“COSÌ NON REGGIAMO”, LO SFOGO DI SALVINI CON CONTE - DALLA DICIOTTI ALLA TAV, DAL VENEZUELA ALLE STILETTATE DI DI BATTISTA, TENSIONE ALLE STELLE TRA LEGA E CINQUE STELLE, IL VICEPREMIER LEGHISTA TELEFONA AL PREMIER. E DA PORRO DICE: “UN SÌ SUL CASO DICIOTTI SAREBBE UN PRECEDENTE GRAVE” – E CON DI MAIO SI E’ LAGNATO DELLE BORDATE DI “DIBBA”: “SE QUALCUNO CONTINUA A DARMI DEL ROMPICOGLIONI LE COSE SI FANNO COMPLICATE”

-

Condividi questo articolo


Monica Guerzoni per corriere.it

 

salvini porro salvini porro

Nelle chiuse stanze del Carroccio lo dipingono «sereno e tranquillo», convinto di non avere nulla da temere perché non ha commesso reati, ha agito «per il bene degli italiani» e con l’accordo dell’intero governo. Eppure l’immagine di Matteo Salvini che si reca di persona a «pesare» i faldoni sul caso Diciotti e prendere le carte, per preparare la sua difesa contro i giudici di Catania che lo vogliono processare, rivela quale sia il rovello che in queste ore assilla il vicepremier.

 

Non tanto l’impuntatura di Luigi Di Maio e compagni sulla Tav, quanto il rischio che il capo del M5S — pressato da Alessandro Di Battista e dalla fronda del presidente Roberto Fico — non regga il peso di una storica inversione sul fronte giustizia. E maturi, dopo un durissimo scontro interno, il sì all’autorizzazione a procedere per il presunto reato di sequestro di persona.

 

salvini porro 50 salvini porro 50

 

«Sarebbe un precedente grave», è l’altolà che l’uomo forte del governo ha scandito in tv a Quarta Repubblica su Rete4, ricordando agli alleati che una vicenda simile può toccare «al ministro dell’Ambiente o dei Trasporti», non a caso due esponenti del Movimento. I collaboratori lo descrivono determinato e serafico, titolo «io tiro dritto», ma dopo aver parlato a lungo con la ministra Giulia Bongiorno, avvocatessa di chiara fama, Salvini si è reso perfettamente conto di cosa voglia dire rischiare un processo e una condanna in primo grado.

 

Per una volta sente che i sondaggi non bastano a coprirgli le spalle, servono i voti in Parlamento. E l’idea di essere nelle mani dei Cinque Stelle lo fa impazzire. Eppure, per tranquillizzare i suoi, ripete il suo mantra: «Non perdiamo la testa, manteniamo la lucidità». Salvini vuole metterci la faccia nell’Aula del Senato e sta preparando una memoria da scandire davanti ai senatori, alla quale dovrebbero essere allegate le relazioni del premier, di Di Maio e del ministro Toninelli. Ma in Giunta per le autorizzazioni, salvo ripensamenti, il vicepremier non andrà.

 

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

 

I rapporti con gli alleati corrono su un filo di corrente ad altissima tensione. Salvini ha imposto a se stesso e ai suoi la linea di «porgere l’altra guancia», tenere i toni bassi e non rispondere alle provocazioni. Ma i Cinque Stelle hanno preso a tirare la corda con tale forza che ieri l’inquilino del Viminale si è a lungo confrontato con il premier Giuseppe Conte. «Così non la reggiamo — è il senso dell’avviso di Salvini al capo del governo —. Io sono per il dialogo e il buon senso sempre e capisco le difficoltà interne di Di Maio, ma qui mi pare che si stia esagerando». Un monito rivolto indirettamente al vicepremier pentastellato, che lo tiene sulla corda e non scioglie la riserva su come il Movimento voterà sulla Diciotti. «Vogliono mandarmi davanti ai giudici? — si è sfogato con i collaboratori Salvini —. Forse non hanno capito quali conseguenze avrebbe un voto contro il governo».

salvini porro salvini porro

 

 

 

