Annalisa Cuzzocrea e Umberto Rosso per ‘la Repubblica’
luigi di maio sergio mattarella
«I nomi indicati per una lista di ministri non potranno esser presi, adesso, in alcuna considerazione». Insomma, la squadra a 5 Stelle per Palazzo Chigi, finirà per il momento in un cassetto del Quirinale. Da aprire solo e soltanto quando Sergio Mattarella, dopo le elezioni, metterà in moto la macchina istituzionale per le consultazioni e l' incarico.
Per il Quirinale sulla linea di partenza del nuovo governo tutti i protagonisti sono allineati sullo starter, compresi naturalmente i 5 Stelle, ma nessuno può accreditare l' impressione di voler scattare " in anticipo". È un messaggio per Luigi Di Maio, che si accinge a inoltrare al Colle la proposta per la squadra di Palazzo Chigi, forse già domani, comunque prima dell' annuncio pubblico della sua lista.
Il leader del Movimento, dopo l' incontro con il segretario generale Ugo Zampetti, non si ripresenterà fisicamente al portone del Quirinale. In questo caso infatti nessun ulteriore colloquio gli verrebbe accordato al Palazzo. E se la sua lista dei papabili alla fine approderà sulla scrivania del capo dello Stato ma potrebbe perfino finire respinta come "irricevibile" in questa fase, per la semplice e ovvia ragione che Di Maio non ha ricevuto alcun incarico dal presidente - dovrà compiere un giro un po' più largo. Cioè passare via mail prima sempre dal tavolo del numero due del Colle, con il quale il leader 5 Stelle ha un rapporto di conoscenza che risale ai tempi di Montecitorio.
Il capo dello Stato ha deciso di piantare qualche paletto nel rapporto con il M5S dopo le polemiche innescate dalla gestione di Di Maio della visita di qualche giorno fa. Che ha deciso di giocarsi in chiave campagna elettorale. L' incontro concesso per cortesia istituzionale da parte del Quirinale nella propaganda grillina si è trasformato quasi in una sorta di preconsultazione per l' incarico di governo.
Seguito a ruota, poi, dalla " nomina" via tv del futuro ministro dell' Ambiente Sergio Costa, un generale dei carabinieri che a strettissimo giro, e sempre in diretta, si è dichiarato subito disponibile all' offerta di Di Maio. Nonostante il delicato ruolo svolto ai vertici dell' Arma nella regione Campania. Strategia di comunicazione e mosse per accreditarsi a tutti i costi come forza "di governo" che hanno sollevato una qualche sorpresa ai piani alti del Palazzo.
Con la sensazione di trovarsi davanti quasi a un "universo parallello", virtuale, che viaggia per conto suo e senza tenere in considerazione le prerogative e le regole del capo dello Stato per affrontare la soluzione della crisi. Anche se, negli scenari anti-stallo del Colle, il coinvolgimento dei cinquestelle resta una carta da giocare. In nome di un obiettivo: dare un governo al Paese.
Per ora, a parte Costa, il poco che si sa della squadra che Di Maio presenterà giovedì riguarda lo Sport, ministero per cui è stato allertato il conduttore tv Guido Bagatta, presidente della squadra di basket Mens Sana Siena (il candidato all' uninominale Domenico Fioravanti sarebbe per ora in panchina). « Non ho né rifiutato né detto sì » , dice Bagatta, prendendo tempo. Tra le tre donne ( una agli Interni, una agli Esteri e una alla Difesa) per la Farnesina si parla di Nathalie Tocci, direttrice dell' Istituito Affari Internazionali.
Mentre per lo Sviluppo economico, tramontata la scelta " interna", si faceva il nome di Andrea Roventini, della scuola Sant' Anna di Pisa, ma non sarà quella la sua destinazione. Sicuri il deputato Alfonso Bonafede alla Giustizia e Pasquale Tridico ( docente di Roma Tre) al Welfare. Mentre alla Salute, potrebbe andare un altro candidato al maggioritario: il chirurgo Pier Paolo Sileri. Dopo i molti no arrivati, non trapela più nulla sulla casella più delicata: quella dell' Economia. Sono tutti, comunque, nomi virtuali: i 5 stelle sono i primi ad ammettere che non sono intoccabili. Tutto dipenderà dai numeri del voto e dal ruolo del Quirinale.