RANUCCI, 'DA MESI C'È UN INCALZARE DELLA POLITICA SU REPORT'
(ANSA) - "Già solo perché quello della separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici era un progetto della P2, io non l'avrei accompagnato". È il commento del giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci intervenuto all'incontro organizzato a Reggio Calabria dall'Associazione nazionale magistrati al quale ha partecipato anche il procuratore facente funzioni di Reggio Giuseppe Lombardo e la presidente reggina dell'Anm Caterina Asciutto.
"Quello che è successo nell'ambito della magistratura - ha detto Ranucci - è qualcosa che ci ha fatto riflettere ma questo succede anche nell'ambito giornalistico. Io credo che non c'è fiducia neanche nel giornalismo e anche per colpa di tanti colleghi che hanno scambiato il concetto di pluralismo con quello di indipendenza. Adesso io sento moltissimo in Rai parlare della parola pluralismo, dicono 'facciamo entrare questo perché è una voce plurale'.
No, tu devi premiare l'indipendenza che è un concetto completamente diverso. Noi lo misuriamo ogni istante a Report che cos'è l'indipendenza: quando tu parli indipendentemente dal colore politico sei il cane da guardia della democrazia mettendo sotto indagine giornalistica chi amministra.
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Quello è il compito del giornalismo e un governo, un'amministrazione intelligente apprezza il giornalismo in questa maniera. Il giornalismo deve essere lo sguardo sul potere, non deve essere la vetrina del potere".
"Noi abbiamo un record mondiale - ha aggiunto il giornalista - che viene dai dati delle associazioni che monitorano lo stato dell'informazione. Abbiamo il record mondiale dei politici che denunciano i giornalisti".
A tal proposito, il conduttore di Report ha ricordato che "un intero partito per la prima volta nella storia del mondo denuncia un giornalista, l'inviato Giorgio Mottola, e il responsabile della trasmissione, per aver parlato dell'infiltrazione mafiosa all'interno dei partiti. Negli ultimi mesi c'è stato un incalzare della politica su Report".
Tra le denunce ricordate da Ranucci ci sono quelle del ministro Urso. In tutto "tre, due penali e una civile. Urso non è un ministro qualsiasi. È il ministro che firma il contratto di servizio con la Rai, che è quello che consente di percepire il canone. Il particolare non trascurabile è che il ministro Urso chiede alla Rai, nel contratto di servizio, di valorizzare il giornalismo d'inchiesta. Poi come lo concilia questo con il fatto che denuncia chi fa giornalismo d'inchiesta bisognerebbe chiederlo a lui".
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