1 - LA SOVRANITÀ ALIMENTARE DAI CAMPESINOS ALLA FRANCIA L'IDENTITÀ CHE PASSA DALLA TERRA
Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per “la Stampa”
Forse è un concetto un po' troppo sofisticato per la nostra polemica quotidiana, la «sovranità alimentare» che da adesso in poi campeggerà all'ingresso del ministero dell'Agricoltura. E il neo ministro Francesco Lollobrigida, FdI, si è subito piccato per le critiche. «Il prodotto italiano - ha detto arrivando a palazzo Chigi per il primo Consiglio dei ministri - è un prodotto di eccellenza e va tutelato. Il ministero francese aveva un bel nome che abbiamo voluto utilizzare anche noi perché la difesa del prodotto agricolo nazionale è una grande priorità».
In effetti è un bellissimo concetto, nato tra i campesinos dell'America latina quasi venti anni fa, che teneva assieme biodiversità, produzioni locali, piccole comunità. L'ha poi recepito la Francia, che della difesa del «terroir» ha fatto un vanto e anche un business. Ed è finito nelle Costituzioni di Ecuador e Venezuela.
[…] Dice […] il ministro: «L'agricoltura è uno dei pilastri della nostra nazione e il nostro obiettivo è tutelare l'economia agricola dalle aggressioni del mercato del falso che distorce miliardi di euro, rimettere al centro il rapporto con il settore per proteggere la filiera e il concetto di cultura rurale».
Ed ecco Angelo Bonelli, Verdi, […] ricorda che FdI in Europa ha appena approvato il rinnovo della Pac, la politica agricola comunitaria: «Il modello di agricoltura intensiva promosso dalla Pac porta direttamente alla perdita di biodiversità, all'inquinamento dell'acqua e dell'aria e contribuisce alla crisi climatica. […]». […]
2 - LOLLOBRIGIDA: «MISURE PER COLTIVARE DI PIÙ GIORGIA? NON CAMBIERÀ»
Estratto dell’articolo di Gabriele Barberis per “il Giornale”
[…] Ministro Lollobrigida, cos' ha trovato nel dossier agricoltura ereditato dal governo Draghi? A caldo pensa di invertire la rotta o di proseguire sulla strada tracciata?
«[…] Il nostro agroalimentare ha raggiunto oltre i 500 miliardi di produzione annua per oltre 50 miliardi di esportazione, ma poggia su un sistema estremamente fragile. La combinazione di fattori come l'aumento dei costi delle materie prime, dei carburanti, dei fertilizzanti e i costi della pandemia hanno ulteriormente messo in difficoltà un settore che era già fortemente in crisi, portandolo a livelli preoccupanti».
Quale sarà il primo decreto che proporrà?
«Negli ultimi dieci anni hanno chiuso oltre 26.000 stalle, pari al 50% del totale presente in Italia. Il reddito netto delle aziende è drammaticamente sceso del 60%. Senza dimenticare l'Italian Sounding che vale 100 miliardi e sottrae risorse alla nostra economia. Bisogna togliere il limite ai terreni incolti: abbiamo 1 milione di ettari coltivabili. Dobbiamo aumentare la resa delle produzioni attraverso un piano nazionale di coltivazione che non può prescindere da contratti di filiera chiari. Attivare una legge sulle pratiche sleali, affinché non ci siano schiacciamenti sull'anello debole della filiera, ovvero il produttore. Investire sull'innovazione e mettere un freno alla speculazione sulle materie prime come il grano».
«[…] difendere le proprie eccellenze alimentari è un dovere di ogni esecutivo. Il nostro obiettivo è tutelare l'economia agricola dalle aggressioni del mercato del falso che distorce miliardi di euro, rimettere al centro il rapporto con il settore per proteggere la filiera e il concetto di cultura rurale. Tutti i popoli hanno il diritto di definire le politiche agricole e alimentare. Anche gli italiani».
[…] Oltre a condividere una lunga militanza nel partito, siete legati da parentela come cognati. Vi siete parlati su come separare o interpretare in pubblico il ruolo familiare?
«Non ce n'è bisogno. Ci siamo conosciuti quando da tempo eravamo impegnati in politica e i rapporti familiari non sono mai stati né un particolare vantaggio né ovviamente un impedimento». […]
3 - PERMETTE AI POPOLI DI ESSERE LIBERI LA SFIDA È APPLICARLA CORRETTAMENTE
Estratto dell’articolo di Carlo Petrini per “la Stampa”
Nelle ultime ore si fa un gran parlare di sovranità alimentare, da quando i due termini sono stati affiancati nel nuovo dicastero alla parola "agricoltura". La cosa non mi può far che piacere perché la sovranità alimentare è alla base del lavoro di Slow Food da ormai trent'anni. […] si tratta di un concetto importante, essenziale per il futuro dell'umanità e che non deve essere confuso né con sovranismo e neppure con autarchia.
Innanzitutto è un'espressione che nasce e evolve dall'esperienza e analisi critica di gruppi di contadini alla luce degli effetti provocati dai cambiamenti nelle politiche agricole durante l'ultimo ventennio del secolo scorso. Correva l'anno 1986 e il gotha della politica internazionale riunito a Ginevra decise, durante una seduta plenaria dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, di includere la produzione primaria all'interno dell'Accordo Generale sulle Tariffe Doganali e sul Commercio.
Da quel momento in poi anche le scelte in merito alla produzione e al commercio del cibo, l'ambiente, l'accesso alla terra e la cultura legata alla vita nei campi, sarebbero state assoggettate alle regole neoliberiste del mercato internazionale. Come controrisposta, a livello mondiale iniziarono a costituirsi movimenti di base del mondo contadino con l'obiettivo di difendere il vero valore del cibo non come bene da commerciare, ma come diritto umano da garantire e tutelare.
[…] Il principio cardine è l'autodeterminazione dei popoli nella scelta delle proprie politiche agricole affinché siano in sintonia con il tessuto ecologico, economico e sociale e garantiscano l'accesso a un cibo sano, nutriente e culturalmente appropriato. Negli anni il concetto di sovranità alimentare è stato testimoniato da milioni di contadini in tutti i continenti. […]
Sostenere la sovranità alimentare significa schierarsi contro pratiche inique e dannose portate avanti dall'agroindustria (monocoltura, uso pesante della chimica di sintesi, cibi ultraprocessati), così come anche da una buona parte della grande distribuzione organizzata; ponendo invece al centro il diritto al cibo sano e nutriente per tutti, insieme ai diritti umani fondamentali, e la salute del pianeta.
Vuol dire riconoscere il ruolo chiave dei piccoli produttori di ogni tipo, contadini e agricoltori a conduzione familiare […] È anche rivendicare l'importanza di pratiche agroecologiche, con una maggiore facilità di accesso a terra, acqua e semi; contro la monocoltura e le pratiche di tipo estrattivista. […]
Se applicata correttamente la sovranità alimentare crea una tensione positiva tra dimensione locale e globale e permette ai popoli di essere davvero liberi nella scelta di ciò che produrre e consumare, mettendo al centro il benessere delle persone e del pianeta. […] La sovranità alimentare quindi non vuole essere né un concetto nostalgico e passatista (il caffé di cicoria non tornerà ad essere l'unico disponibile), e nemmeno una chiusura rispetto al mondo esterno (continueremo a mangiare banane e ananas). […]