Alessandro Di Matteo per “La Stampa” - Estratti
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L'uso delle armi italiane sul territorio russo resta un tabù per il Pd, la «riflessione» proposta da Lorenzo Guerini ieri su La Stampa non trova orecchie disponibili nella maggior parte del partito e di fatto nessuno sembra voler rimettere in discussione quel precario punto di equilibrio fissato dalla segretaria Elly Schlein.
L'idea di dire sì all'utilizzo delle forniture anche su territorio russo non viene commentata dal vertice democratico, nessuna scomunica per Guerini ma nemmeno aperture a rivedere la posizione. Un esponente della segreteria è netto: «La linea è quella che ha fissato la segretaria, le posizioni di Lorenzo le rispettiamo, nel Pd c'è sempre occasione di confronto, ma la linea mi pare definita…».
E la linea è: ok all'invio di armi, ma no all'uso in territorio russo. Come ha detto Schlein al rientro dalle vacanze «sosteniamo un Paese invaso, attenzione però a non fare atti che possono portare direttamente la Ue in conflitto con la Russia».
Del resto tenere insieme l'anima "atlantista", rappresentata oltre che da Guerini da figure come Pina Picierno e Lia Quartapelle, con quella "pacifista" è un compito difficile e richiede un costante lavoro di calibratura delle prese di posizione. Quello che Elly Schlein è riuscita fin qui a fare riducendo al minimo gli smarcamenti ed evitando che sfociassero in scontri aperti. Il fatto è che Guerini non è l'unico a pensare che bisognerebbe lasciare mano libera a Kiev, Giorgio Gori sui social network pochi giorni fa spiegava esplicitamente il timore che serpeggia tra gli "atlantisti": «Vorrei che il Pd, il mio partito, non venisse meno alla linea di pieno sostegno a Kiev, meritoriamente tenuta finora».
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Insomma, la preoccupazione che quel no all'uso delle armi in territorio russo possa preludere a un cambio di linea. Filippo Sensi trova «doverose le posizioni di Guerini», ma sposta l'attenzione su Giorgia Meloni: «Non vorrei che il governo recedesse sul sostegno all'Ucraina». Quanto al Pd, «non farà passi indietro: è e resterà per il sostegno all'Ucraina».
ELLY SCHLEIN E STEFANO BONACCINI
Sandro Ruotolo, europarlamentare e membro della segreteria, è netto: «Massimo sostegno all'Ucraina, ma no all'uso delle armi in territorio russo. Non vedo perché dovremmo cambiare posizione, la de-escalation è fondamentale e l'ok a colpire basi in Russia trasformerebbe una guerra di difesa in guerra preventiva. L'Europa deve lavorare a un progetto di pace, non creare un'economia di guerra».
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