“FIDEL”, AIUTAME TU! DOPO LA LAPIDARIA BOCCIATURA DEL PREMIERATO DA PARTE DELL’EMINENZA AZZURRA GIANNI LETTA, GIORGIA MELONI CERCA UNA MEDIAZIONE CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI E INCONTRA FEDELE CONFALONIERI – VERDERAMI: “LETTA E CONFALONIERI POLITICAMENTE APPARTENGONO A CHIESE DIVERSE: IL PRIMO È DI ‘RITO ORTODOSSO ROMANO’, IL SECONDO È DI ‘RITO FEDERALISTA AMBROSIANO’. CHISSÀ SE DURANTE IL COLLOQUIO CON CONFALONIERI, LA PREMIER HA CONDIVISO CERTE AMARE RIFLESSIONI SULLA ‘PALUDE ROMANA’, AUTENTICHE SABBIE MOBILI SULLE QUALI – SECONDO MELONI – NON SI PUÒ COSTRUIRE NULLA PERCHÉ INGHIOTTONO TUTTO” – I POTERI FORTI HANNO INIZIATO A MUOVERSI CONTRO LA RIFORMA FORTISSIMAMENTE VOLUTA DA “IO SO’ GIORGIA”...

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Estratto dell’articolo di Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

fedele confalonieri fedele confalonieri

La scorsa settimana Fedele Confalonieri è stato ricevuto riservatamente da Giorgia Meloni subito dopo l’esternazione di Gianni Letta contro il premierato. La coincidenza non può passare inosservata perché — sebbene l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio e il patron di Mediaset siano stati i due autentici pilastri di Silvio Berlusconi — politicamente appartengono a chiese diverse: il primo è di «rito ortodosso romano», il secondo è di «rito federalista ambrosiano».

 

Due scuole di pensiero che molte volte hanno avuto opinioni diverse. Sta accadendo di nuovo sul progetto di riforma costituzionale del governo. Chissà se durante il colloquio con Confalonieri, la premier ha condiviso certe amare riflessioni sulla «palude romana», autentiche sabbie mobili sulle quali — secondo Meloni — non si può costruire nulla perché inghiottono tutto.

 

GIANNI LETTA GIORGIA MELONI GIANNI LETTA GIORGIA MELONI

«Fidel», che ai tempi delle elezioni era stato il primo a lanciare un endorsement a favore della leader di FdI, non ha cambiato il suo giudizio su «Giorgia». Anche se ritiene che «lei e soprattutto il suo governo possono fare di più».

 

Il tema della «squadra» ricorre spesso nelle discussioni di Palazzo e se ne trova traccia persino nei dispacci trasmessi da alcuni ambasciatori alle loro cancellerie: nei report diplomatici traspare infatti una certa preoccupazione per le «tensioni» a cui è sottoposta la premier e si fanno presenti «problemi» legati alla coalizione e all’esecutivo. Meloni è consapevole delle difficoltà nelle questioni interne, riferite agli alleati e al suo partito, mentre è compiaciuta per come vanno le cose a livello europeo.

 

berlusconi confalonieri berlusconi confalonieri

Ora che l’Unione ha formalmente approvato la revisione del Pnnr, può parlare di «grande risultato» e tirare un sospiro di sollievo. Perché — raccontano fonti autorevoli di Palazzo Chigi — se l’obiettivo non fosse stato raggiunto «la stabilità del governo sarebbe stata a grave rischio». Ecco qual è stata la posta nell'anno trascorso a trattare con l’establishment di Bruxelles. E malgrado il superamento dello step non sia «il punto di arrivo» del progetto, come ha sottolineato il ministro per gli Affari europei, Meloni ha iniziato a levarsi qualche sassolino da sotto i tacchi. […]

 

Ma siccome gli esami non finiscono mai, da gennaio Meloni è attesa a un’altra prova complessa: il semestre di presidenza del G7. A poche settimane dall’inizio non si conoscono però i dettagli del programma. Questa è un’urgenza (tra le tante), non la campagna elettorale in vista delle Europee di giugno.

 

giorgia meloni antonio tajani giorgia meloni antonio tajani

In fondo «Giorgia» sul tema la pensa come la pensava «Silvio», secondo il quale contavano le ultime due settimane prima del voto. Per lei contano gli ultimi due mesi. Lo si è capito quando nei giorni scorsi ha chiesto ai ministri competenti di ultimare rapidamente l’accordo con l’Albania sui migranti. Nonostante i loro dubbi, la premier vuole inaugurare il progetto «entro aprile».

 

Servirebbe da vetrina presso l’opinione pubblica. Perciò considera inutili certe «partenze anticipate». E non è casuale il riferimento alla kermesse sovranista di Matteo Salvini, con il quale i rapporti sono ai minimi storici. Il fatto è che le iniziative in questa fase non incidono sul corpo elettorale. Lo provano i sondaggi, che non registrano variazioni: le linee paiono quelle di un elettrocardiogramma piatto.

 

GIANNI LETTA GIORGIA MELONI GIANNI LETTA GIORGIA MELONI

Ma il posizionamento della Lega all’estremità del quadro politico è salutato come un fatto positivo da Forza Italia, che vede uno spazio da riempire. Antonio Tajani nei colloqui di partito ha detto che «così potremmo sorpassare Salvini». Non è chiaro su quali basi si fondi questa tesi e non si sa se Meloni ha confidato anche a Confalonieri che lei sarebbe «molto contenta» se i forzisti riuscissero nel sorpasso...

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