Grazia Longo per lastampa.it - Estratti
Di lui raccontano che abbia grandi capacità di comunicazione, attitudine a collaborare sia con la destra sia con la sinistra e, soprattutto, le amicizie giuste dentro Fratelli d’Italia. È questo il mix vincente che, secondo alcuni, ha portato Fabio Tagliaferri dal guadagnare 10. 484 euro all’anno nel 2022, come risulta dalla sua dichiarazione dei redditi pubblicata dal Comune di Frosinone dove era assessore ai Servizi sociali, ai 146 mila euro di oggi grazie all’incarico di presidente e amministratore delegato di Ales.
La sigla sta per “Arte Lavoro e Servizi” Spa, la società in house del ministero della Cultura, che controlla biglietterie, parchi, edifici storici e decine di musei sparsi in giro per l’Italia, con 88 milioni di euro annui di ricavi e oltre 7 milioni di utili annui.
Un ruolo importante ottenuto dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. «Resta un mistero – si domanda un consigliere d’opposizione di Frosinone – come abbia fatto a ottenere un lavoro così impregnato di cultura, nonostante nel suo curriculum non ci siano precedenti in questo settore. Tagliaferri ha una società di autonoleggio, la Greylease Automotive. Che c’azzeccano le automobili con i musei?».
POST FACEBOOK DI FABIO TAGLIAFERRI PER ARIANNA MELONI
Per questa società, peraltro, sempre nel 2022 l’esponente di Fdi non ha dichiarato neppure un euro: risulta titolare e amministratore unico, ma ha sostenuto di non aver guadagnato nulla da questa attività che ha ricevuto anche una sovvenzione di 100 mila euro da “Lazio innova”, finanziaria della Regione.
I quasi 11 mila euro denunciati due anni fa al fisco corrispondono alla metà dello stipendio da assessore, perché ha donato l’altra metà in beneficenza come stabilito dall’ex sindaco Nicola Ottaviani.
FABIO TAGLIAFERRI GIORGIA MELONI
Poi Tagliaferri si è dimesso da assessore e poco dopo è arrivata la nomina all’Ales. Una “promozione” che se sorprende alcuni, non scompone altri, anche tra le fila dell’opposizione del capoluogo ciociaro.
Il capogruppo consiliare Pd, Angelo Pizzutelli, ad esempio, si spertica in lodi del rivale politico: «Non abbiamo le stesse idee, ma è una persona che stimo e che si impegna molto. Da adulto si è laureato in Economia e ha lavorato anche parecchio in Regione. È stato scelto alla presidenza di Ales per volontà di Fdi e io non guardo cosa succede in casa d’altri. Di sicuro Fabio Tagliaferri è un uomo valido, che si dà da fare». Pd e Fdi, del resto, governano insieme alla Provincia di Frosinone e al Consorzio Apef (Agenzia provinciale energia Frosinone).
E che Tagliaferri si dia da fare è evidente anche dalla sua facilità di dialogare pure con la sinistra. Nel 2002 si candidò al consiglio comunale in una lista di centro sinistra a sostegno del sindaco poi eletto Domenico Marzi. Ma dopo circa due anni è passato con Francesco Storace, che all’epoca non era solo governatore del Lazio ma anche consigliere a Frosinone.
«È stato Storace che l’ha portato in Regione – ricorda sempre il consigliere d’opposizione che vuole restare anonimo – dove poi ha ottenuto un lavoro a tempo indeterminato. In un primo momento, nel 2004, aveva ottenuto una collaborazione per la “Comunicazione pubblica e istituzionale” che è il titolo della tesi della su laurea in Economia, non si sa in quale università, conseguita quell’anno». Nel 2005 ottiene in Regione un contratto a tempo indeterminato che lascia nel 2017.
Mentre è in Regione approfondisce l’amicizia con Arianna Meloni (che nell’amministrazione del Lazio ha lavorato per circa 20 anni da precaria). Una vicinanza proseguita anche dopo la conclusione del suo impegno in Regione. Ma né su questo aspetto, né sulla nomina ad Ales, Tagliaferri risponde ai nostri interrogativi. Ci dirotta al suo ufficio stampa che precisa:
«Il presidente ha già risposto esaustivamente a queste domande sia in questi giorni sia nel periodo successivo alla sua nomina. Riteniamo che non ci sia nulla da aggiungere rispetto a quanto già dichiarato».
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