Il Ministro @G_Valditara commenta la lettera scritta da una Preside di Firenze#Mattino5 pic.twitter.com/hlQ7n7AeWz
— Mattino5 (@mattino5) February 23, 2023
Estratto dell’articolo di Filippo Fiorini per www.lastampa.it
Ci sono volute 24 ore perché un'esponente di livello del governo Meloni prendesse posizione, con distinguo, sul pestaggio subito sabato da due studenti del liceo Michelangiolo di Firenze da parte di almeno 6 giovani militanti di destra, ma ne sono bastate 20 perché lo stesso esecutivo condannasse la lettera che la preside di un altro istituto cittadino ha rivolto ai suoi alunni, per metterli in guardia dai pericoli sociali della militanza praticata con le botte.
Prima, il capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, Tommaso Foti, per il quale «gli episodi di violenza politica sono sempre da condannare, al netto di quella che sarà la dinamica da accertare», poi il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, che poco fa a Mattino Cinque ha definito «impropria» la lettera aperta scritta dalla preside Annalisa Savino e ha detto di essersi sentito «dispiaciuto», dopo averla letta, nonché di valutare provvedimenti contro la dirigente scolastica. Nella stessa intervista, Valditara ha anche chiesto solidarietà bipartisan per una minaccia di morte rivoltagli sui social.
L'aggressione davanti al liceo Michelangiolo di Firenze è inaudita. Studenti assaliti da militanti fascisti, alcuni dei quali adulti.
Qui non stiamo parlando di una vernice lavabile su un muro ma di una violenza fascista: Piantedosi, Salvini e Meloni non hanno nulla da dire? pic.twitter.com/i5uX9OfGg0
— Marco Furfaro (@marcofurfaro) February 18, 2023
LETTERA PER GLI STUDENTI DELLA PRESIDE Annalisa Savino
«Non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà», ha spiegato Valditara, che oltre ad essere titolare dell'Istruzione è un noto giurista ed esponente della Lega di Salvini. «In Italia non c'è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c'è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo e con il fascismo», ha proseguito il ministro, intervistato da Francesco Vecchi, conduttore del mattutino di Mediaset.
Il passaggio più contestato, di una lettera che in rete ha incassato la stima di molti, è l'ultimo paragrafo. «Il Fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate di migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti», scriveva Savino in uno dei passaggi iniziali e più citati, proseguendo più avanti poi con: «Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura, senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da se».
[…] «Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico non abbia più posto nelle scuole», ha risposto il ministro, «se l'atteggiamento dovesse persistere, vedremo se sarà necessario prendere misure». […]
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