“RENZI DOVRÀ STARE ATTENTO A CHIARIRE CHE ‘IL RIFORMISTA’ NON SARÀ UN GIORNALE DI PARTITO” - CARLO CALENDA SI SMARCA DAL NUOVO LAVORO DI MATTEONZO: “ PER CAPIRSI, NON SARÀ L'UNITÀ, IL POPOLO O L'AVANTI! DEL TERZO POLO. RENZI CAMBIA LAVORO PERCHÉ VEDE I PRIMI CALCINACCI SUL TERZO POLO? NON CAPISCO DOVE SIANO I CALCINACCI…IL PARTITO UNICO? SAREBBE UN ERRORE ESSERE IMPAZIENTI, UNIRE I GRUPPI DIRIGENTI È FATICOSO COMBATTERE QUESTO FALSO BIPOLARISMO NON È FACILE, ABBIAMO PRESO UN GRANDE RISCHIO…”

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Fabio Martini per “la Stampa”

 

MATTEO RENZI CARLO CALENDA MATTEO RENZI CARLO CALENDA

[…] il nuovo mestiere abbracciato da Matteo Renzi sembra aver lasciato Carlo Calenda un po' più solo alla guida del Terzo polo, ma il leader di Azione lascia intendere di non essere preoccupato […] («mi raccomando, chiarisci che Il Riformista non è il giornale del partito») […]

 

[…] Il suo sodale Renzi ha intrapreso un nuovo mestiere, farà il direttore del Riformista: lei come l'ha appreso?

«Mi ha telefonato Renzi prima di fare la conferenza stampa e gli ho fatto un caloroso in bocca al lupo».

MATTEO RENZI E CARLO CALENDA MATTEO RENZI E CARLO CALENDA

 

A caldo cosa gli ha detto?

«Che sarà bravo a fare questo lavoro e, parlando con lui, ho voluto definire una cosa: dovrà stare attento a chiarire che quello non sarà un giornale di partito. Per capirsi, non sarà l'Unità, Il Popolo o l'Avanti! del Terzo polo. E questo per un dovere di rispetto verso i nostri elettori e verso i lettori del Riformista. […]».

 

Non le è venuto il sospetto che quella sia la scelta di chi vede cadere i primi calcinacci sul Terzo polo e si mette a parlare da un'altra finestra?

«Non capisco dove siano i calcinacci…».

CARLO CALENDA E MATTEO RENZI CARLO CALENDA E MATTEO RENZI

 

Dopo le Politiche, si sono succeduti tre importanti appuntamenti Regionali e per il Terzo polo sono arrivati risultati deludenti, obiettivamente in discesa…

«Siamo cresciuti ininterrottamente sino alle Regionali che per noi sono letteralmente impossibili! Pensi che alle Regionali in Puglia, prima delle Politiche, avevamo ottenuto l'1,6 per cento con Scalfarotto e poi alle Politiche siamo saliti all'8 per cento. Le Regionali hanno elettorati differenti e si vota a turno secco, tanto è vero che il Movimento Cinque stelle ha preso meno voti di noi in Friuli, pur essendo quotato il doppio a livello nazionale. […]».

 

carlo calenda matteo renzi 1 carlo calenda matteo renzi 1

Se dopo 8 mesi dalle elezioni voi e Italia viva siete ancora separati e promettete di farlo dopo un anno da quel primo incontro, non pensa che se esistesse un altro Carlo Calenda, non esiterebbe a ironizzare sulla durata di questo fidanzamento?

«Vuol dire non conoscere la complessità e la fatica di unire gruppi dirigenti, fare congressi ovunque. Che errore sarebbe essere impazienti! […] i tempi del giornalismo quotidiano non sono quelli della politica ma noi alla nostra prima prova nazionale abbiamo preso l'8 per cento: se non è una buona partenza, ditemi voi cosa lo è!».

matteo renzi carlo calenda matteo renzi carlo calenda

 

Quando siete andati male in Lombardia, lei ha detto che non sempre gli elettori hanno ragione e dopo il Friuli che la legge elettorale per voi è micidiale. Quando arretrate, la colpa è sempre degli altri?

