LAMORGESE E LA MORSA DELLA CRIMINALITÀ - ''MASSIMA VIGILANZA DELLE FORZE DELL'ORDINE''. LA DIRETTIVA DEL VIMINALE SULLA TENUTA DELLE ISTITUZIONI DAVANTI ALLA MINACCIA DELLE MAFIE E DEGLI ESTREMISTI, CHE POTREBBERO APPROFITTARE DEL MOMENTO DI DEBOLEZZA DEL PAESE PER AZIONI DESTABILIZZANTI

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Marco Ludovico per ''Il Sole 24 Ore''

 

 

 Luciana Lamorgese stringe con una direttiva politica la morsa del Viminale già serrata a più riprese contro la minaccia mafiosa. La «chiamata alle armi» dei prefetti contro le nuove minacce della criminalità organizzata nell' economia in crisi era attesa: il ministro l' aveva annunciata alla Camera.

 

conte lamorgese conte lamorgese

La titolare dell' Interno, già con una lunga carriera prefettizia tra ministero e prefetture, non poteva che rilanciare il ruolo dei rappresentanti di governo sul territorio. Le azioni di prevenzione e contrasto agli aspetti criminali sono parte di una strategia più estesa. L' obiettivo prioritario in ogni provincia è soprattutto uno: «Il presidio della coesione sociale». I prefetti, insomma, devono essere in grado di «intercettare le reali necessità del territorio». Svolgere «mirate interlocuzioni con i soggetti pubblici e privati».

 

E «facilitare il dialogo sociale ed istituzionale in direzione del soddisfacimento dei concreti bisogni della collettività». Coordinatori di misure, garanti della legalità ma anche protagonisti, insieme agli altri attori istituzionali, della ripresa. Al ministero dell' Interno nelle ultime settimane c' è stata una sequenza continua di date segnate contro la mafia. Nella terza decade di marzo il numero uno della direzione Anticrimine, Francesco Messina, manda il primo allerta alle questure: «Ci sono ampi margini di inserimento della criminalità organizzata nella fase di riavvio di molte attività».

posti di blocco posti di blocco

 

Pochi giorni dopo il direttore generale della P.s., prefetto Franco Gabrielli, lancia l' allarme generale: scrive ai comandi di Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria per costituire una task force presso la Criminalpol con i migliori esperti per condividere «conoscenze e consapevolezze sulle strategie di azione delle organizzazioni criminali di tipo mafioso». Presieduta dal vicecapo del dipartimento Ps, prefetto Vittorio Rizzi, la task force si riunirà già mercoledì prossimo.

 

Un' ultima circolare sollecita i questori a un confronto con le organizzazioni di rappresentanza delle imprese: «Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato».

carabinieri a un posto di blocco carabinieri a un posto di blocco

Serve alla mappa delle criticità e alla massima operatività informativa, preventiva e repressiva. La direttiva del ministro Lamorgese, certo, accentua ogni profilo di azione di pubblica sicurezza in capo ai prefetti.

 

Elenca, per esempio, i settori economici considerati più a rischio. «Filiera agroalimentare, delle infrastrutture sanitarie, della gestione degli approvvigionamenti, specie di materiale medico - si legge nella direttiva - del comparto turistico-alberghiero e della ristorazione, nonchè dei settori della distribuzione al dettaglio della piccola e media impresa».

I prefetti dovranno spalancare occhi e orecchie su «tutti i possibili indicatori di rischio di condizionamento dei processi decisionali pubblici funzionali all' assegnazione degli appalti». Intercettare «gravi tensioni» per «le difficoltà delle imprese» così come «focolai di espressione estremistica».

 

RICICLAGGIO DENARO SPORCO RICICLAGGIO DENARO SPORCO

Ma il ministro chiede ai responsabili delle prefetture di agire su una prospettiva più ampia, non solo securitaria. Raccomanda loro di avere «particolare attenzione rivolta al mondo delle imprese» per favorire un «rapporto ancora più agevole con le amministrazioni pubbliche. In questa fase i ritardi, le disfunzioni organizzative e le sovrapposizioni procedurali rappresenterebbero un peso intollerabile per le aziende, penalizzando inevitabilmente la ripresa e la competitività del nostro sistema produttivo». Rammenta Luciana Lamorgese: «L' impegno costante nel contrasto a ogni forma di illegalità e di criminalità si accompagna necessariamente alla capacità di mediazione dei conflitti e all' azione a tutela dei diritti civili, sociali, politici ed economici, compreso quello della libertà di iniziativa economica». Con la crisi in atto, proprio quella «maggiormente permeabile a rischi di condizionamento mafioso».

 

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