Tommaso Labate per il “Corriere della Sera” - Estratti
«Nella politica italiana non esiste uno più longevo di me», s’è messo a dire l’altra sera quando, uscito dall’incontro con Matteo Renzi in Senato e arruolato nell’esercito de «Il Centro» in vista delle Europee, il telefono ha iniziato a squillargli all’impazzata.
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Ora che Renzi s’è messo a tessere la faticosa tela del Centro, inseguendo il sogno del 4 per cento alle Europee, gli è stato impossibile, evidentemente, non avvalersi del contributo dell’uomo che ha messo la firma su un quantitativo incalcolabile di geometrie politiche, per non parlare del numero dei partiti fondati dalla fine della Dc in poi: il Ccd (Centro cristiano democratico), il Cdr (Cristiani democratici per la Repubblica), l’Udr (Unione democratica per la Repubblica), il mitico Udeur, la Margherita, Noi Campani, Noi di centro, sempre con un certo successo, sempre col telefono che non ha mai smesso di squillare. «Con Matteo dobbiamo rifare la Margherita. Le Europee devono essere un primo passo, dobbiamo ragionare sulla prospettiva politica di lungo periodo», dice Mastella.
CLEMENTE MASTELLA E ROBERTO BENIGNI
Che vorrebbe a tutti i costi coinvolgere anche Calenda, che pure a più riprese l’ha attaccato con veemenza. «Che ci volete fare, il mio è uno stile improntato a una certa mitezza di fondo, non si può e non si deve fare politica col rancore». Che fa, porge l’altra guancia? «Più che altro sono come San Girolamo nella massima sui Dalmati, che io leggo nella mia personalissima chiave geografica… Parce mihi, Domine, quia sannita sum. Perdonami, o Signore, perché sono sannita…».
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In dote al nuovo Centro, Mastella porta quel mix di presente-passato che l’ha portato a fissare alcuni record a tutt’oggi imbattuti e anche imbattibili: il primo politico a prendere in braccio Roberto Benigni e non viceversa (alla Festa del Campanile che organizzava a Telese Terme, edizione 2007),
il primo a diventare un meme nella preistoria dei social network («Fu per quella foto con Lenny Kravitz ma io me la feci scattare senza nemmeno sapere chi fosse»), il primo a fare anticamera a un videogioco («Cossiga mi aveva chiesto di correre da lui a casa e io stetti fermo per ore in attesa che mi facesse entrare, poi capii che stava provando uno dei primi esemplari di Playstation»), il primo a dare il suo numero di cellulare in una diretta radiofonica (a La Zanzara ),
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il primo a essere scartato da una lista elettorale a causa di un gelato («De Mita mi vide che mangiavo un cono e usò come scusa che uno che mangiava il gelato in quel modo non era maturo per entrare in Parlamento»), il primo a essere tradito da una fake news letteraria che circolava su Internet (nel discorso in cui tolse la fiducia al governo Prodi, attribuì a Pablo Neruda una poesia di Martha Medeiros).
Ed è ancora là, pronto a lanciare la sfida (...) «Guardate che sta cosa del Centro con Renzi, se viene come dico io, diventa una cosa seria, molto seria…».
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