CREMLINO, 'NON CI FERMEREMO PER IL NUOVO PIANO ZELENSKY'
VOLODYMYR ZELENSKY VLADIMIR PUTIN
(ANSA) - La Russia è intenzionata a continuare la cosiddetta "operazione militare speciale" in Ucraina nonostante l'annuncio del presidente Volodymyr Zelensky di volere sottoporre un piano di pace ai candidati alla Casa Bianca, Kamala Harris e Donald Trump. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Non è la prima volta - ha affermato Peskov, citato dall'agenzia Tass - che sentiamo tali dichiarazioni da parte dei rappresentanti del regime di Kiev. Noi continuiamo la nostra operazione militare speciale e raggiungeremo tutti i nostri obiettivi".
BLITZ UCRAINO A BELGOROD E BOMBE RUSSE SU KIEV: LE DUE GUERRE PARALLELE (SENZA PIÙ «LINEE ROSSE»)
Gian Micalessin per “il Giornale” - Estratti
Ormai Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin combattono due guerre separate senza più linee rosse. Il presidente ucraino punta a spostare il peso del conflitto sul fronte interno russo. Non a caso ieri, a tre settimane dall’avanzata nel Kursk, dove Kiev sostiene di controllare mille chilometri quadrati di territorio, le truppe ucraine hanno tentato di sfondare anche nella regione di Belgorod.
La sortita si è esaurita in poche ore, ma intanto Zelensky lavora per ottenere dalla Casa Bianca il via libera all’impiego di missili a lungo raggio contro obbiettivi strategici in territorio russo. In tutto ciò Vladimir Putin sembra invece ignorare l’avanzata ucraina nel Kursk per concentrarsi sull’offensiva nel Donetsk.
Dopo la conquista del villaggio di Orlivka i russi sono a meno di 15 chilometri dal nodo strategico di Pokrovsk. La caduta di quel centro logistico, fondamentale per garantire i rifornimenti alle prime linee ucraine, aprirebbe la strada all’avanzata sulle città di Slovyansk e Kramatorsk completando la conquista dei territori del Donetsk. Il tutto mentre bombe plananti, missili e droni russi martellano le infrastrutture energetiche dell’Ucraina con l’obbiettivo, in vista dell’inverno, di rendere difficili o impossibili le forniture di elettricità e gas.
Ma torniamo a Zelensky. Il suo tentativo di spostare il conflitto in terra russa aveva un obiettivo tattico immediato e uno strategico di lungo periodo. Sul piano tattico Kiev si aspettava che il Cremlino ritirasse alcune unità dal Donbass per fermare l’avanzata nel Kursk. Ma è successo l’opposto. Mosca si è limitata ad arginare l’invasione dei propri territori approfittando del trasferimento di 8mila soldati ucraini nel Kursk per annientare le già svuotate e rabberciate linee difensive di Kiev nel Donbass.
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KIEV, IL MISSILE BALISTICO E IL DRONE «PAGNOTTA» PER FERMARE L’ARMATA CHE AVANZA NEL DONBASS
soldati ucraini sventolano la bandiera dietro al cannone di un challenger 2 britannico
Marta Serafini per il “Corriere della Sera” - Estratti
Un missile balistico di produzione interamente ucraina con cui — è la promessa del presidente Volodymyr Zelensky — Kiev vincerà la guerra. L’annuncio arriva dopo che nelle scorse ore molto si è parlato del Palianytsia, il drone «pagnotta», parola che gli ucraini usano per smascherare i sabotatori russi, dato che questi non riescono a pronunciarla correttamente. Un’arma a turbogetto totalmente «made in Ucraina» che potrebbe colpire — recita il video di presentazione — «due dozzine di aeroporti militari russi ed è stato messo a punto a tempo di record, un anno e mezzo».
carro armato ucraino nella regione di kursk
Il nuovo ordigno ha un duplice scopo. Se da un lato serve a tranquillizzare chi, soprattutto in Europa, teme che l’operazione nel Kursk comporti un’ulteriore richiesta di armi da parte di Kiev agli alleati e chi propone l’Ucraina come futuro hub militare d’occidente, dall’altro conferma l’importanza delle armi a lungo raggio. Non a caso, ieri, il leader ucraino ha fatto sapere che porterà a Washington la lista degli obiettivi da colpire.
OFFENSIVA DELL ESERCITO UCRAINO IN RUSSIA
Nel Kursk le operazioni ucraine proseguono da ormai tre settimane, 100 insediamenti controllati su un’area di 1.294 km quadrati, successo reso possibile dagli aiuti sbloccati dal Congresso a maggio.
Ma è lo stesso Zelensky a ribadire la necessità di abolire le linee rosse per proteggere il Donbass, fermare l’avanzata dei russi su Pokrovsk e i raid sulle infrastrutture energetiche. È questo il punto del fronte che preoccupa di più, su cui i soldati di Mosca negli ultimi dieci giorni sono avanzati un chilometro al giorno e su cui — ci confermano le fonti sul campo — gli incursori russi sono già attivi dietro le linee nemiche mentre è iniziata la battaglia a Selidove, postazione ucraina che abbiamo visitato nei giorni scorsi.
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