Antonio Rapisarda per “il Tempo”
Pietrangelo Buttafuoco, in questi mesi con il suo libro «Strabuttanissima Sicilia» ha girato l' isola sostenendo che saranno inutili queste elezioni, che la Sicilia verrà commissariata.
Intanto però domenica si vota.
«Siamo costretti ad aspettare una scadenza, giugno 2018. Quando la Corte dei conti dovrà dare la risposta definitiva: questa non potrà che cogliere le obiezioni fatte precedentemente dal procuratore Zingale perché, nel frattempo, i soldi sono i finiti».
Ossia?
«Default! Si ritorna a zero e si ricomincia. È impossibile pensare di governare la Sicilia cominciando là dove Crocetta ha lasciato».
Parafrasando il suo libro: che rovina c' è oltre Crocetta?
«L' illusione di poter governare la Sicilia per come è ridotta. Per fare un esempio, si ripeterà, centuplicata, la situazione che Virginia Raggi, con tutta la presunzione, pensava di risolvere raccogliendo l' eredità di Marino: gli è ritornata addosso come un boomerang. Il candidato Cancelleri è il solo ad aver dichiarato la necessità di procedere secondo l' unica strada possibile che io ho indicato nel libro ma che a Mix24 Giovanni Minoli a suo tempo aveva suggerito alla Raggi: quella, cioè, di avviare le procedure della due diligence, ossia la gestione fallimentare della cosa pubblica».
pietrangelo buttafuoco buttanissima sicilia
Resta comunque l' indicazione nazionale del voto siciliano.
«Sì. E sarà bellissimo se vince Musumeci o se vince Cancelleri, perché coinciderà con il pensionamento politico di Matteo Renzi. Renzi non ha scampo: intanto perché il suo candidato non ce la farà ad arrivare, non è avvistato. Forse verrà perfino superato, meritatamente, da un candidato di grande valore come Claudio Fava. Politicamente questa elezione è importante, come dice lo stesso Salvini, perché veramente all' indomani Mattarella deve sciogliere le Camere».
Fatto sta, come si dice, che con Nello Musumeci potrebbe arrivare il primo presidente della Sicilia di tradizione missina.
«No, ormai queste cose sono finite. Tanto è vero che FdI, sulla carta l' erede di quella storia, non è riuscita a fare una lista in proprio. Semmai se vince Musumeci diventa interessante perché andrà ad aggiungersi a quelli che sempre Salvini ha definito le quattro punte di sfondamento: Luca Zaia, Giovanni, Toti e Roberto Maroni».
Nello Musumeci è suo amico personale. Che cosa gli augura?
renzi alla festa per i dieci anni del pd
«Di fare il sindaco di Catania. Sarebbe stata la cosa migliore. Infilarsi nella Regione siciliana, mi auguro che ce la faccia, sarà un' impresa impossibile e spaventosa. Sarebbe stato un perfetto sindaco di Catania: ormai siamo nella fase della città -Stato».
In queste settimane abbiamo assistito a polemiche sugli impresentabili, sui condannati. Poche sui programmi.
«Manco una. Perché le campagne elettorali in Sicilia sono concorsi pubblici per l' assegnazione di posti. L' unica cosa che interessa è questa. E qui si mobilita l' idealista: che, da vecchi missini, sappiamo che cosa significa. Cioè colui il quale ha l' idea della lista. Il segretario del Msi aveva capito tutto...».
Matteo Renzi è stato il grande assente negli ultimi giorni in Sicilia: è volato negli Usa.
«Mette la sua faccia sulle Regionali americane...».
I tre leader del centrodestra, invece, ci sono stati sull''sola ma in tre piazze diverse.
«Hanno plasticamente disegnato quella che è la condizione del centrodestra: separati in piazza. È il preludio dei divorzi».
Come si risolleva la Sicilia?
«Commissariamento! Ci vuole un nuovo Cesare Mori».
Chi potrebbe essere?
«Se vogliamo parlare in punta di realismo l' unico è Pietro Grasso. Non è un uomo di destra ma ha un curriculum tutto costruito sulla concretezza delle cose».
Lei ha proposto di abolire lo Statuto siciliano. La Lombardia e il Veneto lo agognano....
«Indipendentismi, autonomismi e secessionismi sono privilegi dei popoli ricchi. Le risulta che la Sicilia sia ricca?».
Domenica lei che farà?
«Sarò coerente con la mia battaglia politica -culturale. In questi mesi ho fatto una campagna "lettorale", non ho portato nelle città un candidato ma un libro. Non mi sono appoggiato alle sezioni ma alle librerie. E quello che ho cercato di dire a me e ai siciliani è la necessità di avere coscienza della situazione e di non ubriacarsi della peggiore delle illusioni: credere, cioè, che un cambiamento passi attraverso un nuovo parlamento, un nuovo presidente. Senza un trama forte e definitivo la Sicilia non si risveglierà».