Se il caso Diciotti non bastasse, anche gli insulti di Alessandro Di Battista stanno mettendo a dura prova i nervi del «Capitano» leghista, che ora comincia a pressare il capo politico del M5S perché si faccia carico del problema. Affermare che l’ex deputato tornato dal semestre sabbatico in Centro America non ha incarichi di governo né poltrone in Parlamento non basta più, Salvini lo ha detto chiaro: «Se qualcuno continua a darmi del rompicoglioni le cose si fanno complicate». A quanto filtra dai due partiti, il segretario della Lega lo avrebbe detto al telefono anche a Di Maio, con il quale non si vede faccia a faccia da molti, moltissimi giorni.

alessandro di battista e luigi di maio alessandro di battista e luigi di maio

 

Per Salvini è il ministro del Lavoro che deve rimettere il treno del governo sul binario giusto, perché è il suo Movimento che si sta assumendo il rischio di farlo deragliare. Sì, ma come? Dicendo no ai giudici sulla Diciotti? Nell’ufficialità i leghisti si sgolano per negare scambi tra la Tav e il voto sulla nave Diciotti, ma nel governo tanti ne parlano senza grandi pudori. E spiegano così la divisa istituzionale e i toni pacati del Salvini di queste ore, che non strappa, non strilla e si sforza di nascondere quanto sia preoccupato e furioso.

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 10 conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 10 luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria roberto fico alessandro di battista roberto fico alessandro di battista CONTE DI MAIO SALVINI CONTE DI MAIO SALVINI conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 19 conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 19

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY


ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - NEI CORRIDOI DI VIALE MAZZINI VIENE DATA PER CERTA SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI IN VIRTÙ DEL PRONTO SOCCORSO M5S, IN CAMBIO DEL TG3 - MA IL DO UT DES, DEFINITIVA LAPIDE PER EVENTUALI ALLEANZE COL PD, NON SARÀ IMMINENTE: PRIMA DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE DI FINE NOVEMBRE, C'E' IL VOTO DEL 17 PROSSIMO PER LA REGIONE UMBRIA - SE I GRILLINI PURI E DURI NOSTALGICI DI BEPPE-MAO, DISERTASSERO LE URNE, COME È SUCCESSO IN LIGURIA, RIUSCIREBBE CONTE A SOPRAVVIVERE ALL'ENNESINO BRUCIANTE TRACOLLO ELETTORALE A POCHI GIORNI DALLA COSTITUENTE? AH, SAPERLO...

DAGOREPORT – FIATO AI TROMBONI! IL 6 E IL 7 NOVEMBRE ANDRÀ IN SCENA A ROMA UN GROTTESCO SPETTACOLO DI ITALICA IPOCRISIA: GLI STATI GENERALI DELLA RAI, DUE GIORNI PER DISCUTERE ‘’COME TENERE LA POLITICA FUORI DALLA RAI’’ (SEMBRA CROZZA MA È COSÌ…) - A CHE SERVE TALE GIGANTESCA PRESA PER IL CULO CHE VEDRÀ OSPITI LA RUSSA, GIULI, VESPA, FLORIS, GRASSO, TRAVAGLIO, SECHI, SCHLEIN, SALVINI, URSO, TAJANI, ETC., VOLUTA DALLA CURVACEA PRESIDENTE DELLA VIGILANZA RAI, LA 5STELLE BARBARA FLORIDIA? - NON È UN MISTERO L’OBIETTIVO DI CONTE DI ACCAPARRARSI IL TG3 IN CAMBIO DEL VOTO A FAVORE DEL CARTONATO DI GIANNA LETTA, SIMONA AGNES, IN TREPIDA ATTESA DELLA PRESIDENZA RAI - MA CONTE SI RITROVA I NEURONI DIVISI TRA GOFFREDO BETTINI E MARCO TRAVAGLIO, MENTRE BEPPE GRILLO LO ASPETTA AL VARCO DELLA COSTITUENTE (MUOIA M5S CON TUTTI I FILISTEI) - LA PRECISAZIONE DELLA FLORIDIA...

