Estratto dell’articolo di Gianluca Roselli per il “Fatto quotidiano”
[…] Flavio Tosi è entrato in Lega prima di Matteo Salvini, nel 1990. In quel partito è stato segretario della Liga Veneta, poi è diventato sindaco di Verona, per due mandati, eletto nel 2007 e riconfermato nel 2012. Nel 2015, dopo durissimi scontri con il neo segretario Salvini, Tosi viene espulso dal Carroccio. Dentro e fuori il partito l' ex sindaco di Verona non ha mai risparmiato critiche alla gestione salviniana.
Tosi, ha visto: in un mese Salvini è passato da king maker del governo gialloverde all' opposizione. Secondo lei cosa è successo?
Salvini aveva due problemi: evitare di fare la prossima manovra economica lacrime e sangue, da una parte, e incassare in termini elettorali gli altissimi consensi che gli davano i sondaggi, dall' altra. Il suo piano era far cadere il governo, presentarsi alle elezioni senza Forza Italia, e questo spiega l'operazione di Giovanni Toti, vincerle, e poi potersi permettere di fare il bello e cattivo tempo sulla legge di bilancio. Poteva pure far aumentare l'Iva, tanto ormai le elezioni le aveva vinte.
E invece?
Ha clamorosamente sbagliato i calcoli. Se voleva la crisi, doveva aprirla prima, a ridosso delle Europee. […] Il combinato disposto del risultato europeo e dei sondaggi l'hanno fatto entrare in una sorta di delirio di onnipotenza […] Ha commesso errori tattici e strategici che dovrebbero far riflettere gli italiani sul suo reale valore come leader politico.
Non lo è?
Lui non ha alcuna esperienza di governo. Non ha mai amministrato nulla, nemmeno un piccolo comune. Si è trovato a fare il vicepremier e il ministro dell'Interno con alle spalle solo esperienze da consigliere comunale ed europarlamentare. E a Strasburgo, tra l' altro, non si vedeva mai.
matteo salvini balla al papeete
[…] Salvini prende voti per due motivi. In primis perché ripete a macchinetta certi concetti e alla fine la gente finisce per crederci. […] In secondo luogo, nel centrodestra Salvini ha sfruttato un vuoto immenso. […] gli elettori che prima votavano Forza Italia ora scelgono Salvini. Ma è più per mancanza di alternative che per meriti.
Dopo la debacle governativa, però, nella Lega non si leva alcun un sussurro critico
In Lega è impossibile, il partito è stato normalizzato da Salvini, tutte le voci contrarie sono state messe ai margini, come Roberto Maroni o Gianni Fava, o buttati fuori, come il sottoscritto. Nel Carroccio nessuno osa alzare la testa perché tutte le liste sono in mano al segretario.
matteo salvini fa llinguacce al papeete
Prima c' era più autonomia da parte dei "regionali", ora invece per statuto tutto è in mano a Via Bellerio. Salvini ha potere di vita e di morte sulle candidature. Chi alza la voce si ritrova automaticamente fuori dalle liste. Il suo è un metodo animalesco di gestione del potere. E lui intorno a sé vuole gente ubbidiente, delle capacità non gli importa nulla. Basti vedere i cosiddetti "economisti": Borghi, Bagnai Mi fanno ridere. […] L’autonomia è stato il grande bluff di Salvini. In realtà lui l' autonomia non la voleva, perché lo ostacolava nella ricerca dei consensi al Sud. […]
Ora cosa accadrà? Se il governo dura Salvini potrebbe sgonfiarsi?
Questo governo è nato grazie agli errori di Salvini, è lui che l' ha generato, per questo mi vien da sorridere quando se ne lamenta e grida al complotto o al golpe. Parla come un pugile suonato. Un golpe di cui lui è l' unico protagonista. […]
2. BORGHEZIO: ''SE INVOCHI I PIENI POTERI E TI CIRCONDI DI GENTE COME BORGHI E BAGNAI O ZANNI, I NON LEGHISTI SPERANO CHE NON VINCI ALLE ELEZIONI''
Dall'articolo del ''Foglio'' dell'11 settembre 2019
(…) E poi c' è l' altro dissidio in cui Salvini è inviluppato. Perché il ritorno all' opposizione segnerà senz' altro un rafforzamento delle istanze più sconclusionate dell' antieuropeismo à la page di Borghi e Bagnai. "E però, così facendo, ci renderemo inaffidabili per tutto quel mondo imprenditoriale e istituzionale con cui pure dovremmo sapere accreditarci", dice l' ex eurodeputato Mario Borghezio. Che ritorna, mentre cammina per i corridoi del Senato, sulla crisi agostana. "Facendo la cosa giusta, Salvini ha sbagliato. Perché rompere coi grillini si doveva, ma non in quel modo".
MARIO BORGHEZIO MATTEO SALVINI
E così, mentre il leghista pugliese Mario Marti - pure lui alle prese coi malumori del Carroccio locale - lamenta "una macchinazione orchestrata dai servizi sul Russiagate", mentre Bagnai spiega agli ex alleati grillini che tutto è dipeso "da un gioco più grande di poteri più alti", Borghezio dice che l' errore di Salvini è stato proprio nel non sapere presentarsi come un leader affidabile: "Se invochi i pieni poteri e ti circondi di gente come Borghi e Bagnai o Zanni, chiunque non sia un leghista di ferro come me, pur avendo simpatie per Matteo, finisce con lo sperare che non vinci alle elezioni, perché vien da tremare al pensiero della possibile squadra di ministri".