Estratto da www.open.online
Nelle casse dell’Usigrai mancano 100 mila euro. C’è un’inchiesta e almeno un indagato. L’ipotesi di reato è di truffa in concorso pluriaggravata e continuata. Si tratta di un amministrativo in pensione che oggi Libero definisce con «un lungo curriculum di sinistra».
E vicinissimo agli ultimi segretari del sindacato dei giornalisti Rai. Uno degli avvocati dell’associazione, Paolo Barone, ieri ha fornito una relazione sul buco dei conti. E al quotidiano ha riferito che «si tratta di un sistema rodato nel tempo». Questo emergerebbe «con chiarezza dallo scambio di email tra l’indagato e un’altra persona». Lui ha detto di aver speso quei soldi «in cene eleganti». Ovvero «con questi soldi ho passato serate in compagnia». Ma il sindacato smentisce in una nota su Facebook.
[…] Secondo qualcuno gli ammanchi partono dal 2018, quando il limite di prelievo è stato fissato a mille euro. L’accusa è di aver fornito rendiconti falsificati, rimborsi spese aumentati e firme finte. Il dipendente si sarebbe fatto autorizzare prelievi con assegni, poi monetizzati allo sportello. Ma la firma sarebbe falsa. Il totale delle entrate annue nell’Usigrai ammonta a 400 mila euro. Quindi sarebbe sparito un quarto del totale.
[…] Mentre una fonte interna dice al quotidiano che gli ammanchi potrebbe costituire «solo la punta dell’iceberg». E una parte sarebbe stata investita, e non spesa in «cene eleganti», locuzione che fa tornare in mente i fasti dell’era Berlusconi al governo. [...]
[…] L’uomo ha restituito la somma di 10 mila euro. Poi si è fermato. […] La vicenda ha scosso la componente sindacale Pluralismo e Libertà. Che parla di altre due persone […] coinvolte. Ed esce proprio mentre il 30 novembre debutterà una nuova associazione di giornalisti chiamata Unirai. Che riunirà molti professionisti di viale Mazzini in uscita proprio dall’Usigrai.
[…] il sindacato smentisce [...] l’inchiesta e il coinvolgimento del giornalista: «Nella vicenda dell’ammanco e della truffa ai danni dell’Usigrai non è coinvolto alcun giornalista né interno né esterno all’azienda, né attivo né in pensione. L’Usigrai lo ha scritto in un comunicato a tutti gli iscritti il 19 settembre, lo ha ribadito ieri nell’assemblea dei Cdr, alla presenza dei propri avvocati.
Eppure oggi il quotidiano Libero scrive che l’indagato è un giornalista Rai in pensione. Niente di più lontano dal vero. Sarebbe bastata una semplice telefonata ad uno qualunque dei giornalisti rai per accertare la verità. E poi cifre inventate sull’ammanco.
Continui riferimenti tendenziosi ed equivoci su una vicenda spiegata con grande chiarezza e trasparenza dai legali del sindacato e di cui l’Usigrai in tutta evidenza è parte lesa. Parla di sex scandal quando l’avvocato Barone ha chiaramente spiegato che l’indagato in una prima fase aveva giustificato l’utilizzo dei fondi sottratti per incontri galanti, ma che in realtà quella non era altro che una scusa per coprire un meccanismo predatorio molto più articolato e che coinvolgeva almeno un’altra persona».