DAGOREPORT – PERCHÉ ENRICO PAZZALI, NONOSTANTE UN RAPPORTO DI “AMICIZIA DI VECCHIA DATA” CON IGNAZIO LA RUSSA, HA CERCATO NOTIZIE "SULLA SITUAZIONE IMMOBILIARE E LE PARTECIPAZIONI SOCIETARIE" DEL PRESIDENTE DEL SENATO E I SUOI FIGLI? A FAR RIZZARE PELI E CAPELLI, È LA DATA DELL'ILLECITA OPERAZIONE: 19 MAGGIO 2023. VALE A DIRE: IL GIORNO DOPO LA NOTTE IN CUI IL FIGLIO DI ‘GNAZIO, LEONARDO APACHE, AVREBBE STUPRATO (SECONDO L’ACCUSA DELLA PRESUNTA VITTIMA) UNA RAGAZZA. MA IL 19 MAGGIO 2023 NESSUNO SAPEVA QUELLO CHE ERA AVVENUTO: SOLO 40 GIORNI DOPO LA RAGAZZA PRESENTA UNA QUERELA. IL 3 LUGLIO LA PROCURA DI MILANO APRE UN FASCICOLO. IL 7 LUGLIO IL "CORRIERE" PUBBLICA LA NOTIZIA - QUALCUNO VOCIFERA CHE DI MEZZO POTREBBE ESSERCI L’ASPRA BATTAGLIA TRA LEGA E FDI, TRA SALVINI-FONTANA E LA RUSSA-SANTACHE' PER LA CONQUISTA DELLA SANITA' LOMBARDA. ALTRI SONO PER LA TESI DELL'ESTORSIONE: MA PER 'GNAZIO ''NON SI TRATTA DI COINCIDENZE" - CHE C’ENTRA UN PREFETTO A CAPO DELLA CYBERSECURITY NAZIONALE? CHIEDETELO A MANTOVANO...

DAGOREPORT - VIVA IL POPOLO, A MORTE I CONTI! IL GOVERNO DUCIONI, NEL SUO CONTINUO TENTATIVO DI STRAVOLGERE L’ASSETTO COSTITUZIONALE, HA PUNTATO ORA LA CORTE DEI CONTI, OVVERO I MAGISTRATI CHE HANNO COME COMPITO PRIMARIO IL CONTROLLO DEI CONTI DEL PAESE – C’È GRANDISSIMA PREOCCUPAZIONE TRA I MAGISTRATI DELLA CORTE PER LA RIFORMA CHE PASSA CON IL NOME DI DDL FOTI, CHE SVUOTA LE FUNZIONI DELLA CORTE - LA DUCETTA NON SI FERMA. E INIZIA UN ALTRO ATTACCO ALLA MAGISTRATURA. CHE COSA FARÀ IL PRESIDENTE MATTARELLA?

DAGOREPORT - LA SCONFITTA IN LIGURIA CONTE PUÒ TATUARSELA SULLA COSCIENZA. UN GIOCO AL MASSACRO, QUELLO DEL M5S, CHE SI TRASFORMA IN FARSA, VISTO CHE ITALIA VIVA, ESCLUSA CON IGNOMINIA DALL’ALLEANZA ELETTORALE IN LIGURIA, SARÀ PRESENTE A SUPPORTO DEL CAMPOLARGO SIA IN UMBRIA CHE IN EMILIA ROMAGNA – LA FORZA CHE MANCHERA’ SEMPRE ALLA SINISTRA SI CHIAMA “FATTORE BERLUSCONI”. OVVERO: PUR NELLA TOTALE DIVERSITÀ DI IDEE, NEL MOMENTO DECISIVO FORZA ITALIA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SI UNISCONO PER INCASSARE LA CUCCAGNA DEL POTERE - LA SOLITA PARACULAGGINE CON CUI GIORGIA MELONI HA PROVATO A GIUSTIFICARE LA PERDITA DI QUASI 100MILA VOTI RISPETTO ALLE EUROPEE - LA LEZIONE PIÙ EVIDENTE DEL VOTO LIGURE È CHE IL PD, CHE ELLY VUOLE FAR TORNARE UN PARTITO DI SINISTRA, SENZA UN SOLIDO ALLEATO DI CENTRO VA A SBATTERE - SE IL GOVERNO DUCIONI PORTA A CASA IL 3 A 0...