Giacomo Salvini per il Fatto Quotidiano - Estratti
“La legge che porta la mia firma e quella di Umberto Bossi va cambiata, ha vent’anni e quindi è datata”. Gianfranco Fini, ex presidente della Camera e padre politico di Giorgia Meloni, dopo mesi di silenzio accetta di parlare col Fatto di immigrazione. Definisce “positivo” il lavoro che sta facendo il governo sugli sbarchi, ma invita tutti anche a evitare la “campagna elettorale permanente” a partire dal “blocco navale” che è una “battuta da comizio”.
Presidente Fini, oggi la sua legge sull’immigrazione viene messa nel mirino dal Pd e anche dalla destra. È ancora attuale?
La Bossi-Fini aveva la stessa impo stazione della Turco-napolitano: il migrante economico ha diritto di permesso in Italia solo se ha un contratto di lavoro. Vent’anni dopo è cambiato tutto il panorama internazionale e il fenomeno migratorio si è trasformato. Oggi riguarda centinaia di migliaia di persone ed è dovuto a grandi fattori economico-sociali: il divario tra Nord e Sud del mondo, il malessere sociale, il crollo di alcuni Stati come Siria e Libia e così via. Per questo la legge va cambiata.
Come?
Oggi coloro che arrivano in Europa spesso chiedono di godere del diritto di asilo perché arrivano da guerre, carestie, persecuzioni. Ma il quadro è cambiato: quando fu approvata la mia legge, solo in pochissimi chiedevano l’asilo.
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Sono cambiate le condizioni e quindi bisogna agire in un contesto sovranazionale, perché nessuno Stato può affrontare da solo un fenomeno così gigantesco. Basti pensare che la sola Nigeria tra vent’anni avrà più abitanti dell’intera Europa. Un’altra cosa…
Dica.
La mia legge prevedeva quote di ingresso regolari: portò a una sanatoria di centinaia di migliaia di migranti. Questo è il modello da seguire.
Lei dice che è un fenomeno complesso, ma qui da noi si parla di blocco navale.
La politica dovrebbe fare un ragionamento più ampio rispetto alla battuta giornaliera del blocco navale tipica di una campagna elettorale.
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GIANFRANCO FINI GIORGIA MELONI
E quindi come se ne esce?
Se su questa questione non cessa la propaganda e la campagna resta permanente in vista delle Europee non se ne uscirà mai. Con rischi ancora maggiori rispetto a ora: cresceranno forme di xenofobia e disagio sociale. Anche perché oggi l’emergenza è il controllo dell’immigrazione, ma poi come li integriamo?
Come si sta muovendo Meloni?
Sta facendo il massimo e sta ottenendo il massimo in sede europea. Basti vedere al rapporto con Ursula von der Leyen...
Possiamo dire che il “sovranismo” ha fallito sui migranti?
Ho apprezzato quello che ha detto Tajani quando chiede un coinvolgimento globale anche dell’onu: le risposte possono essere solo sovranazionali, coordinate in sede europea e a livello internazionale. Qualcuno in Italia pensa di affrontare la cosa in maniera risoluta, ma sui migranti non si può dire né di ‘stare a casa loro’ né ‘accogliamoli tutti’.
Si riferisce a Salvini che dice che “la diplomazia ha fallito”?
Il governo non è diviso, come dice l’opposizione. Ma quello di Salvini è un comizio, un tweet: sono affermazioni eccessive tipiche della campagna elettorale. Però poi non ci pensa a fare la crisi di governo.
In questi giorni in FDI si dice che il governo è “sotto attacco dei poteri forti”. È così?
È solo propaganda, non mi scandalizza. Io non li ho mai chiamati “poteri forti”. Semmai bisogna tenere d’occhio i conti pubblici e gli andamenti macroeconomici: la crescita è al ribasso, questo qualche effetto potrebbe averlo.
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