alessandro di battista e luigi di maio
Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”
La speranza del capo politico M5S è che cambi idea. Che quei no, no e ancora no che ha ripetuto a chi lo ha chiamato per capire, o per insistere, nelle ultime settimane, possano trasformarsi nel contrario. Alessandro Di Battista è scomparso dai radar per un mese.
Dai tempi della sua elezione in Parlamento, sei anni fa, non era mai successo. A Repubblica, che glielo chiede, parla di «questioni personali» . E in effetti non c'è niente di più personale del rovello che gli ha messo di fronte colui che continua a chiamare amico, ma da cui lo divide ormai un abisso.
Luigi Di Maio - secondo fonti di governo - ha proposto all' ex deputato non solo di essere il volto delle europee. Non solo di candidarsi in Italia centrale e cercare di portar su preferenze che si prevedono scarse in confronto a quelle della Lega, almeno stando ai sondaggi.
luigi di maio e alessandro di battista in auto 3
Il vicepremier ha chiesto al frontman in disarmo di tornare in campo con una strategia completamente nuova. Presentandosi alle elezioni del prossimo 26 maggio come capolista in tutte le circoscrizioni. Facendo di lui l'anti- Berlusconi, l'anti-Salvini, l'anti- Calenda o Pisapia che sia. Secondo gli amici, Di Battista è stato tentato. Il fuoco della campagna elettorale gli manca, nonostante il disastro dell'Abruzzo e del tentato accordo con i gilet gialli in Francia. Gli manca la politica e a un certo punto, alla fine del viaggio in America, fremeva per tornare. Troppe cose, però, non sono andate per il verso giusto.
La freddezza dei parlamentari l'unico giorno in cui si è presentato all'assemblea congiunta dei gruppi: gli stessi che mesi prima gli dicevano «non partire», hanno fatto come se non ci fosse. Il gelo caduto su di lui dopo la sconfitta alle elezioni regionali in Abruzzo, come se la sua apparizione avesse potuto compensare la delusione dovuta ad alcune scelte del Movimento.
alessandro di battista e luigi di maio sulle piste di moena 4
E il prevalere del leader leghista nell' azione di governo, o nella sua percezione. Il viaggio che avrebbe dovuto fare tra gli attivisti, per rianimare i meet up e sollevare il morale, era partito a Sulmona, ma la tappa a Melendugno ( dove avrebbe dovuto spiegare le ragioni del Movimento ai delusi della Tap) non si è mai fatta. L'ex deputato sa che candidandosi ha molto da perdere: le europee rischiano di essere una sonora sconfitta, che Di Maio farebbe prontamente ricadere sulle sue spalle.
alessandro di battista e luigi di maio sulle piste di moena 3
Appannandone una reputazione già ammaccata per la narrazione fatta dopo le regionali (una forza di governo non vince coi toni barricaderi, che andavano bene all'opposizione). E per il cedimento avuto a Di Martedì, quando se l'è presa con un pubblico poco plaudente. L'inner circle di Di Maio fa ragionamenti diversi: se questo governo durasse, sarebbe difficile restare "Dibba" a lungo. Il viaggio in America è già stato un errore, secondo gli strateghi della comunicazione.
E tale rischia di rivelarsi il prossimo in India: troppo lontano dall' Italia, dai problemi che gli elettori affrontano ogni giorno. Meglio passare subito all' incasso con una candidatura importante, con la possibilità di fare il miracolo. Mettendosi di nuovo alla prova. L' ex deputato però - finora - ha detto no. Nonostante la settimana scorsa il capo politico desse la cosa quasi per fatta. Il padre Vittorio, su Facebook, senza una spiegazione, ieri proponeva un proverbio romanesco: « Vale ppiù la bbona riputazione che tutto er potere der monno».