Francesco Battistini per il “Corriere della Sera”
«Sono molto giù». Dai Claudio, non fare così... «No, guarda, mi sono anche liberato d'un peso. Non vengo. Stacco il telefono». Inutile insistere: «Avevo accettato con piacere il vostro invito. Ma ora intendo dedicare un po' di tempo alla mia famiglia. Hanno risentito anche loro, di tutta questa vicenda. È stato un mese d'agosto molto duro.
CLAUDIO DURIGON MATTEO SALVINI
Ci braccavano 24 ore su 24. Sono venuti perfino sotto la mia casa, a Roma e a Latina, a minacciarci con i microfoni. Mia moglie s' è spaventata parecchio». La voce di Claudio Durigon, raccontano gli organizzatori che gli han parlato, è parecchio provata. E all'ultimo l'ex sottosegretario all'Economia, il primo del governo Draghi costretto alle dimissioni, eccolo rinunciare last minute .
Prevedibile: la piazza dove ieri sera l'avevano invitato si chiama Plebiscito, cuore di Ceglie Messapica, ma non è esattamente un'ovazione politica quella che l'aspettava. Il passato che trapassa, i 23 giorni sulla graticola, la pazza idea di dedicare ad Arnaldo Mussolini un parco che da quattro anni è nel nome di Falcone e Borsellino - «una proposta toponomastica, un problema di comunicazione», s' ostina a definirla lui -, tutto è alle spalle.
«Senza l'onore e l'onere d'essere sottosegretario, sono pronto a investire tempo ed energie per temi che mi stanno a cuore, come quota 100. Le battaglie importanti cui mi dedicherò sono quelle sulle pensioni, per evitare il ritorno alla legge Fornero, ma anche la rottamazione di decine di milioni di cartelle esattoriali, o i referendum sulla giustizia».
l'inchiesta di fanpage su claudio durigon
La nuova vita agra del ras dell'Agro Pontino comincia da una sedia vuota, come la poltrona che ha appena lasciato. Via dalla piazza e dalla folla. Anche se è questa: a poche centinaia di metri dalla casa natale nientemeno che di Rocco Casalino; alla rassegna di Affari italiani che ospita sempre Giuseppe Conte, talvolta Giorgia Meloni e stasera ha in platea voci non proprio ostili, da Vittorio Sgarbi a Guido Crosetto.
claudio durigon giancarlo giorgetti
Intorno a Durigon, ora mandato ai giardinetti per una faccenda (solo apparentemente) di giardini, s' è fatto il vuoto. Rottamato come una fastidiosa tassa pagata al governo, che non poteva tollerare l'oltraggio a Capaci. E se forse Salvini immagina per lui un salvataggio da vicesegretario della Lega, con deleghe sul lavoro e le pensioni, il giorno dopo non è che fiocchino molti segni di solidarietà dal Carroccio.
matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (2)
Tacciono un po' tutti. Si defila pure Giancarlo Giorgetti, che meno ha difeso l'ingombrante Durigon, nella videointervista che gli fa dal palco Angelo Maria Perrino. Nel risiko di via Bellerio, i candidati sono già pronti: il veneto Massimo Bitonci, che è già stato al Mef con Conte, o l'ex viceministro Edoardo Rixi, uscito ripulito dalle Rimborsopoli liguri. Draghi avrebbe chiesto nomi di persone che ci capiscono, e sia Bitonci che Rixi sembrano i nomi.
Il figlio della bonifica, come ama definirsi Durigon, è una fastidiosa zanzara. Ma dietro le dichiarazioni di facciata di tutti - «Ha detto una stupidaggine» -, negli umori di Ceglie spunta qualche sommesso consenso per Durigon. «Io quella sera c'ero», dice l'eurodeputato leghista Antonio Maria Rinaldi: «L'hanno messo in croce per una frase che gli è quasi sfuggita. Ho un sospetto: non è che gli fanno pagare le sue battaglie su Quota 100?».
vittorio sgarbi angelo maria perrino la piazza la rassegna di affaritaliani a ceglie messapica
Anche Vittorio Sgarbi è scettico: «Queste dimissioni sono un punto a favore di Salvini, che ora può chiedere quelle della ministra Lamorgese». Nessun dubbio, per il critico d'arte: «La sostituzione del nome di Arnaldo Mussolini con Falcone e Borsellino fu solo una trovata opportunistica della Boldrini. Borsellino aveva la tessera del Msi e se gli avessero detto del cambio di nome, avrebbe risposto: ma siete matti?». Sgarbi rispolvera un classico della destra, «e le foibe?», e da Ceglie fa partire una raccolta di firme contro il collega Tomaso Montanari, rettore dell'Università di Siena: «Lui sì, ha detto una cosa gravissima. È grave che insegni. E che resti dov' è».
MASSIMO BITONCI angelo maria perrino antonio maria rinaldi la piazza la rassegna di affaritaliani a ceglie messapica Bitonci antonio tajani angelo maria perrino la piazza la rassegna di affaritaliani a ceglie messapica beppe sala a la piazza la rassegna di affaritaliani a ceglie messapica giancarlo giorgetti in collegamento a la piazza la rassegna di affaritaliani a ceglie messapica umberto vattani claudio durigon foto di bacco RIXI SALVINI giovanni toti marco bucci edoardo rixi matteo salvini CLAUDIO DURIGON E MATTEO SALVINI FANNO SELFIE IN SPIAGGIA