“L’EUROPA? SIAMO TROPPO PICCOLI PER ANDARE IN ORDINE SPARSO” – MARIO DRAGHI AL SUMMIT DI BUDAPEST FISSA ALCUNI PALETTI PER I PAESI DELL’UNIONE – “L'UE DOVRÀ RINEGOZIARE CON TRUMP. LA DIFFERENZA DELLA PRODUTTIVITÀ TRA GLI STATI UNITI E L'EUROPA È MOLTO AMPIA, QUINDI NOI DOVREMMO IN UN CERTO SENSO AGIRE. E’ POSSIBILE SPENDERE IL 2% DEL PIL PER LE ARMI RISPETTANDO IL PATTO DI STABILITÀ”  - VIDEO

-

Condividi questo articolo


 

Da repubblica.it

 

 

MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

"Trump darà tanto impulso nei settori innovativi e proteggerà tanto le industrie tradizionali, che sono proprio le industrie dove noi esportiamo di più negli Stati Uniti. E quindi lì dovremo negoziare con l'alleato americano, con uno spirito unitario, in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei". A dirlo Mario Draghi arrivando al vertice Ue informale di Budapest.

 

Quanto alla possibilità di aumentare la spesa per la Difesa, Draghi osserva che "è possibile spendere il 2% del Pil per la difesa rispettando il Patto di stabilità? Bisognerà prendere tutta una serie di decisioni, in questo è inutile dire se è possibile o meno. Oggi bisogna decidere cosa fare perché questa è la nuova situazione, l'aspetto poi è solido".

 

L’ex premier si augura di ritrovare “uno spirito unitario con cui riusciremo a, come dire, trovare il meglio da questi grandi cambiamenti. Andare in ordine sparso? Siamo troppo piccoli, non si va da nessuna parte. L'Unione Europea è pronta a una eventuale guerra commerciale con gli Stati Uniti? Ho appena detto che bisogna negoziare con l'alleato americano, in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei".

mario draghi all'istituto bruegel mario draghi all'istituto bruegel

 

 

Pe Draghi, le indicazioni del rapporto sulla competitività in Europa, sono "già urgenti, data la situazione economica in cui siamo oggi", ora "sono diventate ancora più urgenti dopo le elezioni negli Stati Uniti", perché, avverte "non c'è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Europa".

MARIO DRAGHI SUL FINANCIAL TIMES INVITA L EUROPA A IMITARE IL REGNO UNITO MARIO DRAGHI SUL FINANCIAL TIMES INVITA L EUROPA A IMITARE IL REGNO UNITO

 

"Non necessariamente - osserva l'ex presidente del Consiglio - tutto in senso negativo, ma certamente noi dovremmo prenderne atto. Dal punto di vista della prospettiva del rapporto, quindi del rilancio della competizione in Europa, un paio di cose che vengono in mente sono che questa amministrazione sicuramente darà grande impulso ulteriore al settore tecnologico, al cosiddetto high tech, dove noi siamo già molto indietro e questo è il settore trainante della produttività".

 

"Già ora - ricorda Draghi - la differenza della produttività tra gli Stati Uniti e l'Europa è molto ampia, quindi noi dovremmo in un certo senso agire e gran parte delle indicazioni del Rapporto vanno proprio solo su questo tema".

mario draghi e giorgia meloni a palazzo chigi mario draghi e giorgia meloni a palazzo chigi

 

"L'altro esempio - rileva - è che sicuramente si sa poco cose di quello che succederà esattamente, ma una sembra più sicura delle altre, e cioè che Trump tanto impulso lo darà nei settori innovativi e tanto proteggerà le industrie tradizionali, che sono proprio le industrie dove noi esportiamo di più negli Stati Uniti".

 

"Quindi - è la via indicata da Draghi - lì dovremo negoziare con l'alleato americano, con uno spirito unitario in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei".

MARIO DRAGHI AL PARLAMENTO EUROPEO MARIO DRAGHI AL PARLAMENTO EUROPEO

MARIO DRAGHI AL PARLAMENTO EUROPEO MARIO DRAGHI AL PARLAMENTO EUROPEO

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - I DESTRONZI DE’ NOANTRI, CHE HANNO BRINDATO AL TRIONFO DI TRUMP, SI ACCORGERANNO PRESTO DI AVER FESTEGGIATO UNA VITTORIA DI PIRRO – LA POLITICA ESTERA SARÀ LA DISCRIMINANTE DI QUEL POPULISMO TRUMPIANO (“IO SONO UN POVERO CHE HA FATTO I SOLDI”; CIOÈ: ANCHE TU PUOI FARCELA..) CHE HA SEDOTTO MINORANZE ETNICHE E CLASSE LAVORATRICE: "L’UNIONE EUROPEA SEMBRA COSÌ CARINA, MA CI STA DERUBANDO NEGLI SCAMBI COMMERCIALI E NOI LA DIFENDIAMO CON LA NATO: L'UE DOVREBBE PAGARE QUANTO NOI PER L'UCRAINA" - IL CAMALEONTISMO DELLA PREMIER MELONI, SEMPRE COSÌ PRO-BIDEN E FILO-ZELENSKY, DAVANTI ALLE MOSSE ISOLAZIONISTICHE DEL TRUMPONE (DAZI SULL'EXPORT ITALIANO), CON UN ALLEATO DI GOVERNO TRUMPISSIMO COME SALVINI, VERRÀ MESSO A DURA PROVA: LA DUCETTA ALLE VONGOLE STARÀ CON L’EUROPA DI URSULA O CON L’AMERICA DI "THE DONALD"?

DAGOREPORT - PIÙ DIVENTA IRRILEVANTE, PIÙ MATTEO RENZI NON DEMORDE DALL’OBIETTIVO DI OCCUPARE LO SPAZIO TRA MELONI E SCHLEIN - SE NEL 2013 SOGNAVA DI METTERE LE MANI SU FORZA ITALIA, OGGI SI ACCONTENTEREBBE DI SCIOGLIERE QUEL POCO CHE RESTA DI ITALIA VIVA PER PRENDERE LA GUIDA DEL PARTITO DI MARINA E PIER SILVIO, DA TEMPO INSOFFERENTI DI ESSERE FINITI IN UN GOVERNO DI DESTRA CON POCO CENTRO - L’EX PREMIER DI RIGNANO SULL’ARNO AVREBBE SONDATO IL TERRENO CON ALCUNI DIRIGENTI APICALI DI FININVEST - MA IN FI C’È ANCHE IN ATTO UN LAVORIO DI MEZZO PARTITO CHE NON DISDEGNA L’IPOTESI, ALLE PROSSIME POLITICHE DEL 2027, DI ABBANDONARE AL SUO DESTINO LA DESTRA A EGEMONIA MELONIANA PER UN PROCESSO POLITICO CHE POSSA DAR VITA A UN CENTRO-SINISTRA FORZA ITALIA-PARTITO DEMOCRATICO…