«[…] nel passato […] noi elettori abbiamo votato persone alle quali non avremmo affidato un bar ma che sono state abili nel mobilitare la nostra pancia. Ma se continueremo a votare, come se dovessimo eleggere degli influencer, resteremo sempre delusi».

 

Giuliano Ferrara le ha consigliato di accettare l'idea di diventare una minoranza esigente e influente come era il Pri di La Malfa: le pare un ridimensionamento?

carlo calenda matteo renzi carlo calenda matteo renzi

«[…] conosco il ruolo delle minoranze esigenti, per esempio il ruolo del Partito d'azione nella Costituente, […] Ma alla nostra prima prova abbiamo preso una percentuale doppia rispetto a quella mai ottenuta dal Pri. […] è cambiato il sistema. Combattere questo falso bipolarismo non è facile […]».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - I DESTRONZI DE’ NOANTRI, CHE HANNO BRINDATO AL TRIONFO DI TRUMP, SI ACCORGERANNO PRESTO DI AVER FESTEGGIATO UNA VITTORIA DI PIRRO – LA POLITICA ESTERA SARÀ LA DISCRIMINANTE DI QUEL POPULISMO TRUMPIANO (“IO SONO UN POVERO CHE HA FATTO I SOLDI”; CIOÈ: ANCHE TU PUOI FARCELA..) CHE HA SEDOTTO MINORANZE ETNICHE E CLASSE LAVORATRICE: "L’UNIONE EUROPEA SEMBRA COSÌ CARINA, MA CI STA DERUBANDO NEGLI SCAMBI COMMERCIALI E NOI LA DIFENDIAMO CON LA NATO: L'UE DOVREBBE PAGARE QUANTO NOI PER L'UCRAINA" - IL CAMALEONTISMO DELLA PREMIER MELONI, SEMPRE COSÌ PRO-BIDEN E FILO-ZELENSKY, DAVANTI ALLE MOSSE ISOLAZIONISTICHE DEL TRUMPONE (DAZI SULL'EXPORT ITALIANO), CON UN ALLEATO DI GOVERNO TRUMPISSIMO COME SALVINI, VERRÀ MESSO A DURA PROVA: LA DUCETTA ALLE VONGOLE STARÀ CON L’EUROPA DI URSULA O CON L’AMERICA DI "THE DONALD"?

DAGOREPORT - PIÙ DIVENTA IRRILEVANTE, PIÙ MATTEO RENZI NON DEMORDE DALL’OBIETTIVO DI OCCUPARE LO SPAZIO TRA MELONI E SCHLEIN - SE NEL 2013 SOGNAVA DI METTERE LE MANI SU FORZA ITALIA, OGGI SI ACCONTENTEREBBE DI SCIOGLIERE QUEL POCO CHE RESTA DI ITALIA VIVA PER PRENDERE LA GUIDA DEL PARTITO DI MARINA E PIER SILVIO, DA TEMPO INSOFFERENTI DI ESSERE FINITI IN UN GOVERNO DI DESTRA CON POCO CENTRO - L’EX PREMIER DI RIGNANO SULL’ARNO AVREBBE SONDATO IL TERRENO CON ALCUNI DIRIGENTI APICALI DI FININVEST - MA IN FI C’È ANCHE IN ATTO UN LAVORIO DI MEZZO PARTITO CHE NON DISDEGNA L’IPOTESI, ALLE PROSSIME POLITICHE DEL 2027, DI ABBANDONARE AL SUO DESTINO LA DESTRA A EGEMONIA MELONIANA PER UN PROCESSO POLITICO CHE POSSA DAR VITA A UN CENTRO-SINISTRA FORZA ITALIA-PARTITO DEMOCRATICO…