Paolo Mastrolilli per repubblica.it - Estratti
«Trump è in vantaggio, ma possiamo ancora batterlo, se ci presenteremo alle elezioni uniti con un nuovo candidato». A chiedere che il presidente Biden si ritiri è un peso massimo del Partito democratico, Leon Panetta, ex capo di Pentagono e Cia nell’amministrazione Obama, capo di gabinetto nella Casa Bianca di Bill Clinton, e padre di un deputato.
Come giudica la Convention repubblicana appena terminata?
«Per loro è stata un successo, ben organizzata e ben controllata in termini di messaggio. È chiaro che il Partito è unito dietro a Trump, in vantaggio in vista del voto di novembre».
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Lei ha ammesso che Trump è in vantaggio e non è un mistero che i democratici stiano discutendo il futuro della candidatura di Biden.
«È avanti, ma sappiamo che le cose possono cambiare molto rapidamente nella politica americana. Mancano quasi quattro mesi al voto, e la questione è se Biden resta, oppure si fa da parte. Questa è una possibilità molto reale, vista la pressione assai forte della leadership del Partito. Se ci presenteremo uniti dietro un nuovo ticket forte, guidato dalla vice presidente Harris, la governatrice del Michigan Whitmer, o un altro candidato del Midwest, mentre Trump confermerà la tendenza a distruggersi con i propri commenti, la corsa può ancora essere molto ravvicinata».
Sta dicendo che Biden deve ritirarsi?
«Non c’è dubbio che la leadership del Partito, dall’ex presidente Obama ai capi in Congresso Schumer e Jeffries, lo stiano chiedendo con forza. La mia preoccupazione è andare alle elezioni divisi, e la maniera migliore per unirci è farlo con un nuovo candidato».
Ha citato Harris e Whitmer: sono le alternative migliori?
«Se Biden si ritira, sarà essenziale avere un processo aperto alla Convention per scegliere il successore. Harris sarà avvantaggiata, essendo la vice, ma ci sono molti altri democratici qualificati».
Quindi il meccanismo sarà consentire tutte le candidature, e poi far votare i delegati alla Convention di Chicago?
«Esatto. Tutti quelli che vogliono correre devono poterlo fare, e poi sceglieranno democraticamente i delegati».
Questo risponde anche alle critiche dei repubblicani, che vi accusano di violare le regole della democrazia?
«La decisione spetta a Biden. Se si ritira questa è democrazia in azione, perché il processo sarà aperto e decideranno i delegati votati nelle primarie dagli elettori».
Harris è la vice presidente, ma Whitmer è la governatrice del Michigan, uno dei tre stati del Midwest che i democratici devono assolutamente vincere. Non sarebbe più utile puntare su lei?
«Ovviamente ha avuto successo come governatrice di uno stato chiave. Per conservare la Casa Bianca i democratici devono vincere nel Midwest, in particolare Michigan, Wisconsin e Pennsylvania, perciò è utile avere un candidato che capisca questa regione e sappia come parlarle».
Ci sono altri governatori che hanno lo stesso vantaggio, come Shapiro in Pennsylvania, Pritzker in Illinois, Evers in Wisconsin e Beshear in Kentucky. Lei preferisce Whitmer?
«Ovviamente sono tutte persone con le stesse caratteristiche e la stessa forza. Nel partito ci sono molti leader giovani qualificati. Puntare su uno di loro darebbe ai democratici l’opportunità di scegliere un candidato con la capacità di allargare il nostro appeal e vincere a novembre».
LEON PANETTA E MICHELLE OBAMA FANNO NASO NASO