1 – SALVINI: "SE AVESSI SAPUTO DEI PRECEDENTI NIENTE FOTO CON L'ULTRAS"
"Era la prima volta che lo incontravo". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, riferendosi a Luca Lucci, il capo ultras del Milan con cui è stato fotografato. Salvini ha spiegato che "certo" non si sarebbe fatto ritrarre con lui se avesse saputo dei suoi precedenti penali, ma "ogni giorno faccio foto con centinaia di persone, ovviamente non chiedo alle persone che mi fermano a feste, incontri, cene o in strada, il certificato penale".
2 – MILAN: CHI È LUCA LUCCI, IL CAPO ULTRÀ CHE ACCECÒ UN TIFOSO INTERISTA CON UN PUGNO
Matteo Salvini, in visita domenica pomeriggio all’Arena Civica, dove 5mila tifosi stavano festeggiavano i 50 anni della Curva Sud Milano, ha definito la sua presenza in maniera lontana dagli «incarichi» istituzionali. Solo «un indagato tra altri indagati», ha spiegato il leader leghista a chi gli ricordava la presenza di molti pregiudicati tra gli ultrà milanisti, non ultimi i suoi capi.
Estorsione, traffico di droga, violenze, i capi d’imputazione per capi ultrà rossoneri sono pesanti. Basti pensare a Luca Lucci, 37enne leader della curva, immortalato dai fotografi mentre chiacchiera con Salvini all’Arena tra ampi sorrisi e calorose strette di mano. Lucci è da poco uscito di prigione (dopo aver patteggiato una pena di un anno e mezzo): era stato arrestato insieme ad altre 21 persone per traffico di droga nell’ambito di un’operazione della stessa Questura di Milano.
Anche il fratello Francesco Lucci era stato arrestato per un’estorsione da 300mila euro all’ex datore di lavoro della moglie.
Il tifoso ferito
Lucci era stato ripreso mentre trattava un grosso carico di droga all’esterno del Clan di Sesto San Giovanni, locale-ritrovo degli ultras rossoneri. Coinvolte bande albanesi e calabresi, con la materia prima (600 chili) che arrivava da Balcani, Spagna e Sud America.
Lucci era già noto ai giudici poiché condannato per un’aggressione a un tifoso interista con tanta violenza da fargli perdere un occhio, nel corso del derby Milan-Inter del febbraio 2009. A maggio 2012 il tifoso interista, Virgilio «Virgi» Motta, si era impiccato nella sua casa.
Aveva accettato di firmare un accordo per avere versamenti a rate dai suoi aggressori nell’arco di oltre cinque anni. La famiglia ha fatto sapere che non vi era alcun collegamento tra la malattia di Virgilio e i fatti processuali.