“PER IL 2019 NON CI SARANNO MANOVRE AGGIUNTIVE E NO ALLA PATRIMONIALE” - IL MINISTRO TRIA OSPITE DI “IN MEZZ’ORA”: “LA FLAT TAX? E’ UN TIPO DI RIFORMA CHE MI SENTO DI SOSTENERE A PIENO. NON SIAMO IN RECESSIONE, SIAMO IN PRESENZA DI UN RALLENTAMENTO MA IL SECONDO SEMESTRE POTREBBE RISERVARCI UNO SCENARIO PEGGIORE…NON BISOGNA COLPIRE AL CUORE I RISPARMI DEGLI ITALIANI”

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Da www.corriere.it

 

MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA

«Nell’anno in corso non ci saranno manovre correttive: quanto è stato deciso nella legge di bilancio verrà attuato senza che questo comporti la violazione degli impegni presi con la Commissione Europea, in termini di deficit strutturale». Lo ha detto il Ministro dell’Economia Giovanni Tria rispondendo a Lucia Annunziata, durante la puntata di «In mezz’ora», in cui è ospite.

 

Poi, a proposito della flat tax, il ministro ha sottolineato che «l’obiettivo è noto: la maggioranza di governo è contraria a un aumento dell’Iva ma al tempo stesso vuole andare avanti ad una riforma fiscale che va in direzione di una flat tax». E nonostante abbia aggiunto che «una correzione della progressività delle aliquote che penalizza il ceto medio è un tipo di riforma che mi sento di sostenere a pieno», Tria sembra cauto nel pronunciarsi, rimandando la palla alla politica: «Nelle scelte politiche, c’è la anche la possibilità di rivedere più o meno profondamente la spesa pubblica», ha detto all’Annunziata. «Non è che le risorse siano così limitate ma è importante capire dove si mettono».

 

GIOVANNI TRIA GIOVANNI TRIA

Tria non vede schiarite all’orizzonte: il cielo sull’economia mondiale rimane plumbeo: «Siamo in una situazione di forte incertezza sulla crescita» a livello globale. «Non siamo in recessione, siamo in presenza di un rallentamento», ma il secondo semestre potrebbe riservarci «uno scenario peggiore» che richiederà sforzi a livello globale per contrastare questo andamento.

GIOVANNI TRIA GIOVANNI TRIA

 

E a proposito dell’introduzione della “patrimoniale”, Tria ha tagliato corto: «Non c’è il rischio e sono contrario perché colpirebbe al cuore dei risparmi degli italiani e avrebbe impatto distruttivo sui consumi e sulla crescita. Solo parlarne causa una tale incertezza che è un danno per l’economia, bisogna stare attenti perché si crea solo allarme».

 

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