Estratto dell'articolo di Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
L’ordine di scuderia viene dato la mattina. E suona più o meno così: ignorare Giuseppe Conte. Elly Schlein concerta la linea con i fedelissimi: «Non bisogna reagire, non si deve rispondere alle provocazioni. Noi dobbiamo continuare a lavorare per costruire l’alternativa al governo Meloni».
Per la segretaria del Partito democratico e per il suo «cerchio magico» le parole pronunciate dal leader del Movimento 5 Stelle contro il Partito democratico sono il sintomo delle «difficoltà» che Conte vive in questa fase in cui il M5S viene dato in flessione nei sondaggi. Ma, ricorda la leader a tutti, «noi non ci avvantaggiamo dei problemi dei nostri alleati». Quindi, niente polemiche, anche perché, l’obiettivo dell’ex premier è pure quello di attizzare lo scontro con il Partito democratico.
La decisione di Conte di firmare il quesito referendario contro le armi in Ucraina viene derubricata a «propaganda». Se non altro perché tutti sanno, pure i proponenti di questa iniziativa, che il referendum non vedrà mai la luce. E comunque litigare con i 5 stelle con cui si sta faticosamente cercando di costruire un’alleanza per le Regionali in Molise e con cui ci si presenta insieme in alcuni capoluoghi alle Amministrative di maggio non viene giudicata una mossa saggia.
Si è vero, il Molise è piccolo e ha pochi abitanti e di 17 capoluoghi solo in sei (Pisa, Latina, Brindisi, Teramo, Siracusa e Catania) i dem e il Movimento sono riusciti a mandare in porto un’intesa, ma si tratta pur sempre di una tornata elettorale che costituisce un banco di prova per il nuovo corso del Pd.
prima conferenza stampa di elly schlein 11
A questo punto, come spesso fa, Schlein cerca di spostare l’attenzione dei media altrove e di puntare i riflettori sulla battaglia che il Pd ha deciso di ingaggiare contro il decreto lavoro che il governo Meloni intende varare il Primo maggio. E infatti per tutta la domenica si moltiplicano le dichiarazioni di esponenti della segreteria e di altri parlamentari del Pd contro quel provvedimento che, ad avviso dei dem, favorisce il precariato e non aiuta di certo il lavoro.
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Nessuno stupore, quindi, perché Schlein sa bene che prima delle Europee difficilmente si andrà più in là delle intese locali per le elezioni o di qualche convergenza in Parlamento contro il governo Meloni. L’appuntamento europeo sarà il punto di svolta.
La leader del Pd è convinta di poter arrivare al 25 per cento.
Ma anche se questo traguardo non dovesse essere raggiunto al Nazareno tutti danno per scontato che il Pd otterrà più consensi del Movimento 5 stelle. La partita vera, quella a cui tiene sul serio Schlein, ossia la costruzione di «un’alternativa di governo alla destra» comincerà solo allora. E a quel punto, ragionano dalle parti dei dem, sarà difficile per tutti non dare vita a un’alleanza di centrosinistra che abbia come perno il Pd. Chi si sottraesse si prenderebbe la «responsabilità di far andare per la seconda volta al governo le destre». Difficile anche per Conte che, sia detto per inciso, sabato mentre con alcuni giornalisti chiudeva al Pd con altri parlava di «orizzonte condiviso» e «obiettivi comuni», come riportato dalle agenzie del giorno dopo.
GIUSEPPE CONTE ELLY SCHLEIN MEME BY DAGOSPIA ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE A FIRENZE ANNALISA CORRADO ELLY SCHLEIN