Estratto dell’articolo di Cesare Martinetti per www.lastampa.it
«Un risultato meno peggiore di quel che si temeva, il Rassemblement non è certo di poter avere la maggioranza assoluta. Ma bisogna aspettare i ballottaggi».
marine le pen dopo la vittoria al primo turno delle elezioni legislative
Jean-Marie Colombani direttore di Slate.fr e per quindici anni di Le Monde […]. Come giudica la scelta di Macron per le elezioni anticipate?
«Sciogliendo l’Assemblea e pensando di poter rovesciare il risultato delle europee in un tempo così breve, il presidente rischia di consegnare le chiavi del governo al Rassemblement National. Manifestamente non conosce le regole della politica».
Come spiega il successo di Marine Le Pen?
«È stato un lungo percorso, una salita progressiva che ha finito per diventare un po’ irresistibile. Da una parte grazie alla dédiabolisation, cioè di prendere posizioni moderate, facendo passare l’idea che il suo è un partito come gli altri, anche se fondamentalmente continua a presentarsi come un partito contro il sistema. Jean-Marie Le Pen si diceva contro l’establishment, lei ha fatto di tutto per cancellare questo aspetto, pur continuando a protestare contro il sistema».
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Come ha potuto affermare quest’idea nell’opinione pubblica?
«Con l’appoggio dei media, che hanno accettato e diffuso senza discutere l’idea della moderazione, benché la dottrina di fondo del Rassemblement sia sempre la stessa […]».
Dove emerge questo aspetto nel programma di governo del RN presentata da Jordan Bardella?
«Soprattutto nella proposta di escludere i cittadini con doppia nazionalità dalle funzioni dirigenti dell’amministrazione. È la prima volta dallo statuto degli ebrei del 1940 […] che un partito propone di dividere i francesi in diverse categorie di cittadini.
Questo modello di discriminazione è al cuore dell’estrema destra francese. Al tempo stesso Marine Le Pen ha imposto ai suoi parlamentari atteggiamenti soft e civili all’Assemblea, fino all’obbligo di indossare la cravatta, perché si contrapponessero anche nelle apparenze ai deputati della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon che facevano esattamente l’opposto».
Un’estrema destra che non appariva più estrema.
JEAN LUC MELENCHON CON L EURO DEPUTATA FRANCO PALESTINESE RIMA HASSAN DOPO LE ELEZIONI LEGISLATIVE
«Sì. Ma l’elemento decisivo in questa operazione di moderazione è stata la candidatura di Eric Zemmour, che da quando è apparso nel dibattito politico affermando la tesi del “grand replacement” da cui RN ha preso le distanze, ha permesso di classificare di centro Marine Le Pen e attribuirsi l’estrema destra. È lui il suo grande benefattore. […]pensare che potremo avere un governo di destra moderata è un errore, nel caso avremo un governo di estrema destra».
[…] La sorpresa di questa campagna elettorale è che la sinistra è stata capace di unirsi in pochi giorni nel Nouveau Front Populaire ottenendo un gran risultato. Come giudica questa alleanza?
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«Intanto non bisognerebbe chiamarlo Popolare, perché non è per niente popolare, il 40 per cento degli operai vota per il RN e solo il 20 per cento per NFP. Ma al di là della battuta, quello che è avvenuto è un grande classico della sinistra, una tradizione che si è ripetuta da più di cent’anni: nel 1924 con il “Cartel de gauche”, nel 1936 con il Front Populaire, poi con François Mitterrand eletto due volte all’Eliseo e infine con Lionel Jospin, per cinque anni primo ministro in coabitazione con Chirac presidente. Se Emmanuel Macron conoscesse la storia della sinistra, non avrebbe fatto un altro errore capitale puntando sulle divisioni della gauche».
Brigitte ed Emmanuel Macron in abiti casual a Le Touquet dopo il voto per le legislative
Ma questo Nouveau Front può vincere o governare?
«No, è un “cartel” soltanto elettorale, puramente difensivo, fatto da persone che sanno che non avranno la maggioranza ma sono là per ottenere il massimo di deputati all’Assemblea nazionale sapendo che gli toccherà fare una forte opposizione. Ci fosse stata una reale possibilità di fare un governo, il negoziato sarebbe stato molto diverso. Nel programma ci sono misure che François Hollande o Raphaël Glucksmann non possono certo accettare».
Un altro errore di Macron?
«Sì, non ha capito che i francesi hanno votato per lui due volte, nel 2017 e nel 2022, per impedire a Marine Le Pen di accedere all’Eliseo, e ora lui con una manovra folle le dà la possibilità di avere le chiavi del governo. I francesi si sentono traditi dal presidente. Ed è tanto più grave, perché lei è pro russa e anti europea, ed è incredibile che la stampa abbia accettato l’idea che sia diventata europeista. Non è vero, Marine Le Pen è contro l’Alleanza atlantica, contro gli interessi strategici della Francia, ha mandato suoi emissari da Assad, è andata lei stessa da Putin, tutto ciò è terrificante».
ELEZIONI LEGISLATIVE FRANCESI - VIGNETTA BY GIANNELLI
Cos’è successo nell’opinione pubblica francese?
«Si è affermato un populismo basico, lo slogan del “ras-le-bol”, siamo stufi. È come se si fosse diffusa l’ideologia dei gilet gialli, è una giletjaunisation della scena politica. Si son dimenticati tutti che durante la crisi del Covid lo Stato ha fatto fronte alle necessità di imprese e privati. Ma il voto non passa attraverso una riflessione, la popolarità di Bardella è data dai selfie che si fa tra la gente. È una follia totale […]. Stanno creando in Francia un clima detestabile: il ritorno dell’antisemitismo ne è la prova perché si pensa che ormai tutto sia permesso».
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