Alberto Gentili per “il Messaggero”
«Dimostrerò che non siamo dei marziani e il mio governo non è debole». Determinato ed emozionato. E' questa la cifra del primo giorno da premier di Giuseppe Conte. Con un problema non da poco: dimostrare davvero di essere lui al comando e non un mero esecutore, come dicono dall' opposizione e Oltreconfine.
Partita non facile, come dimostra il fatto che già nella prima riunione del governo si è riaffacciato il tema dell' uscita dall' euro.
A riproporlo è stata una discussione per l' ok dato il 30 maggio da 6 eurodeputati leghisti e da 13 grillini (su 14) a un documento che prevede supporto finanziario ai Paesi che vogliono negoziare l' uscita dalla moneta unica. Il testo (finito in un emendamento alla relazione di Strasburgo sul budget 2021-27) è stato bocciato.
In esso si contemplavano aiuti finanziari per compensare i danni economici e sociali causati dall' essere membri dell' eurozona. A palazzo Chigi ne è scaturito un dibattito sulla necessità di essere coerenti con la linea alla base del via libera dal Quirinale al nuovo esecutivo: la permanenza nella moneta unica.
La giornata di Conte, comincia in verità a notte fonda in una pizzeria, quando è ormai trascorsa la mezzanotte. «Ci metterò grande forza, grande entusiasmo e determinazione», risponde ai giornalisti. «Voglio lavorare nell' interesse del Paese, degli italiani. Cercherò di fare massimo. L' Italia ha bisogno di fiducia, ha bisogno che si creino i presupposti per poter andare tutti fieri e orgogliosi di questo Paese».
sergio mattarella giuseppe conte
AI LAVORATORI: FIDATEVI
Quando alle dieci del mattino esce di casa (con l' immancabile taxi) per andare a incontrare il presidente della Camera Roberto Fico, Conte si descrive «emozionato», appunto. Ma mostra il piglio giusto quando, entrando a Montecitorio, si imbatte in una delegazione di lavoratori di Fedex-Tnt. Conte non allunga il passo, si avvicina alla transenna e si ferma a parlare: «Vi dovete fidare di tutti i ministri, abbiamo messo su una bella squadra. Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro è Di Maio...».
Della serie: tocca al leader grillino risolvervi il problema. I lavoratori non si scoraggiano: «Vi abbiamo messo in questo governo, vi abbiamo votato. E lei è un grande, è l' avvocato di tutti gli italiani». E Conte: «Non sono un grande, lo devo ancora dimostrare». E si infila nel portone di Montecitorio.
Alle quattro di pomeriggio tutti al Quirinale. Conte è il primo a giurare nelle mani di Sergio Mattarella. E anche qui non manca l' emozione, come quando poco più tardi passa in rassegna a palazzo Chigi il picchetto d' onore. Si vede che (naturalmente) non ha dimestichezza: sceglie un passo lentissimo che allarma il cerimoniale.
Salito al primo piano del palazzo del governo si trova davanti Paolo Gentiloni. Prolungata stretta di mano a uso di telecamere e fotografi (i giornalisti sono esclusi), poi i due si chiudono nello studio presidenziale per il passaggio di consegne. Gentiloni affida a Conte un dossier di 33 pagine: la sintesi di ciò che ha fatto il governo uscente e delle priorità per il nuovo. Dentro ci sono i punti principali del vertice del G7 in Quebec dove Conte, venerdì, debutterà: cambiamenti climatici, investimenti per la crescita, innovazione tecnologica, parità tra i sessi. E i temi del summit europeo di fine mese: migranti, riforma dell'eurozona, bilancio comunitario.
Più i dossier da affrontare in Italia quanto prima: Ilva, Alitalia, migranti. Non manca un accenno al Def: il governo uscente si è limitato a un' analisi neutrale, senza alcun proposito programmatico. Questo compito, con una nota di aggiornamento, spetterà proprio a Conte e al nuovo ministro dell' Economia, Giovanni Tria che dovranno indicare i provvedimenti identitari (e di spesa) per il 2019: l'avvio del reddito di cittadinanza, la flat-tax, la revisione della legge Fornero sulle pensioni. Più la pace fiscale.
Terminato il passaggio di consegne, si fanno fotografare insieme nella sala dei Galeoni. Con un problema: non si trova la campanella con cui il presidente avvia il Consiglio dei ministri. Gentiloni sorride divertito. Esclama: «Manca l' oggetto?!».
Un commesso arriva trafelato porgendo la campanella al premier uscente. Gentiloni la prova: «Funziona!». Poi la passa a Conte, che scampanella incuriosito. Segue foto con Di Maio e Salvini rimasti in attesa in prima fila. Comincia la prima riunione del governo giallo-verde. Con «un sentito ringraziamento» al presidente Mattarella, fa sapere Conte in una sorta di retroscena ufficiale. E poi su Twitter: «Un ringraziamento a Gentiloni. Ora al lavoro per il Paese».