Anna Lombardi per repubblica.it - Estratti
il discorso della sconfitta di kamala harris
«La fiaccola della promessa americana brillerà sempre. Perché non ci arrendiamo, lotteremo e continueremo a sperare. Sono grata per la fiducia che mi avete dato e piena d’amore per il Paese. Le elezioni non sono andate come volevamo. Ma a volte la lotta ha bisogno di tempo. Siamo stati sconfitti e dobbiamo rispettarlo. Rimettiamoci al lavoro già domani per ritrovare terreno comune».
Sotto il porticato dedicato a Frederick Douglass, l’ex schiavo diventato primo afroamericano candidato alla presidenza degli Stati Uniti, in quello stesso cortile della Howard University dove martedì sera era stata allestita la festa della sfumata vittoria, una emozionatissima Kamala Harris ammette la disfatta davanti a una folla immensa e commossa convocata last minute, e che comprende diversi big del partito, Tim Walz e Nancy Pelosi fra questi.
il discorso della sconfitta di kamala harris
La dem sconfitta torna nel luogo abbandonato la sera prima così in fretta che su Fox i suoi detrattori l’hanno sbeffeggiata chiamandola «signora no-comment» e ringrazia tutti coloro che la hanno aiutata: «La mia famiglia, il presidente Biden, i volontari, il mio team, i lavoratori dei seggi». Sono ormai le quattro del pomeriggio passate da un pezzo quando la vicepresidente che avevano creduto nel sogno di poter finalmente portare una donna nera alla Casa Bianca sale sul palco: la vittoria di Donald Trump è certa da oltre 12 ore.
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kamala harris fa finta di essere al telefono con un elettrice 3
«Poco fa ho chiamato Donald Trump. Ho concesso la vittoria e mi sono congratulata con lui», afferma riferendosi alla telefonata avvenuta dopo pranzo dove i due leader hanno discusso dell’importanza di un pacifico trasferimento di poteri perché «principio fondamentale della democrazia è accettare il risultato quando si perde. Questo ci distingue da monarchia e tirannia», dice.
«Nello stesso tempo vi ricordo che non dobbiamo essere leali a un presidente o a un partito ma alla costituzione americana alla coscienza e a Dio». Un atto compiuto pure da Joe Biden di cui pure il tycoon non aveva mai accettato pubblicamente la legittimità della vittoria. Il presidente ha chiamato pure la sua vice, congratulandosi «per la storica campagna», e oggi arringherà la nazione.
E pazienza se sono tanti a non digerire la sconfitta. E infatti scrittori celebri e star di Hollywood e della musica per l’intero corso della giornata usano interviste e social per esprimere il loro disagio e sconforto. Il re dell’horror Stephen King lo scrive chiaro su X: «La democrazia americana è stata svenduta. Come quegli oggetti belli e fragili che vedi in vetrina ma che una volta rotti non sono più né vendibili né riparabili».
Mentre lo scrittore Percival Everett, finalista al Booker Prize, che per Repubblica aveva scritto un testo sulle elezioni imminenti ci manda di buon mattino un messaggio: «Mai sottostimare la paura che hanno gli americani delle donne di colore».
La rapper Cardi B, che aveva fatto campagna con Harris a Detroit, si sfoga con un messaggio talmente duro da essere poi costretta a cancellarlo: «Ecco perché certi Stati vengono devastati dagli uragani». Poi scrive: «Vi odio tutti». A essere più costruttiva ci prova l’attrice Jamie Lee Curtis: «I risultati sono parte di ciò che è la democrazia. Quindi comportiamoci da americani. Svegliamoci e lavoriamo. Combattiamo per le donne e per il futuro, contro la tirannia, un passo per volta. Una battaglia alla volta. Una protesta dopo l’altra».
Nel 2017, dopo la sua inaspettata sconfitta, Hillary Clinton confidò di essere stata molto depressa dopo le elezioni. E di aver ritrovato le forze con un mix di preghiera, yoga e «una giusta dose di Chardonnay». Sul palco della Howard Harris appare stremata ma non sconfitta: «Concedo le elezioni, ma non concedo e non rinuncio alla lotta che ha alimentato la nostra campagna. La lotta per le libertà, la parità e gli ideali al cuore della nostra nazione che riflettono il meglio del nostro Paese. Non smetterò mai di battermi. Non è il momento di arrenderci, ma di rimboccarci le maniche».
roberto speranza e il cartello per kamala harris KAMALA HARRIS NEL COMITATO ELETTORALE DURANTE IL VOTO ultimo comizio di kamala harris prima delle elezioni philadelphia foto lapresse1 sostenitori di kamala harris KAMALA HARRIS kamala harris roberto speranza