Marco Palombi per “il Fatto quotidiano”
No, per favore,diteci che non è vero: "La notizia non è ancora ufficiale, ma già comincia a circolare - con un misto di sgomento e preoccupazione - nelle grandi società pubbliche, negli ambienti finanziari e ai piani alti dei colossi bancari". Ha ragione Repubblica, da cui prendiamo queste accorate righe, sgomento e preoccupazione sono il minimo, specie tra i colossi bancari: Alessandro Rivera non sarà più il direttore generale del Tesoro "e proprio alla vigilia di una manovra di bilancio che si preannuncia come la più complessa degli ultimi anni".
giorgia meloni giancarlo giorgetti
Come faremo senza di lui? Dg dal 2018 e prima per un decennio a capo della direzione Sistema bancario negli anni indimenticabili dell'auto bail-in inflitto a Etruria & C. prima che fosse obbligatorio, perché il Mef - cioè Rivera - si era fatto bocciare dall'Ue il piano di salvataggio della piccola Tercas a opera del Fondo interbancario (la Corte di Giustizia Ue ha poi dato torto a Bruxelles, una bella soddisfazione, ma intanto di banche ne sono venute giù 7... and counting).
Capite lo sgomento dei colossi bancari? E d'altronde Rivera, "pupillo di Draghi", è "l'uomo che conosce fino ai più reconditi angoli di Via XX Settembre per averli battuti palmo a palmo e poi scalati sino a raggiungere la vetta": un ideale corteo di una sola persona aperto dallo striscione "mancò la fortuna, non la poltrona".
Da quella di Dg, a restare agli ultimi mesi, ha mostrato tutto il suo valore in dossier come la privatizzazione di ITA (con tanto di scontro col presidente indicato dal Tesoro stesso e carte in tribunale) o il disastroso aumento di capitale di MPS, su cui all'inizio dell'anno guidò il blitz - mentendo al Parlamento - per sostituire l'ex Ad senza una riga di spiegazioni.
Capite anche voi che non confermarlo alla direzione generale del Mef è un colpo per il Paese, mentre tenerlo lì "una scelta di continuità necessaria con la gestione draghiana dei conti pubblici", ci ricorda giustamente Repubblica, tanto più che "così gli aveva assicurato Giorgetti qualche giorno fa" (ahia Giancarlo...). È necessario, Rivera, alla tenuta costituzionale del Paese, chiunque governi, qualunque sia il programma: per questo esiste l'espressione "da bosco e da Rivera".
ARTICOLI CORRELATI