Michele Ainis per “TPI - The Post Internazionale”
Guerra giusta, Costituzione ingiusta? C’e infatti un intralcio, un problema etico e giuridico, rispetto all’assistenza militare che il nostro paese sta offrendo al popolo ucraino. E a mettersi per traverso sono le parole scolpite nell’articolo 11 della Carta costituzionale: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
Quel verbo – «ripudia» – non fu scelto a caso. In Assemblea costituente qualcuno avrebbe preferito scrivere «condanna», qualcun altro «rinuncia». Ma la repulsione esprime un sentimento piu netto, piu definitivo. Vi traspare l’orrore di Auschwitz come della bomba di Hiroshima, vi riecheggia il dolore universale della guerra raffigurato da Picasso nel 1936, quando dipinse Guernica. Sicche i costituenti dissero: mai piu.
L’unica guerra legittima e quella difensiva, quando il nemico t’entra in casa. Eppure, dagli anni Ottanta in poi, l’esercito italiano ha combattuto molte guerre oltre confine: in Libano, Somalia, Iraq, Bosnia, Afghanistan, Libia. E con i bombardamenti in Kosovo, nel 1999.
clemente mastella foto di bacco
Quando in Parlamento la Lega e la sinistra radicale denunziarono la violazione dell’articolo 11, tanto che un esponente della maggioranza – Clemente Mastella – suggeri di riformularlo, adattandolo alle nuove circostanze. Non se ne fece nulla, ne allora ne dopo. In compenso scavammo una trincea verbale: nessuna guerra in quegli accadimenti, bensi altrettanti «interventi umanitari».
E come si lascia definire, adesso, il nostro atteggiamento? Due decreti legge (n. 14 e 16 del 2022) stabiliscono l’invio di armi letali all’Ucraina: missili Stinger antiaerei, missili Spike controcarro, mitragliatrici Browning, munizioni.
Sicche non siamo in guerra, nemmeno questa volta; sara una «solidarieta armata», mettiamola cosi. Dopo di che possiamo dissentire dalle critiche espresse dal Papa, dall’Associazione nazionale partigiani, perfino dal 55% degli italiani che si dichiarano contrari all’invio delle armi. Come diceva Kant, la pace perpetua e l’insegna dei cimiteri.
E dopotutto laggiu c’e un aggredito (l’Ucraina) e un aggressore (la Russia). Ma il problema e la Costituzione, povera donna. Che non e affatto pacifista, come quella tedesca o giapponese, le altre due nazioni sconfitte dalle truppe alleate. Difatti la parola «guerra» v’appare per sei volte, dettandone procedure e limiti.
A cominciare, per l’appunto, dal divieto di ogni guerra esterna ai nostri confini. Dice: ma c’e l’articolo 52 della Costituzione, secondo cui «La difesa della Patria e sacro dovere del cittadino». Dunque – concludono Mancuso sulla Stampa e Pombeni sul Messaggero – lo strumento militare e consentito.
Gia, ma per la difesa della Patria, non della Patria altrui. Altri tirano in ballo gli impegni internazionali dello Stato, dove risuona la condanna delle guerre d’aggressione; senza accorgersi che su quella falsariga dovremmo intervenire in ogni focolaio di guerra, dall’Africa all’Oriente. Insomma, puo darsi che l’articolo 11 sia un pezzo d’antiquariato. Ma allora cambiamo la Costituzione, invece d’aggirarla.