Francesco Curridori per “il Giornale”
«George Soros ha sovvenzionato con un milione e mezzo di euro +Europa ponendo come condizione imprescindibile che si facesse un listone antifascista». Carlo Calenda apre così un nuovo capitolo della faida con +Europa, iniziata poco dopo la rottura con il Pd di Letta. Il leader di Azione, intervistato da Bruno Vespa nel libro La grande tempesta, ripercorre proprio le fasi che hanno portato alla rottura.
«Dico a Letta che non può firmare due patti contraddittori (con Azione e con Verdi/Sinistra italiana), salta l'agenda Draghi, diventa un Letta contro Meloni», ricorda Calenda che poi vede Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa (partito con cui Azione era federata), schierarsi completamente dalla parte del Pd.
benedetto della vedova emma bonino enrico letta 1
«D'altra parte ne conosco le ragioni, non ultima quella che Soros ha sovvenzionato con un milione e mezzo di euro +Europa ponendo come condizione che si facesse un listone antifascista. Me lo disse ripetutamente Della Vedova prima della rottura», rivela Calenda. Il conduttore di Porta a Porta ha subito verificato con Della Vedova le parole del leader di Azione, che viene ancora ritenuto dagli ex alleati il responsabile della sconfitta di Emma Bonino nel collegio di Roma centro.
«+Europa non ha ricevuto contributi da Soros, che altrimenti sarebbero già pubblicati. Comunque, il rendiconto elettorale della lista e dei candidati sarà ovviamente presentato nei tempi e modi prescritti», è stata la risposta di Della Vedova a Vespa.
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«Soros con quella somma non avrebbe potuto sovvenzionare alcun partito né un singolo candidato, sia perché cittadino straniero sia perché c'è un tetto di 100mila euro per persona al finanziamento da parte dei privati», sottolinea il segretario di +Europa.
Della Vedova, poi, precisa: «Alcuni candidati di +Europa hanno ricevuto un contributo diretto da parte di Soros per le spese della campagna elettorale. Il filantropo di origini ungheresi da tempo condivide e sostiene i nostri valori europeisti e le nostre battaglie per i diritti umani e lo Stato di diritto.
Siamo orgogliosi che alcuni nostri candidati abbiano chiesto e ricevuto il suo sostegno, certamente disinteressato. Naturalmente i contributi verranno presto resi pubblici nei termini di legge insieme ai rendiconti elettorali». Basteranno queste puntuali precisazioni a porre fine alla contesa tra Calenda e i suoi ex alleati di +Europa? In attesa di una nuova puntata, ci permettiamo di dubitarne.
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