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Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio per “la Repubblica”
Massimo Villone, giurista, membro del comitato che ha promosso il referendum contro l’Autonomia differenziata, cosa ci dice il blitz fallito sulla Consulta?
«A destra cresce la preoccupazione per le due decisioni che la Corte costituzionale dovrà assumere a breve sull’autonomia differenziata».
E perciò vuole piazzare il suo consigliere giuridico, Francesco Saverio Marini, alla Corte?
«Sì, dentro una strategia di riduzione del danno. Il tentato blitz è stato una reazione scomposta al successo della raccolta di firme contro la legge Calderoli».
Quanti hanno firmato?
«Un milione e trecentomila cittadini. Nessuno se l’aspettava».
Quali sono le due decisioni di cui parlava prima?
«Il 12 novembre la Corte esaminerà i ricorsi delle Regioni Puglia, Campania, Toscana, Sardegna che mettono in discussione la costituzionalità della riforma voluta dalla Lega. Io li ho letti: sono ben fatti, solidi».
E la seconda?
«A gennaio la Corte dovrà vagliare l’ammissibilità del quesito referendario abrogativo della riforma. Se l’accoglierà si andrà al voto».
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Quindi serve una Corte non ostile al governo?
«Meloni l’ha detto chiaro e tondo che vuole rivoltare il Paese come un calzino. L’autonomia differenziata e il premierato sono le innovazioni fondanti della Costituzione della destra».
Giuliano Amato a Repubblica ha detto che non si può lottizzare la Corte come se fosse la Rai.
«La Corte andrebbe tenuta fuori dalla mischia politica. Di recente ho proposto di rendere pubbliche le decisioni consenzienti o dissenzienti dei giudici. Sarebbe un fatto di trasparenza, tanto gli addetti ai lavori le conoscono lo stesso».
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ROBERTO CALDEROLI GIORGIA MELONI
Come spiega l’irritazione della premier per il mancato blitz?
«Lei aveva avuto qualche assicurazione sul soccorso di parte dell’opposizione per i voti mancanti. Questa sponda è venuta meno, e si è trovata con le carte scoperte».
La diffusione della notizia della convocazione dei soli parlamentari di maggioranza ha sventato il piano?
«È evidente. Mancavano dei voti e bisognava acquisirli. Sono sicuro che ci riproverà».
A dicembre bisogna eleggere quattro giudici.
«E la Corte si ritroverà con undici membri. Se uno solo ha l’influenza si mette a rischio il funzionamento».
Cosa farà Meloni?
roberto calderoli sul palco di pontida foto lapresse
«Penso che proverà a eleggerne almeno uno».
Sempre a maggioranza?
«Questo lo vedremo, ma la sua esigenza vitale è di avere qualcuno che la garantisca».
Ma non ha i numeri per farlo. Non dovrà scendere a patti con l’opposizione?
«O se ne convincerà o saremo al mercato del pesce».
Marini è incompatibile visto che ha scritto il premierato?
«Tecnicamente non lo è, ma io al suo posto non avrei accettato».
MASSIMO VILLONE giorgia meloni roberto calderoli.