FABIO ROSSI per il Messaggero - Roma
Carlo Calenda lascia l'assemblea capitolina e il suo seggio passa a Francesco Carpano, il giovane coordinatore della stesura del programma elettorale del leader di Azione nella corsa a Palazzo Senatorio.
La decisione era nell'aria, fin dall'indomani del primo turno delle ultime amministrative, quando Calenda ha ceduto il passo verso il ballottaggio a Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti, pur superando nelle preferenze l'ex sindaca Virginia Raggi.
L'ex ministro dello Sviluppo economico ha annunciato ieri la sua scelta in un'intervista a Radio Capital: «Avevo detto che se non fossi stato eletto sindaco me ne sarei andato dal consiglio comunale, per lasciare spazio a questo ragazzo molto in gamba che ha coordinato tutto il programma - sottolinea Calenda - Poi c'è stata un'alzata di scudi ed io ho provato un po' a stare in consiglio comunale». In particolare, come dichiarato dopo le amministrative, l'ex candidato sindaco avrebbe provato a verificare la compatibilità con impegni di eurodeputato e leader di partito. Dopo due mesi di prova, però, ha rilevato l'impossibilità di portare avanti «un lavoro serio, perché non è compatibile con il fare anche l'eurodeputato».
IL CARTELLO DEL DIVIETO DI FUMO ABBATTUTO DA CALENDA
IL METODO Le dimissioni di Calenda saranno formalizzate domani, con il seggio che passerà ufficialmente a Carpano, «un ragazzo che non vede l'ora di fare questo dalla mattina alla sera e mi sembra più serio».
L'ex candidato sindaco punta il dito anche contro la routine operativa dei consiglieri comunali della Capitale: «È tutto organizzato in modo assurdo - sostiene - Ti avvertono delle riunioni con pochissimo anticipo. È un lavoro che, per farlo, devi dedicargli il 100 per cento del tuo tempo».
Cosa che, evidentemente, Calenda ha capito di non poter fare: «Io con tutta franchezza ci sono andato» in aula Giulio Cesare, sottolinea. «Ho commentato le linee guida di Gualtieri, ho partecipato alle prime votazioni però non avevo mai sperimentato nella mia vita una cosa simile - sottolinea l'ex ministro - La prima volta che sono andato sono arrivato all'orario stabilito ed eravamo in quattro: premesso che lavorare così è sbagliato in assoluto, ma sicuramente non lo può fare chi è un segretario di partito e un europarlamentare».
L'AULA Le dimissioni di Calenda seguono quelle formalizzate subito dopo il ballottaggio da Michetti - il candidato del centrodestra sconfitto da Gualtieri al secondo turno - al quale è subentrato Federico Rocca (Fratelli d'Italia). Il neo consigliere della civica del leader di Azione, intanto, mette in mette in fila le sua priorità: «Costruire gli impianti per risolvere il problema dei rifiuti, riorganizzare la manutenzione delle strade, aumentare l'illuminazione pubblica, costruire le infrastrutture per il trasporto pubblico - sottolinea Carpano - Su questo e tanto altro valuteremo l'azione della giunta: se metterà al primo posto il buon senso o piuttosto la futile ricerca del consenso». Dal M5S, però, ironizzano sulla scelta di Calenda: «Nessuno ne sentirà la mancanza» taglia corto la capogruppo pentastellata, Linda Meleo.