Grazia Longo per "la Stampa"
Diciamolo subito: l'ordine pubblico, comunque lo rigiri, è una questione delicata, perché se le forze dell'ordine sono troppo elastiche possono verificarsi scontri come quello di sabato scorso a Roma. Ma se, viceversa, sono troppo dure e inflessibili si può arrivare a battaglie frontali ancora più cruente e pericolose.
Sia come sia, è tuttavia evidente che sabato pomeriggio il dispositivo di sicurezza predisposto da Viminale, prefettura e questura non ha funzionato, complice anche il fatto che si attendevano 3 mila manifestanti e ne sono arrivati oltre 10 mila.
E ora la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese è finita nella morsa del segretario della Lega Matteo Salvini, suo alleato di governo, e della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che ne chiedono le dimissioni. Proprio per correggere il tiro ed evitare futuri assalti a sedi istituzionali, com' è accaduto con l'invasione della sede della Cgil da parte dei leader di Forza nuova (il cui sito è stato oscurato e sequestrato ieri dalla polizia postale), il Viminale, insieme ai servizi segreti, sta mettendo a punto dei correttivi.
Se ne parlerà già domani durante il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocato da Lamorgese in previsione del G20 di fine mese nella capitale. Ma inevitabilmente, oltre ad analizzare gli errori di sabato pomeriggio, si procederà a fissare le linee guida per il futuro. Tra no Green Pass e no Vax, oltre al malcontento diffuso per la crisi che si è venuta a creare dopo la pandemia, e alle infiltrazioni di esponenti neofascisti, nelle piazze di Roma, ma anche del resto del Paese, si preannuncia un autunno caldo.
Le autorizzazioni a eventuali cortei e sit in verranno, quindi, rilasciate solo in presenza di garanzie che le regole che vengano rispettate. Inoltre sarà valutata con grande attenzione la scelta delle piazze da concedere ai manifestanti: devono avere sì una via di fuga per evidenti questioni di sicurezza, ma non troppe vie di fuga per evitare che le forze dell'ordine non riescano più a controllare la piazza.
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Fondamentale sarà anche la questione dei contingenti degli agenti antisommossa da schierare: sabato scorso ne erano arrivati 500 in più del previsto da altre regioni d'Italia. Evidentemente troppo pochi.
Fondamentale sarà poi anche l'attività di prevenzione online, attraverso il monitoraggio di siti web, chat e social media, Telegram in testa, utilizzati dai facinorosi per organizzare e far montare la protesta. E utili a sondare anche l'umore dei cosiddetti «lupi solitari». Nel frattempo, il Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) , «alla luce dei gravi incidenti verificatisi sabato scorso», ha predisposto l'audizione del direttore dell'Aisi, Mario Parente. È stata inoltre chiesta una informativa urgente al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.
Per quanto concerne, invece, il fronte dell'inchiesta giudiziaria, è stata divisa in due tranche. L'attenzione è ora focalizzata sulla natura degli scontri di sabato. Non è escluso che in un secondo momento la Procura di Roma, guidata da Michele Prestipino, possa contestare il reato di associazione a delinquere ai due vertici di Forza nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore, l'ex Nar Luigi Aronica, la militante di Forza nuova Pamela Testa e il leader del movimento "Io apro" Biagio Passaro.
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I magistrati di piazzale Clodio stanno esaminando tutti gli elementi emersi dalle indagini della polizia scientifica e della Digos di Roma per valutare l'eventualità futura della nuova pesante aggravante dell'associazione a delinquere. Sei arrestati in flagranza sono stati invece processati per direttissima ieri: quattro sono stati scarcerati (2 ai domiciliari, un obbligo di firma e un divieto di dimora a Roma per un siciliano) mentre per due è stato confermato il carcere.
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