“OPEN” YOUR EYES - BELPIETRO: “PROVATE A IMMAGINARE SE SI FOSSE SCOPERTO CHE A PAGARE IL VIAGGIO DI RENZI NEGLI STATES FOSSE STATO UN IMPRENDITORE. CHE AVRESTE PENSATO? CI SAREMMO INTERROGATI SUL MOTIVO DI TANTA GENEROSITÀ. MA COSÌ, CIOÈ GRAZIE ALLA PRESENZA DELLA FONDAZIONE, NESSUNO - SOPRATTUTTO I GIORNALONI - HA TROVATO NULLA DA RIDIRE, ANCHE SE LO SCOPO DELLE ORGANIZZAZIONI SENZA FINI DI LUCRO NON È CERTAMENTE QUELLO DI PAGARE LE SPESE DI VIAGGIO DI UN POLITICO”

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Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

MAURIZIO BELPIETRO MAURIZIO BELPIETRO

Faccio una premessa: di regola i giornali si appassionano a ogni sospiro che esca dalle Procure. Basta che ci sia di mezzo un' inchiesta con al centro un potente e si buttano a capofitto nella faccenda, cercando di strappare brandelli d' indagine. Se poi le accuse riguardano un politico di centrodestra, state sicuri che gli atti giudiziari saranno pubblicati a puntate, con rivelazioni a raffica. Inspiegabilmente però, tutto ciò non è accaduto con la vicenda che vede indagato Matteo Renzi.

 

In totale solitudine, La Verità sta pubblicando le carte depositate dai pm di Firenze, ma lo spaccato di potere, arroganza e cinismo che emerge non sembra interessare alla grande stampa, che si volta regolarmente dall' altra parte, salvo registrare, quando è necessario, le smentite dei protagonisti del Giglio magico.

 

Ciò detto, vorrei provare a spiegare le curiose anomalie che riguardano la fondazione Open, ossia lo strumento con cui l' ex presidente del Consiglio ha sostenuto gran parte delle sue iniziative negli ultimi anni.

alberto bianchi alberto bianchi

 

In particolare, vorrei richiamare l' attenzione su un paio di operazioni che mi sembrano rivestire un certo rilievo, ossia il viaggio in America a spese dell' ente presieduto dall' avvocato Alberto Bianchi e la stampa di un libretto che Renzi fece ai tempi della campagna con cui tentò, senza successo, la prima scalata al Pd.

 

Nel caso del biglietto aereo, vale la pena di precisare che è costato quasi 135.000 euro, perché il senatore semplice di Scandicci, per andare negli Usa non si è accontentato di un volo di linea, ma ha preferito un jet privato e per il tragitto di 48 ore avanti e indietro sull' Oceano è stato speso l' equivalente di otto anni di stipendio di un normale impiegato.

 

MATTEO RENZI AEREO MATTEO RENZI AEREO

Ora, voi provate a immaginare se si fosse scoperto che a pagare il viaggio negli States fosse stato un imprenditore. Che avreste pensato? Beh, innanzitutto ci saremmo interrogati sul motivo di tanta generosità. Perché un imprenditore regala un volo privato a un politico, ancorché non di governo? In questo caso non si è trattato di un imprenditore, ma di una fondazione, che dagli imprenditori aveva ricevuto cospicue donazioni.

 

matteo renzi foto di bacco (11) matteo renzi foto di bacco (11)

Il risultato è che Renzi è potuto andare in America con tutti i comfort e l' ente presieduto da Bianchi ha saldato il conto. Nel caso del biglietto pagato da un imprenditore probabilmente l' ex presidente del Consiglio avrebbe dovuto spiegare le ragioni di quella che un tempo avremmo definito un' utilità. Ma così, cioè grazie alla presenza della fondazione, nessuno - soprattutto i giornaloni - ha trovato nulla da ridire, anche se lo scopo delle organizzazioni senza fini di lucro non è certamente quello di pagare le spese di viaggio di un politico.

LA CENA DEL 15 GENNAIO 2016 TRA IL GIGLIO MAGICO E I DONATORI DELLA FONDAZIONE OPEN LA CENA DEL 15 GENNAIO 2016 TRA IL GIGLIO MAGICO E I DONATORI DELLA FONDAZIONE OPEN

 

Non meno strano è il caso del libro che abbiamo raccontato un paio di giorni fa.

In piena scalata al Pd, oltre a fare un tour in camper, Renzi sente l' esigenza di documentare con un libro fotografico il suo viaggio in Italia. Dunque, si rivolge a una piccola casa editrice fiorentina specializzata in libri d' arte e tra i due soggetti, ossia tra l' allora sindaco di Firenze e la stamperia, viene sottoscritto un contratto.

VIGNETTA DI VAURO SU RENZI E LA FONDAZIONE OPEN VIGNETTA DI VAURO SU RENZI E LA FONDAZIONE OPEN

 

Il libro viene consegnato e regolarmente avviato alle rotative, ma quando è il momento di pagare interviene la fondazione Big Bang, progenitrice di Open, che anche in questo caso, come in quello del viaggio in America, si offre di saldare il conto. A dire il vero, non sarebbe dovuta andare così perché tra le carte rinvenute dalla Guardia di finanza nell' ufficio del presidente di Open è stata trovata una lettera con cui Alberto Bianchi chiede al rappresentante di una società svizzera di farsi carico della fattura.

 

alberto bianchi boschi alberto bianchi boschi

La triangolazione dovrebbe servire ad aggirare le norme del Pd, che prevedono limiti alle spese della campagna per le primarie, e poi a non avere noie con il fisco. Alla fine non se ne farà niente, e a pagare 130.000 euro per le 200.000 copie sarà la fondazione. Anche in questo caso, se un imprenditore avesse saldato la fattura di stampa di un sindaco, qualcuno si sarebbe chiesto perché, ma come per il volo aereo, il bonifico arriva da un ente senza scopo di lucro, che è finanziato da benefattori, e dunque nessuno si domanda niente, men che meno i giornali.

 

maurizio belpietro direttore del quotidiano la verita (1) maurizio belpietro direttore del quotidiano la verita (1)

Nel frattempo Bianchi, il presidente di Open, si occupa di tante cose, di contenziosi fra imprenditori concessionari dello Stato e lo stesso Stato oppure di società quotate che operano in settori strategici. Perché a volte l' avvocato del Giglio magico mette il cappellino di presidente di una fondazione che paga i conti dell' attività politica di Renzi e altre volte quello del legale in complesse partite di interesse pubblico. E i giornaloni? Sempre con la testa rivolta dall' altra parte. Non sia mai che vedano una notizia.

matteo renzi foto di bacco (18) matteo renzi foto di bacco (18) matteo renzi foto di bacco (6) matteo renzi foto di bacco (6) ALBERTO BIANCHI ALBERTO BIANCHI

 

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