NETANYAHU AUMENTEREMO A BREVE LA PRESSIONE SU HAMAS
netanyahu e il gabinetto di guerra israeliano
(ANSA) - "Nei prossimi giorni aumenteremo la pressione militare e politica su Hamas perché questo è l'unico modo per liberare i nostri ostaggi e ottenere la vittoria". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu in un messaggio alla vigilia della Pasqua ebraica denunciando che "purtroppo, fino ad ora, tutte le proposte per il rilascio dei nostri rapiti sono state completamente respinte da Hamas".
A questo proposito ha ricordato "che Blinken ha detto che l'unico ostacolo ad un accordo per la liberazione dei sequestrati è Hamas". "In questa notte del Seder pasquale i nostri rapiti prigionieri di Hamas sono davanti ai nostri occhi".
"La loro sofferenza e quella delle loro famiglie - ha aggiunto - ci spezza il cuore e non fa altro che rafforzare la nostra determinazione a restituirli. Non rinunciamo nemmeno per un attimo al sacro compito di riportarli a casa".
Netanyahu ha quindi affermato che Israele "assesterà" ad Hamas "ulteriori e dolorosi colpi e ciò accadrà presto". Il premier ha quindi confermato che difenderà "ferocemente l'Idf, il nostro esercito e i nostri combattenti. Se qualcuno pensa di poter imporre sanzioni a un'unità dell'Idf, lo combatterò con tutte le mie forze".
GAZA, BLINKEN SENTE GANTZ E GALLANT: IL CONFLITTO NON SI ESTENDA
(ANSA) - Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato ieri con i ministri israeliani Benny Gantz del Gabinetto di guerra e Yoav Gallant della Difesa.
Lo rende noto il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller, in un comunicato pubblicato sul sito web del ministero Usa.
Blinken "ha sottolineato l'impegno degli Stati Uniti e gli sforzi per la sicurezza di Israele e ha discusso le misure per aumentare gli aiuti umanitari salvavita ai civili palestinesi" nella Striscia di "Gaza, la necessità di un cessate il fuoco immediato che assicuri il rilascio degli ostaggi e ulteriori misure per ridurre al minimo i danni ai civili", afferma la nota aggiungendo che con Gantz e Gallant "hanno anche parlato degli sforzi per garantire che il conflitto non si estenda" e della "importanza delle misure per allentare le tensioni nella regione".
ANTONY BLINKEN - BENJAMIN NETANYAHU
UNA LUNGA LISTA DI VIOLENZE E TORTURE LE ACCUSE DI BIDEN AL BATTAGLIONE ULTRÀ
P.Bre. per “la Repubblica” - Estratti
Bombe stordenti lanciate a caso per ridere, persone tirate fuori dalle auto e pestate a sangue senza alcun motivo; persino sputi in faccia ai poliziotti israeliani ficcanaso che provavano a difendere i palestinesi dalla furia dei coloni: «Andate al diavolo, traditori».
È un pugno nello stomaco il racconto, firmato da Yaniv Kubovich a febbraio di due anni fa su Haaretz , del famigerato battaglione Netzah Yehudah, regolarmente incardinato nelle forze armate israeliane, tradizionalmente schierato in Cisgiordania e in procinto di essere sanzionato dagli Usa. Impunito in patria, è incappato negli Stati Uniti nella legge Leahy, varata nel 1997: vieta sostegno, finanziamenti e training delle forze di sicurezza, polizia o militari che si macchino di crimini contro i diritti umani. Netzah Yehudah è accusata di averlo fatto più volte.
E a gennaio 2022 c’è scappato il morto. È un battaglione nato nel 1999 per consentire agli ultraortodossi haredi di partecipare al servizio militare «preservandone lo stile di vita», escludendo per esempio il reclutamento delle soldate.
Ma gli ultraortodossi convinti ad arruolarsi erano pochi, e le fila furono rimpolpate da elementi dell’estrema destra israeliana provenienti in gran parte dalle colonie nei territori occupati in Cisgiordania, dove il battaglione era di stanza.
In una lunga storia di abusi documentati da sfilze di inchieste, il caso che gli costerà la sanzione americana (se il governo israeliano non riuscirà a convincere Washington a cambiare idea, come sta cercando di fare) è quello di Omar Assad, un 80enne palestinese americano che il 12 gennaio 2022 ebbe la sfortuna di incrociare il battaglione a un check point nel villaggio di Jiljilya, vicino a Ramallah.
proteste contro netanyahu in israele 6
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