Viola Giannoli per la Repubblica - Estratti
ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI - MEME BY VUKIC
Ci sono volute appena due ore e mezzo dall’annuncio del fermo di Moussa Sangare, assassino reo confesso, nato a Milano, cittadino italiano di origini maliane, perché sulla morte violenta di Sharon Verzeni piombasse la propaganda politica. «Origini nordafricane (sic) e cittadinanza italiana», dettaglia su Facebook il ministro della Lega Matteo Salvini verso mezzogiorno.
«Non c’è connotazione razziale, è solo un dato di cronaca», dirà a sera, dopo ore di polemiche. Una sottolineatura inutile, se non ipocrita, perché a rendere esplicito il pensiero nel Carroccio, dopo settimane in cui la maggioranza si è logorata sullo Ius scholae, ci pensa la deputata Laura Ravetto: «Davvero sono questi i nuovi italiani a cui aspiriamo?».
Non bastasse, ecco il collega d’aula e di partito Rossano Sasso: «Per Sharon non ci sarà nessuna mobilitazione. Il motivo è semplice: ad ucciderla non è stato un italiano ( sic) quindi la notizia va nascosta». Verzeni, per Sasso, è tra «le donne italiane uccise per mano di immigrati», colpa «di politiche di sinistra pro-accoglienza che hanno portato a casa nostra spietati assassini». Claudio Borghi, altro leghista, fa filotto e ironizza: «Oh, i giornali per una volta ci dicono la nazionalità di un criminale: è italiano».
Tanto compatto è l’uso strumentale dell’omicidio di Terno d’Isola nel Carroccio, altrettanto unitaria è la reazione dell’opposizione alle parole di Salvini. «Le parole di uno sciacallo », dice il capogruppo dem al Senato Francesco Boccia. Da +Europa il segretario Riccardo Magi accusa i leghisti di «post razzisti e manettari », li chiama «avvoltoi», «è questa la maggioranza che si meritano gli italiani? », si chiede, «quella che usa un caso di cronaca per opporsi a un dibattito sulla cittadinanza?».
«Ciò che è orribile — fa notare da Avs Luana Zanella — è il tentativo di accreditare un’origine etnica del femminicidio: questo è inaccettabile perché nega totalmente e colpevolmente la trasversalità di un fenomeno che non riguarda classi sociali, colore della pelle, confini statali».
Ancora: per il presidente dei deputati di Italia Viva Davide Faraone, quella del Carroccio è «una becera campagna politica» da parte di «persone incivili che ricercano morbosamente la nazionalità dell’assassino ». Il più duro è il senatore dem Antonio Nicita: «Ogni generalizzazione contro lo straniero, fino a quella di suggerire che esista un dna criminale etnico dietro comportamenti individuali, è solo razzismo
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