“SARÒ UNA MOTOSEGA” – L'ULTIMO DEI POPULISTI ARRIVA DALL'ARGENTINA: È JAVIER MILEI, 53 ANNI, EX DOCENTE DI ECONOMIA, DEPUTATO E FONDATORE DI "LIBERTAD AVANZA", CANDIDATO ALLE PRESIDENZIALI DI OTTOBRE – IN UN MOMENTO IN CUI L'INFLAZIONE AL 100% STRANGOLA L'ECONOMIA ARGENTINA, HA RAGGIUNTO IL 17% NEI SONDAGGI, PROMETTENDO TAGLI SU TUTTO – SI SCAGLIA CONTRO I POLITICI (“BRANCO DI LADRI E CRIMINALI”) E INVITA A “BRUCIARE” LA BANCA CENTRALE. È A FAVORE DELLA DISTRIBUZIONE ILLIMITATA DI ARMI E CONTRO L'ABORTO – MOLTI LO PRENDEVANO PER UN MATTO ESALTATO MA ORA… – VIDEO

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Estratto dell’articolo di Daniele Mastrogiacomo per “la Repubblica”

 

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L’Argentina come il Brasile e prima ancora come gli Usa. Ogni momento di crisi acuta ha il suo salvatore. […] A Buenos Aires si chiama Javier Milei, 53 anni il prossimo ottobre, ex docente di Economia, grande oratore, istrione provocatorio, lanciato nell’arena politica dove è già stato eletto deputato e come leader di Libertad Avanza, partito da lui appeno formato, ora punta alla Casa Rosada con un 17% dei consensi che gli attribuiscono i sondaggi in vista delle presidenziali di ottobre.

 

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Noto sui social e in tv per il caschetto di capelli ricci che scuote infervorando il pubblico, ha appena presentato il suo programma di governo. Ha un nome che parla da solo: “Piano motosega”. Tagliare, tagliare, tagliare. Gli stipendi dei politici «branco di ladri e criminali»; dei ministeri della Salute, Lavori Pubblici, Istruzione e Sviluppo sociale «inutili parassiti»; della Banca Centrale «da bruciare» per il debito accumulato.

 

Molti lo prendevano per un matto esaltato. Ma lui ha insistito, offrendo una miscela di ultraliberismo e populismo. Ha fatto breccia. È favorevole alla vendita e l’acquisto di organi, alla distribuzione illimitata di armi per difendersi dalla criminalità dilagante. Contro l’aborto perché «a favore della vita»; indifferente all’unione tra coppie omosessuali «tanto, il matrimonio è un contratto» e alla liberalizzazione della droga «se hai voglia di suicidarti è affare tuo».

 

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Difende il porto d’armi «perché toglie allo Stato il monopolio della violenza». Ma soprattutto odia tutto ciò che è di sinistra. “I mancini”, come li chiama. Nessuno si salva: dagli eterni peronisti, compresa l’ala di Cristina Kirchner, alla destra raccolta attorno a Mauricio Macri che bolla come “kirchnerismo bonario”, “populismo freddo”.

 

[...] Soprattutto adesso che l’Argentina annaspa sotto la spinta dell’inflazione che ha superato il 100%, raddoppiando in un anno i prezzi al consumo e ripiombando tra gli spettri del corralito del 1991. Metà della popolazione fatica a mangiare, un quarto non sa come sbarcare il lunario e nutrire i propri figli. La crisi è politica, oltre che economica e sociale. Il Frente de Todos del presidente Alberto Fernández è ancorato al 25%, la destra di Juntos por el Cambio non supera il 27.

 

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Javier Milei si piazza come arbitro che gestirà la partita delle prossime presidenziali. Si erge a paladino antisistema, con frasi semplici, dirette: vita, libertà, proprietà sono i diritti fondamentali.

 

[...] Javier Milei non è più la macchietta che divertiva. L’Argentina ha i suoi antidoti a difesa della democrazia. Forse reggeranno ancora alle elezioni di ottobre. Ma nel 2027, senza più creditori disposti a salvarla, le porte si apriranno all’uomo della motosega.

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