Luca Monticelli per “La Stampa”
gianmarco centinaio matteo salvini
Gian Marco Centinaio, senatore leghista, lombardo e molto vicino a Matteo Salvini, prova a ridimensionare la debacle del centrodestra a Milano: «Non mi aspettavo un risultato così importante di Sala al primo turno, ma sapevo che c'era una grossa differenza tra il nostro candidato e il sindaco uscente. Era mission impossible».
Il sottosegretario alle Politiche agricole difende il suo leader da chi gli attribuisce la responsabilità della sconfitta: «Chi dice che è colpa sua non capisce nulla di politica».
Il sindaco Sala è uno di questi? Ha detto che Salvini pensava di stravincere perché non conosce Milano.
«Sala si goda la vittoria e guardi a casa sua».
È stato un errore puntare su Luca Bernardo?
«Sono convinto che non sia solo un problema di nomi. Si poteva mettere in lista Gesù bambino e sarebbe stata lo stesso un'operazione difficilissima per com' era la situazione e per la forza del sindaco uscente».
ANTONIO TAJANI LUCA BERNARDO GIORGIA MELONI MAURIZIO LUPI
Il centrodestra registra una delle performance elettorali peggiori nel capoluogo meneghino, avete paura di perdere la regione Lombardia?
«No. Per fortuna la Lombardia non è solo Milano e il centrosinistra non ha un altro Sala. La regione è contendibile, ma credo ci sia un orientamento generale di centrodestra. E comunque le elezioni sono tra due anni, in politica è un'era geologica».
Come commenta l'uscita di Berlusconi che ha criticato la scelta dei candidati?
«I candidati non sono stati individuati solo da Salvini e Meloni, ma da tutti i leader del centrodestra. Berlusconi forse dovrebbe criticare i suoi delegati. Le responsabilità vanno condivise. Non si possono sempre fare dei distinguo quando si perde e prendersi il merito quando si vince».
silvio berlusconi vota a milano 1
Hanno pesato il caso Morisi e l'inchiesta sulla lobby nera?
«No, avendo fatto il consigliere comunale e il vice sindaco della mia città, Pavia, so che i risultati dei sindaci dipendono dalle proposte fatte a livello locale. Anche perché dall'altra parte si potrebbe citare la vicenda di Mimmo Lucano.
La magistratura deve andare avanti e lavorare in modo sereno senza essere influenzata dalla politica, ma allo stesso tempo una parte di essa non può condizionare la politica. Sono due poteri diversi dello Stato e tali devono rimanere».
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A Roma e Torino vi aspettavate di più?
«A Torino sinceramente sì. Pensavo che al primo turno potessimo essere avanti, è stata una sorpresa».
A Roma Michetti non ha convinto. Giorgetti fece intendere a La Stampa che avrebbe votato Calenda.
«Continuo a ripetere che se Michetti è stato scelto dalle segreterie era il candidato migliore. Io non lo conosco, perché da sottosegretario alle Politiche agricole sono stato impegnato in campagna elettorale in aree del Paese più votate all'agricoltura rispetto a Roma. Nelle due settimane che ci separano del ballottaggio, mi rimboccherò le maniche per lui».
matteo salvini enrico michetti giorgia meloni
Rischiate di perdere 5 a 0 nelle grandi città.
«Spero di no, sarebbe un problema, non per Salvini, ma per tutto il centrodestra. Cinque anni fa era successa più o meno la stessa cosa, se portiamo a casa almeno un sindaco vorrà dire che avremo fatto meglio».
L'esito delle amministrative avrà delle ripercussioni dentro la Lega? Sembra che la linea del segretario non stia pagando in questi ultimi mesi.
«Il segretario ha fatto tutto quel che poteva fare. Non gli si può buttare la croce addosso. Non posso credere che i candidati sconfitti diano la colpa a Salvini: non funziona così, siamo una squadra».
Nel centrodestra cosa cambierà?
«Vista la bassa affluenza alle urne è giusto che la politica cambi il proprio modo di comunicare, i cittadini sono diversi dopo il Covid, vedo gente più concreta. Dobbiamo scegliere le migliori persone possibili». Il rapporto tra Salvini e Meloni? «Bisogna chiedere a Salvini».
beppe sala al seggio ESCORT ROMENO CHE HA PASSATO LA NOTTE CON LUCA MORISI ESCORT ROMENO CHE HA PASSATO LA NOTTE CON LUCA MORISI centinaio salvini giorgetti