“ALLA SCALA AVREI DETTO ‘VIVA L’ITALIA’ E BASTA, MA NON HO PROBLEMA SE AGGIUNGONO ‘ANTIFASCISTA’” – IGNAZIO LA RUSSA: “MI FA RIDERE CHE È BASTATA UNA FRASE GRIDATA DA UN APPASSIONATO DI IPPICA PERCHÉ COSTUI SI TRAMUTASSE PER LA SINISTRA IN UNA SPECIE DI EROE NAZIONALE, ALLA SCURATI, CHE SUL FASCISMO VIVE GRAZIE AI SUOI LIBRI. SOLO ADESSO SI SONO ACCORTI CHE VENGO DALLA DESTRA? SONO IN PARLAMENTO DAL 1992, FUI TRA I PRIMI A SOSTENERE E LAVORARE ALLA SVOLTA DAL MSI AD AN, SONO STATO SEMPRE DIALOGANTE - IL BUSTO DEL DUCE IN CASA? È ROBA VECCHIA, ORA STA DA MIA SORELLA. A CASA AVEVO ANCHE CIMELI RUSSI, DELLA CINA DI MAO...SULLE USCITE, CE NE SARANNO UN PAIO CHE NON RIFAREI, UNA PER TUTTE QUELLA DI VIA RASELLA. FORSE NON SI SOPPORTA CHE…”

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Estratto dell’articolo di Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”

 

IGNAZIO LA RUSSA - PRIMA DELLA SCALA 2023 IGNAZIO LA RUSSA - PRIMA DELLA SCALA 2023

[…] alla Scala, in assenza del capo dello Stato e con lei, è arrivato quell’urlo: «Viva l’Italia antifascista!». Davvero non lo ha sentito?

«Sì, davvero. Io avrei detto viva l’Italia e basta, ma non ho problema alcuno se aggiungono antifascista. È altro che un po’ mi fa pensare e pure ridere».

 

Cosa?

«Che è bastata una frase gridata da un appassionato di ippica perché costui si tramutasse per la sinistra in una specie di eroe nazionale, alla Scurati, che sul fascismo vive grazie ai suoi libri. Ci riflettano, qualcosa non funziona».

IGNAZIO LA RUSSA - MATTEO SALVINI - LILIANA SEGRE - BEPPE SALA - GENNARO SANGIULIANO - CHIARA BAZOLI - INNO DI MAMELI - PRIMA DELLA SCALA 2023 IGNAZIO LA RUSSA - MATTEO SALVINI - LILIANA SEGRE - BEPPE SALA - GENNARO SANGIULIANO - CHIARA BAZOLI - INNO DI MAMELI - PRIMA DELLA SCALA 2023

 

Non si può inneggiare all’antifascismo?

«Certo che si può, ma solo adesso si sono accorti che vengo dalla destra? Peraltro, da una destra dialogante. Io fui tra i primi a sostenere e lavorare alla svolta dal Msi ad An, mettendo da parte simboli e parole d’ordine che non avevano più nesso con un Paese che doveva pacificarsi. Sono in Parlamento dal 1992 e non accetto lezioni sul rispetto della Costituzione e amore della libertà».

 

E quindi cos’è, un perseguitato?

«No, sono un uomo che viene dalla destra e che diventa presidente del Senato, democraticamente eletto, addirittura con i voti di alcuni avversari politici. E questo non è tollerato. Io sono stato sempre dialogante, e infatti anche nelle conferenze dei capigruppo che presiedo, su tante questioni delicate decidiamo spessissimo con l’unanimità dei consensi».

 

LA RUSSA BEPPE SALA LILIANA SEGRE LA RUSSA BEPPE SALA LILIANA SEGRE

Ma non è che lei rappresenta, anche per alcune sue uscite, per il famoso busto del Duce in casa, l’essenza fisica del post fascismo?

«Sulle uscite, ce ne saranno un paio che non rifarei, una per tutte quella di via Rasella.

Fu un errore, seppur involontario. Il busto è roba vecchia, ora sta a casa di mia sorella. A casa mia avevo anche cimeli russi, della Cina di Mao... e quella ripresa televisiva era vecchia di anni e mai utilizzata prima. Ma non sono questi i motivi. È che forse non si sopporta che nel mio discorso di insediamento parlai della necessità di un superamento delle divisioni, di una pacificazione nazionale che metta veramente fine a un interminabile dopoguerra. Ma io mi muoverò sempre in questo solco. Non a caso sono felice dell’ottimo rapporto con la senatrice Liliana Segre».

ignazio la russa matteo salvini beppe sala gennaro sangiuliano palco reale della scala ignazio la russa matteo salvini beppe sala gennaro sangiuliano palco reale della scala

 

Lei è intervenuto a difesa di Paola Concia che avrebbe dovuto presiedere una commissione per l’affettività nelle scuole. Perché lo ha fatto?

«Chi dice a sorpresa è perché non mi conosce. […] conosco da anni Paola […] È intelligente e aperta. […] su questi temi io sono stato sempre il più aperto di tutti nella destra […] Su lgbt, sulle libere scelte delle persone, su come ciascuno decide di essere. […] Sulla questione dei figli però ho le mie posizioni del tutto granitiche. Ma in questa vicenda, trovo che l’onorevole Concia abbia subito attacchi del tutto ingiustificati. E le dirò altro».

 

la russa la russa

Cosa?

«Un’altra mia amica è stata Vladimir Luxuria. Ricordo che quando venne eletta era intimidita, non sapeva come sarebbe stata accolta. Io, che ero capogruppo di An, regalai una rosa a tutte le elette come benvenuto. Un commesso mi chiese: “Ma anche a Luxuria?”. E io: “E perché no, scusi?”. Lei la gradì molto, soprattutto perché si ruppe il ghiaccio e ne nacque un bel rapporto».

 

Come mai queste amicizia un po’ fuori dalla tradizione «storica» della destra?

«Perché non posso tollerare che una persona sia attaccata, discriminata, additata non per quello che fa ma per quello che è. È fuori da ogni mia logica».

la russa la russa

 

Lei aveva anche proposto già prima dell’omicidio di Giulia Cecchettin una manifestazione di soli uomini.

«[…] non credo che il problema si risolva con una contrapposizione uomini-donne. Siamo noi uomini che dobbiamo avere un ruolo attivo nel fermare, formare, non creare condizioni in cui altri uomini sbaglino».

 

Ma l’iniziativa di Valditara era sbagliata?

«Diciamo che non è stata presentata nel modo migliore, forse andava spiegata meglio. […]  molto spetta agli uomini ma che non può diventare una guerra perché si radicalizzano le posizioni, compatta gli uomini in un “genere” a se stante che non è reale».

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È tornato il La Russa mediatore?

 «Io sono stato sempre così. Se per certa sinistra sono diventato il simbolo del nemico, vuol dire che non hanno altri argomenti e perciò quasi me ne rallegro».

 

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