“Z” COME GLI ZEBEDEI CHE AVETE ROTTO - LA “ZETA” È ORMAI DIVENTATA SIMBOLO DELL’INVASIONE RUSSA, TANTO DA ESSERE DIPINTA SUI CARRI ARMATI E SULLE GIACCHE DEI MILITARI, MA ORA UN ISTITUTO CHE DIPENDE DAL GOVERNO UCRAINO CHIEDE DI CAMBIARE NOME ADDIRITTURA AL FILM DI APERTURA DEL FESTIVAL DI CANNES, “Z (COMME Z)”, CHE PARLA DI ZOMBIE E CON LA GUERRA NON C’ENTRA NULLA… - VIDEO

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Francesca D'angelo per “Libero Quotidiano

 

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Capiamo tutto: l'ira, il senso d'impotenza, l'ingiustizia, le migliaia di morti innocenti. Tuttavia qui la situazione sta un tantino sfuggendo di mano. Stando infatti a quanto riportato da Variety, l'Istituto Ucraino (ergo, non l'ultimo degli haters) si sarebbe mobilitato contro il festival di Cannes. A mandare su tutte le furie il popolo ucraino è il titolo del film di apertura della kermesse: "Z (comme Z)".

 

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Com'è noto, in seguito alla guerra scatenata da Putin, l'ultima lettera dell'alfabeto si è trasformata in un simbolo filorusso. Chi la esibisce sostiene il dittatore invasore. Da qui, la Z dipinta sui carri armati, sulle giacche dei militari russi e, va a capire se più o meno deliberatamente, anche sugli abiti di diversi civili. Per esempio in Qatar, durante la premiazione della coppa del mondo, il ginnasta Ivan Kuliak ha sfoggiato una Z sul petto mentre era in piedi sul podio, accanto all'atleta ucraino Illia Kovtun.

 

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Il film di apertura di Cannes è però tutt'altra cosa. La Z sta per Zombie perché la pellicola è uno zombie movie, peraltro dai toni scanzonati.

 

I protagonisti sono infatti alcuni attori, impegnati a girare un film a basso budget sugli zombie. Tutto fila liscio finché i morti viventi non saltano davvero fuori attaccandoli. Putin insomma non c'entra nulla. Eppure, niente: l'Istituto Ucraino si è incaponito e, scomodando concetti come il rispetto e la sensibilità, è arrivato a chiedere di cambiare il titolo del film che, aprendo Cannes il 17 maggio, avrà massima visibilità. La richiesta è stata recapitata su carta bollata, ossia con tanto di lettera ufficiale firmata dal direttore generale dell'Istituto ucraino, Volodymyr Sheiko.

 

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Lo stralcio diffuso da Variety recita: «Riteniamo che cambiare il titolo del film di apertura del Festival di Cannes sarebbe un gesto contro la barbarie, la violenza e il terrore dell'esercito russo». Dalla loro gli ucraini hanno il fatto che il titolo originale del film è "Final Cut", non "Z (comme Z)". Quest' ultimo infatti è il titolo scelto per il solo mercato francese, dove i b - movies vengono chiamati "serie Z". Il titolo francese servirebbe a sottolineare il tono ilare della storia.

 

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Al momento l'organizzazione di Cannes non ha rilasciato dichiarazioni in merito: «Cannes rimane in silenzio», conferma a Variety la responsabile dei film dell'Istituto Ucraino, Natalie Movshovych, «Per quel che so, questa riluttanza a rilasciare dichiarazioni si basa sulla convinzione che si tratti solo di una coincidenza e che comunque dovrebbe essere una decisione del regista cambiare il titolo del film. Tuttavia in Russia hanno già colto l'occasione per usare questa coincidenza come una prova del sostegno di Cannes a Putin».

 

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L'istituto non ha inoltre gradito la decisione di Cannes di aprire le porte ai registi russi: in gara figura il film "Zhena Chaikovskogo" del russo Kirill Serebrennikov, espatriato in Germania. A impensierire sarebbero i legami tra il regista e Vladislav Surkov che secondo l'Istituto sarebbe «l'archietto della macchina russa di propaganda, responsabile dell'invasione in Ucraina».

 

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La richiesta è quella di posticipare la première del film a guerra terminata, ma è difficile che Cannes accetti. Non resta che attendere risposte ufficiali dalla Croisette.

 

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