MARCO ANTONELLIS per Italia Oggi
«Accà nessuno è fesso». Dal Pd rispondono in napoletano al napoletano Giggino Di Maio, che ha annunciato addirittura tre giorni di tour in Puglia a sostegno per il candidato grillino Laricchia.
«Ma come», dice un deputato Dem vicino al segretario, «ci giochiamo tutto in Puglia, i 5Stelle ormai non fanno più campagna elettorale nelle regioni tanto i loro candidati non vinceranno mai, e Di Maio dove va a fare l'unica iniziativa elettorale a sostegno di un candidato grillino? Proprio in Puglia, dove Emiliano sta in un testa a testa con Fitto e sta chiedendo il voto disgiunto ai grillini. Ripetiamo, accà nessuno è fesso».
NICOLA ZINGARETTI LUIGI DI MAIO
Dal Pd sospettano che nonostante le rassicurazioni, alla fine Di Maio facendo perdere la Puglia, voglia dare un colpo, forse definitivo, al Governo Conte. «A pensar male si fa peccato ma raramente si sbaglia», continua lo stesso deputato dem ricordando la storica frase di Andreotti. «Di Maio e Renzi, hanno lo stesso obiettivo: far cadere Conte. Ed infatti in Puglia si presentano contro di noi. Emiliano è l'unico che può fermare il candidato delle destre».
E su Conte? «Prima vinciamo queste regionali, perché vedrete che andranno bene. E poi penseremo al governo», sostiene lo stesso deputato Pd, molto vicino al Segretario Zingaretti.
E questo a testimonianza che anche al Nazareno sia cambiata l'aria verso il «silenzioso» premier Conte. E sempre in tema di elezioni regionali, stanno per cambiare molti «capi» delle Tgr della Rai. Ma il caso che sta facendo più discutere è quello della Sardegna, dove fra le candidate ci sarebbe anche la moglie del capo ufficio stampa del Presidente della Regione Christian Solinas. Con il Pd pronto a fare barricate in caso di nomina.
Ma anche sull'altro versante politico, quello di centrodestra, aumenta l'ansia in vista delle regionali, soprattutto dalle parti di Forza Italia: la notizia del Covid per Silvio Berlusconi rischia di riaprire vecchi timori sulle prospettive future del partito. E se c'è chi si spinge a dire che l'«effetto Covid» potrebbe portare ulteriori consensi al partito del Cavaliere c'è però chi teme scissioni se le cose non dovessero andare per il verso giusto alle regionali: «Il flop non è del tutto da escludere» spiegano fonti di partito.
«In tal caso si rischierebbe il fuggi fuggi alla ricerca del seggio sicuro». Magari guardando verso la Lega o Fratelli d'Italia, oppure imbarcandosi in avventure centriste (il nome al momento più gettonato è quello di Calenda). Tanto più che la probabile vittoria del sì al referendum taglierà per molti peones del partito ogni possibilità di ricandidatura.
conte di maio giuseppe conte luigi di maio