LASCIATE CHE I PARTITINI VENGANO A ME - PER STANARE IL BANANA SULL’ITALICUM, RENZI E’ PRONTO AL DISPETTO: CONCEDERE AI PARTITINI, COME NCD E SEL, UNA SOGLIA DI SBARRAMENTO MOLTO BASSA, 3-4% - DOMANI L’INCONTRO DECISIVO CON L’EX CAV

Ieri sera via Renzi ha avuto il via libera dai partitini della sua maggioranza, domani vuole l’ok da Berlusconi e dalla direzione del Pd e poi vuole avviare la discussione della legge elettorale in Commissione al Senato - Per l’approvazione finale bisognerà attendere i primi mesi del 2015…

Condividi questo articolo


Fabio Martini per “la Stampa

 

renzi e berlusconi 2 2 renzi e berlusconi 2 2

Alle nove della sera, al piano nobile di palazzo Chigi, si materializza una scena che sembrava inimmaginabile nell’universo di Matteo Renzi: le porte degli uffici presidenziali si richiudono dietro il presidente del Consiglio, pronto ad ospitare nientedimeno che un vertice di maggioranza. Espressione antica che evoca stanze fumose, tempi dilatati, roba da Prima Repubblica.

 

Riti che Matteo Renzi ha dimostrato di voler ripudiare, a parole ma anche nei fatti. Ma se ieri sera ha consentito a rinverdire l’antica usanza - e nessuno glielo chiedeva - è perché il gioco valeva la candela: stavolta Renzi aveva bisogno di dimostrare a Silvio Berlusconi, ancora il suo interlocutore preferito, che esiste anche una maggioranza di governo. Pronta, se servisse, ad approvarsi una legge elettorale per conto proprio. Un altro escamotage renziano per provare a stanare il tentennante Cavaliere di questi giorni, alle prese con un fenomeno senza precedenti: la perdita del controllo sui propri Gruppi parlamentari.

renzi berlusconi renzi berlusconi

 

Ma poi, dentro la riunione, una volta ancora Renzi ha spiazzato di nuovo tutti, con l’ennesimo colpo di scena, proponendo ai “partitini” della sua maggioranza un patto fino al 2018 e «lo mettiamo per iscritto», ha testualmente detto il presidente del Consiglio. Un annuncio a sorpresa che è servito a tranquillizzare e a cementare leader e partiti della sua maggioranza, da mesi terrorizzati dalla prospettiva di uno scioglimento anticipato delle Camere. Ma Renzi fortissimamente vuole tener vivo il patto del Nazareno con Silvio Berlusconi: ecco perché domani il presidente del Consiglio incontrerà di nuovo il Cavaliere.

 

E lo incontrerà poche ore prima di riunire la direzione del Pd, chiamata a ratificare il nuovo testo di riforma elettorale, ma soprattutto la novità emersa in queste ore: il nuovo patto allargato che terrà assieme la maggioranza di governo e Forza Italia. Un patto che nelle intenzioni di Renzi, è destinato a blindare la riforma elettorale, che tanto gli sta a cuore e di affrontare con confortanti numeri di partenza la madre di tutte le battaglie: quella per il Qurinale.

 

Renzi, in queste ore, ha “pensato” a tutti: si è preso cura delle ansie dei “partitini”, tante volte criminalizzati per il loro potere di veto e si è accordato con loro per una soglia di sbarramento per entrare in Parlamento che - dopo la trattativa con Berlusconi - finirà per fermarsi al 4%.

angelino alfano angelino alfano

 

Ma si è preso cura anche delle ansie del Cavaliere, mai così in difficoltà nei suoi gruppi parlamentari: a Berlusconi, Renzi darà in pegno il documento che vincola il governo fino al 2018, ma soprattutto una riforma elettorale che, per una serie di ragioni obiettive, non potrà essere approvata che nella prossima primavera

 

Prima del vertice, Renzi aveva sondato amici e oppositori per presentarsi con una proposta buona per tutti, una sorta di patto di sindacato dei cosiddetti partitini. Era stata sondata anche Sel con una domanda su tutte: a voi una soglia elettorale al 4% per le liste non coalizzate va bene o no? Insomma, una ricognizione per favorire una posizione comune dei “partitini”, gli stessi che fino a ieri proprio Renzi demonizzava come il male assoluto, in quanto artefici di ricatti paralizzanti.

 

NICHI VENDOLA NICHI VENDOLA

Nel corso delle ore la mission di Renzi è diventata via via più chiara. Scandita in tre passaggi. Ieri sera via libera dai partitini della sua maggioranza, domani semaforo verde da Berlusconi e dalla direzione del Pd: presupposti per avviare la discussione della legge elettorale in Commissione al Senato.

 

Ma ben sapendo che per l’approvazione finale bisognerà attendere i primi mesi del 2015. Per effetto di due “ostacoli” insormontabili. Il primo è rappresentato dalla nuova lettura da parte della Camera. Il seocndo: se davvero Napolitano dovesse dimettersi nei primi giorni del 2015, a quel punto l’attività parlamentare (come sempre) si fermerebbe per alcune settimane. Facendo inevitabilmente slittare l’approvazione del testo finale della nuova legge elettorale.

napolitano trono napolitano trono

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…