Estratto dall'articolo di Simone Canettieri per “Il Foglio”
“Ragazzi, Conte si è suicidato, politicamente parlando. E poi quando ha detto ‘la mia gente mi chiede di non votare la fiducia’ mi è sembrato di ascoltare di nuovo le parole che usò Fausto Bertinotti con me”. Segue la grassa e pacificata risata di Romano Prodi. […]
D’altronde, sono passati più di venti anni. “Ma motivare una scelta politica con la scusa della tua gente che lo chiede è populismo. Ragazzi, non scherziamo”.
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romano prodi fausto bertinotti
[…] “Prima ci trovavamo in una situazione complicata, se non drammatica, ma avevamo dalla nostra l’autorevolezza di Mario Draghi. Un argine. Un nome da mettere sul tavolo, riconosciuto in tutto il mondo, quando c’erano da prendere o da orientare delle decisioni. Adesso, invece, abbiamo una situazione complicata, se non drammatica, ma non c’è più Draghi. Ecco la differenza è tutta qui”.
[…] caro Professore, è giusto mollare per sempre l’alleanza con il M5s oppure l’arte della politica riuscirà a riparare tutto con una grande piroetta?
[…] “Non c’è il tempo di una ricucitura fra Pd e M5s. Ormai l’Italia è in campagna elettorale, manca dunque una valvola di decompressione. […] La politica si dividerà sull’agenda Draghi, credo. E non ci sarà lo spazio di particolari ripensamenti. Poi certo tutto può accadere, ma insomma”. […]
A chi gli nomina il capo del M5s risponde con un lapidario “mi spiace per lui perché si è suicidato”. La scelta di mercoledì scorsa in Senato, la scusa della gente che me lo chiede, è una pulsione “populista”. E cioè di pancia, incontrollabile, non calcolata. Senza pensare cioè alla minima conseguenza di questo gesto così dirompente. Ecco, ma nella testa di Prodi cos’è il populismo? “Semplice: è come il sesso fra adolescenti. Irrefrenabile”.
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