“IL MOVIMENTO CINQUE STELLE RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA POLITICA DELL'ODIO" – LUIGI DI MAIO ORMAI PARLA COME SE FOSSE GIÀ USCITO DAL M5S: "NON STIAMO GUARDANDO AL 2050, MA INDIETRO. MI SONO PERMESSO DI PORRE DEI TEMI DI DIBATTITO E HO RICEVUTO INSULTI PERSONALI, COME QUELLI CHE HO VISTO SUI GIORNALI STAMATTINA” - "NON È CHIARA LA NOSTRA RICETTA PER IL PAESE E QUESTO SPIEGA PERCHÉ IL PD SALE E NOI SCENDIAMO" - MA SULLA VOTAZIONE PER IL LIMITE DEL SECONDO MANDATO FA IL DIPLOMATICO: “INVITO GLI ISCRITTI A VOTARE SECONDO I PRINCIPI FONDAMENTALI DEL MOVIMENTO”

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di maio conte di maio conte

1 - DI MAIO, SECONDO MANDATO? ISCRITTI VOTINO SECONDO PRINCIPI

(ANSA) - "Noi non stiamo guardando al 2050 ma è una forza politica che sta guardando indietro. Che senso ha cambiare la regola del secondo mandato? Io invito a votare gli iscritti secondo i principi fondamentali del Movimento perché questa è una forza che si sta radicalizzando all'indietro". Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in dichiarazioni alla stampa a Castellamare sul tema del secondo mandato.

 

2 - M5S: DI MAIO, RISCHIO CHE DIVENTI FORZA POLITICA DELL'ODIO

(ANSA) -  "Mi sono permesso semplicemente di porre dei temi per aprire un dibattito su questioni come la Nato, la guerra in Ucraina, la transizione ecologica e ho ricevuto insulti personali come quello che ho visto sui giornali stamattina.

luigi di maio giuseppe conte meme by carli luigi di maio giuseppe conte meme by carli

 

Temo che M5s rischi di diventare la forza politica dell'odio, una forza politica che nello statuto ha il rispetto della persona. Credo che dobbiamo parlare dei temi, il nostro elettorato è disorientato perché quando si pongono dei temi ci sono attacchi personali e questo non è accettabile". Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, parlando con i giornalisti a Castellamare, sullo scontro con Conte.

 

3 - UCRAINA:DI MAIO,PARTE M5S NON DISALLINEI ITALIA DA ALLEATI

(ANSA) - "Siamo alla vigilia di un importante Consiglio Ue, noi faremo di tutto perché Draghi vada al tavolo con la massima forza e con la massima possibilità di rappresentare il Paese con una coalizione compatta. Leggo in queste ore che una parte di M5s vuole inserire nella risoluzione frasi e parole che disallineano l'Italia dalle sue alleanze storiche, la Nato, l'Ue e da quella che è la sua postura internazionale. Noi non siamo un Paese neutrale, siamo un Paese che ha alleanze storiche. Non diamo grande prova di maturità politica quando strumentalizziamo il presidente del Consiglio". Così il ministro Luigi Di Maio a Castellamare.

 

conte di maio conte di maio

4 - DI MAIO, NON È CHIARA RICETTA M5S. PD SALE, NOI SCENDIAMO

(ANSA) - "Non è chiara la nostra ricetta per il Paese e questo spiega perché nella nostra coalizione il Pd sale e noi scendiamo. Forse perché non abbiamo ben chiare le ricette per il nostro Paese". Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio parlando con i giornalisti a Castellamare.

 

 

5 - LE VIE DIVERGENTI DI CONTE E DI MAIO

Stefano Folli per “la Repubblica”

 

Allora sembra che siano i Cinque Stelle i primi a esplodere. Dopo la disfatta di domenica era solo questione di tempo, ma c'era la curiosità di capire chi dei due, Conte o Salvini, avrebbe inaugurato la resa dei conti. Salvini è riuscito a guadagnare tempo con l'espediente di rinviare a settembre un'improbabile "verifica" sull'agenda di Draghi.

 

Viceversa i 5S, molto meno strutturati e organizzati della Lega, sono subito andati in cortocircuito. Da tempo Di Maio ha ben poco in comune con l'avvocato pugliese e anche con quel che resta dello spirito originario del "grillismo". Tuttavia egli è il responsabile degli Esteri in una situazione di crisi internazionale, con la guerra che lambisce l'Europa: fa parte a tutti gli effetti dell'establishment e agisce da ministro in stretto raccordo con il presidente del Consiglio e il capo dello Stato.

giuseppe conte si toglie la cravatta giuseppe conte si toglie la cravatta

 

È credibile che le manovre tattiche di Conte, peraltro impacciate, possano incrinare il governo in un momento come questo? In un certo senso è possibile, tanto che Di Maio è uscito dai suoi silenzi e ha attaccato il rivale, pur senza nominarlo. Ha capito di essere lui la vittima designata: lui e il suo incarico alla Farnesina che rappresenta la garanzia di tenere il M5S, il gruppo più forte nell'attuale Parlamento, ancorato alla politica estera europea e atlantica (testimoniata giusto ieri dalla visita a Kiev di Draghi insieme a Macron e Scholz).

 

Non a caso nei 5S si parla adesso di un'ipotesi bizantina, forse troppo per essere credibile: uscire dal governo, ma restare nella maggioranza parlamentare. Sarebbe un'operazione tipica degli anni lontani della Prima Repubblica, proprio quel mondo che i "grillini" dicevano di voler contestare. Va detto che Conte ieri a Bologna, a Repubblica delle Idee, l'ha smentita in modo abbastanza netto. Peraltro, messa in atto oggi, questa manovra danneggerebbe il governo Draghi in forme quasi irreparabili.

 

conte letta conte letta

Lo indebolirebbe, proprio per il peso rilevante dei 5S alle Camere. E al tempo stesso costringerebbe il premier ad assumere l'interim degli Esteri oppure ad assegnare quel ruolo delicato a un altro partito della coalizione. Ma a chi? Qualunque scelta creerebbe uno squilibrio che di questi tempi è consigliabile evitare.

 

Ecco allora che Di Maio difende se stesso, ed è inevitabile che lo faccia anche pensando al rischio di non essere candidato per il terzo mandato. Ma difende altresì un assetto generale in politica estera che Draghi e Mattarella vogliono tutelare. In altre parole, le mosse di Conte tendono a creare una certa instabilità, a cominciare dal tema cruciale della lealtà atlantica in uno scenario di guerra.

LUIGI DI MAIO FACEAPP LUIGI DI MAIO FACEAPP

 

Ora, è evidente che l'alleanza con il Pd asse portante del famoso "campo largo" - impone ai Cinque Stelle il dovere di chiarire chi sono e dove vogliono andare. In questo momento tutto lascia pensare che Conte e Di Maio non siano più in grado di convivere. E la spaccatura è proprio sulla politica estera, benché l'ex premier - forse non del tutto a torto - abbia insistito a Bologna nel dire che il problema urgente del ministro è più che altro l'incertezza sul terzo mandato.

enrico letta e giuseppe conte 1 enrico letta e giuseppe conte 1

 

In realtà l'ambiguità del partito "contiano" sull'Ucraina e su altro è oggi un tema cruciale che Letta non potrà mettere tra parentesi. A maggior ragione se si arrivasse alla frattura finale con l'ala governativa rappresentata da Di Maio.

 

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