Simona Lorenzetti per corriere.it
Malato d’amore al punto da trasformarsi in stalker e finire in tribunale. Non una, ma ben cinque volte. L’imputato è un uomo di 71 anni e la donna che gli ha fatto perdere la testa ne ha 83. Ancora oggi, nonostante siano passati quasi due lustri dal loro primo incontro, lui non riesce a dimenticare quell’amore. L’anziano non si è mai rassegnato alla fine della loro storia e con il tempo i tentativi di riconciliazione hanno assunto contorni ossessivi.
Tanto che questa mattina sarà nuovamente processato. Quando si conoscono, nel 2013, l’uomo è sposato. Fu un incontro casuale sulla pista da ballo di un locale alla periferia della città. All’inizio è solo un’amicizia, poi esplode la passione. Pur di non lasciarsi scappare questa signora ancora piacente che gli ha restituito gioia e spensieratezza, lascia la moglie. Progetta d’invecchiare insieme a lei e le serate danzanti diventano una piacevole abitudine. E poi le cene al ristorante, le passeggiate al parco. La signora, però, a un certo punto si tira indietro. Gli spiega che è finita, che è stato bello, ma che ora le loro strade si devono dividere.
Il pensionato non riesce a rassegnarsi e insiste in un corteggiamento che travalica le buone maniere: telefonate continue, messaggi e appostamenti nei luoghi che è solita frequentare. Le indagini raccontano le tante volte in cui si è presentato a casa sua nel cuore della notte, convinto che fosse con un altro uomo. Comportamenti che costringono la signora a stravolgere le proprie abitudini: cambia numero di telefono dieci volte, si trasferisce in Liguria per alcuni mesi, smette di andare a ballare. Un giorno l’anziano esagera e la minaccia: «Sei stata solo mia, e non sarai mai di un altro. Piuttosto ti ammazzo». Non lo fermano nemmeno gli ordini restrittivi del Tribunale che gli vietano di avvicinarsi alla ex. E così finisce in carcere per 18 mesi. Neanche la condanna scalfisce la sua passione: «Voglio solo una spiegazione, io sono innamorato». Le denunce si susseguono e anche i processi.
Nel 2017 si scrive quello che sembra destinato a essere l’ultimo capitolo: difeso dall’avvocato Marco Borio, l’imputato riesce a patteggiare più episodi in continuazione di fronte alla Corte d’Appello ed evita il carcere dopo che aveva già scontato un anno mezzo. Insomma, il peggio sembra passato e la sensazione è che l’uomo abbia finalmente trovato pace nel proprio cuore. Ma l’anno scorso quell’amore non corrisposto torna a travolgere il pensionato, che cerca nuovamente di mettersi in contatto con la donna, fino ad aspettarla la sera sotto casa. Lei esausta lo denuncia, ma questa mattina non sarà in aula. «La signora — spiega il suo legale, Andrea Fenoglio — ha deciso di non costituirsi parte civile. Non le interessa un risarcimento economico, vorrebbe solo essere lasciata in pace. E purtroppo con amarezza ha preso atto che la giustizia ha fallito se ancora oggi vive con la paura».