E NATO
(ANSA) - La Russia "non reagirà immediatamente" alle risposte consegnate ieri da Usa e Nato sulle richieste di Mosca relative alla sicurezza. Lo ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, citato dalla Tass. Secondo Lavrov, comunque, "non è positiva" la risposta alla "principale questione", cioè "l'inammissibilità dell'espansione della Nato" verso est.
2 - UCRAINA: USA, SE RUSSIA INVADE STOP A NORD STREAM 2
incontro virtuale joe biden vladimir putin
(ANSA) - "Voglio essere molto chiaro: se la Russia invade l'Ucraina in un modo o in un altro, il gasdotto Nord Stream 2 non andrà avanti". Lo ha affermato il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price, parlando con l'emittente radiofonica pubblica Npr, scrive il Guardian. "Non entrerò nei dettagli", ha detto, ma ha aggiunto: "Lavoreremo con la Germania per garantire che non vada avanti".
3 - UCRAINA: KIEV SODDISFATTA DELLA RISPOSTA USA A MOSCA
(ANSA) - L'Ucraina "non ha obiezioni" alla risposta degli Stati Uniti ai requisiti di sicurezza russe. E' quanto afferma il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kouleba. "Abbiamo visto la risposta scritta dagli Stati Uniti prima che fosse consegnata alla Russia. Nessuna obiezione da parte ucraina", scrive Kouleba su Twitter.
tensione alle stelle russia ucraina
4 - LA RISPOSTA USA ALLA RUSSIA "NIENTE VETI A KIEV NELLA NATO"
Anna Lombardi per “la Repubblica”
Il governo degli Stati Uniti e la Nato hanno recapitato ieri al presidente russo le attese risposte scritte a quelle richieste di "garanzie di sicurezza" avanzate dal Cremlino già a dicembre e poi ribadite la settimana scorsa, durante l'incontro fra il segretario di Stato Usa Antony Blinken e l'omologo russo Serghej Lavrov.
truppe russe ammassate al confine con l ucraina
Istanze che prevedevano, fra l'altro, lo stop all'espansione della Nato verso est e il veto all'Ucraina di unirsi all'Alleanza. «Abbiamo risposto alle richieste offrendo una via diplomatica seria» ha sottolineato il capo della diplomazia statunitense, annunciando la consegna del plico, portato dell'ambasciatore John Sullivan alla sede del Ministero degli Esteri di Mosca. Chiarendo subito come la richiesta di tenere Kiev fuori dalla Nato sia irricevibile: «L'Ucraina ha diritto di scegliersi gli alleati».
CONFERENZA STAMPA DI VLADIMIR PUTIN DOPO L'INCONTRO CON BIDEN
Confermando pure la consegna da parte americana, questa settimana, di «tre carichi di aiuti militari, comprese armi anticarro e 283 tonnellate di munizioni» alla luce dell'acuirsi delle tensioni alla frontiera russo-ucraina e nel timore di un possibile attacco. Azione cui ieri ha reagito il partito Russia Unita, vicino a Putin, chiedendo l'invio di armi ai separatisti del Donbass. Porte della Nato aperte, dunque, insieme a quelle del dialogo: «Abbiamo fatto una valutazione razionale coinvolgendo gli alleati, tenendo conto delle preoccupazioni di tutti alla ricerca di terreno comune».
carro armato ucraino in donbass
La lettera, approvata dal presidente Joe Biden, non sarà resa pubblica: «La diplomazia lavora meglio su canali confidenziali ». Secondo anticipazioni dei giorni scorsi vi sono però enunciati limiti al dispiegamento di truppe, navi da guerra e aerei e una proposta per evitare di dislocare missili a medio e corto raggio in siti che potrebbero minacciare entrambe le parti.
«Abbiamo affrontato la possibilità di misure di trasparenza reciproche, volte ad aumentare la fiducia su manovre ed esercitazioni in Europa, oltre ad occuparci di altri temi cruciali come il controllo degli armamenti e il posizionamento dei missili in Europa. Punti che se negoziati in buona fede aumenteranno la sicurezza di tutti. Ora tocca a Mosca», ha concluso, rilanciando l'invito ai connazionali di lasciare l'Ucraina diramato poche ore prima.
E affermando di aspettarsi un colloquio con Lavrov a breve, per conoscere la reazione russa. «Siamo pronti a sederci al tavolo e ascoltare le preoccupazioni di Mosca, ma non a scendere a compromessi sui nostri principi» ha rilanciato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, nel corso della conferenza stampa organizzata a Bruxelles un'ora dopo quella dall'americano nella quale avverte di avere alzato il livello di allarme delle truppe. Mostrando dunque i muscoli, ma fornendo anche maggiori informazioni sulle proposte sottoposte a Mosca: «Siamo un'alleanza difensiva, non cerchiamo lo scontro.
Ma non scendiamo a compromessi sui nostri principi e fra questi c'è il diritto di ogni nazione a scegliere il suo percorso. Rispettiamo l'autodeterminazione». Accusando poi Mosca: «Vediamo truppe anche in Bielorussia dispiegate sotto la copertura di esercitazioni ma sono corpi di combattimento. Non c'è trasparenza, non c'è de-escalation ».
Pur ammettendo che «questo rende ancora più importante impegnarsi nello sforzo politico di trovare soluzioni comuni». Le richieste fondamentali sono tre: «Ristabilire i contatti interrotti, riaprendo i rispettivi uffici a Mosca e Bruxelles ripristinando le comunicazioni militari esistenti per promuovere la trasparenza e ridurre i rischi».
I russi, poi, «devono astenersi da atteggiamenti coercitivi, retorica aggressiva e attività maligne, ritirandosi da Ucraina, Georgia e Moldova, dove sono schierati senza il consenso di quei paesi». Infine, «trasparenza e controllo degli armamenti per ridurre ogni rischio, attraverso incontri informativi reciproci su esercitazioni e politiche nucleari » riducendo pure le minacce informatiche.
«L'Occidente vive una frenesia militare» aveva detto ancor prima di ricevere le lettere il ministro degli Esteri russo Lavrov, dicendosi comunque «pronto a rappresaglie, per proteggere gli interessi del Paese» nell'eventualità di nuove sanzioni dirette. Magari approfondendo le «partnership strategiche con Cuba, Venezuela, Nicaragua».
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