1. ALBANO, LA TOGA MINACCIATA: “GOVERNO VUOLE LO SCONTRO”
Estratto dell’articolo di Antonella Mascali per “il Fatto Quotidiano”
Francesco Paolo Sisto Silvia Albano - foto lapresse
Carlo Nordio prova a fare il ministro della Giustizia dialogante con i magistrati in uno dei momenti di più alto conflitto e lo fa nella “tana del lupo”, il convegno in Campidoglio delle “toghe rosse” di Magistratura Democratica, per i sessant’anni dalla nascita. In videocollegamento, Nordio dice che i giudici “non devono criticare il profilo politico delle leggi” ma “la politica deve abbassare i toni”.
[…] di fronte alla domanda della moderatrice del dibattito, Serena Bortone: “Consiglierà ai suoi colleghi di governo di non attaccare i giudici romani”, se oggi, come in precedenza, non confermeranno il trattenimento di migranti in Albania? Nordio annaspa, svicola: “Aspettiamo di vedere quel che sarà”, comunque “non dò consigli, i giudici interpretano le leggi, ma la politica affronta i problemi posti dall’elettorato”.
Poco prima aveva rotto il silenzio la presidente di Md, Silvia Albano, giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma finita sotto tutela per le minacce ricevute dopo gli attacchi politici personali: “Non ho nessuna intenzione di fare nessuno scontro con il governo , è il governo che vuole fare uno scontro con me. Da questo scontro voglio sottrarmi. Io non sono mai intervenuta in questo periodo perché c'è stata una personalizzazione insopportabile.
Ci sono dei giudici che cercano di fare il loro lavoro, c'è stato un pronunciamento unanime di tutte le comunità dei giuristi e tutti hanno sostenuto che sulla primazia del diritto europeo non ci si può fare nulla. In tasca non abbiamo il libretto di Mao né il Capitale di Marx, ma la Costituzione".
Parole al vento per la Lega e Matteo Salvini: “Quei giudici, pochi per fortuna, che invece di applicare le leggi le stravolgono e boicottano, dovrebbero avere la dignità di dimettersi e di fare politica con Rifondazione Comunista”.
Gli risponde, su input dei giornalisti, il segretario di Md, Stefano Musolino: “Spero che Salvini si incontri con Nordio e che Nordio, che si è fatto garante del dialogo, lo persuada a uscire da questa grettezza istituzionale”.
Non ci crede il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia: “Il clima dei rapporti tra esecutivo e magistratura è addirittura peggiorato rispetto ai tempi di Silvio Berlusconi”. […]
2. SUI MIGRANTI BRACCIO DI FERRO SENZA FINE OGGI LA NUOVA SENTENZA SULL’ALBANIA
Estratto dell’articolo da “La Stampa”
centro migranti DI GJADER IN ALBANIA
Per l'operazione Albania è il momento della verità. Oggi i giudici della sezione immigrazione del tribunale monocratico di Roma si riuniranno per pronunciarsi sulle ordinanze di trattenimento dei sette migranti nel centro italiano in Albania di permanenza per il rimpatrio. Sono cinque persone dal Bangladesh e due dall'Egitto, le stesse nazionalità che tre settimane fa non hanno ottenuto il via libera del tribunale di Roma al trattenimento in Albania.
Sulla loro pelle si combatte la battaglia tra giudici e governo sui Paesi sicuri con il governo deciso a far valere la forza del decreto che aggiorna la lista dei Paesi sicuri approvato in grande fretta per aggirare la sentenza del 4 ottobre della Corte di Giustizia dell'Ue che stabilisce che per essere sicuro un Paese deve esserlo in ogni sua parte.
Sulla base di questa decisione tre settimane fa tutti i migranti trasferiti in Albania il 18 ottobre furono rapidamente portati in Italia minando pesantemente il progetto su cui il governo punta per risolvere i flussi di immigrazione irregolari. Una decisione che in molti si aspettano che verrà confermata anche oggi.
[…] e in molti temono che anche stavolta le domande saranno tutte rigettate. «È uno schema che si ripete», conferma Alfonso Colucci, deputato del Movimento 5 Stelle che si trova in Albania per controllare la legittimità della procedura a cui sono sottoposti i migranti nel centro di trattenimento di Gjader.
LA QUESTIONE MIGRANTI IN ALBANIA SPIEGATA DA NATANGELO
A ripetersi sono anche le difficoltà da cui arrivano i sette migranti che lasciano capire che si tratta di soggetti che hanno tutto il diritto di accedere alla procedura di asilo, spiegano i parlamentari che in queste ore si stanno avvicendando nel centro di Gjader insieme al Tavolo Asilo e Immigrazione.
«Appartengo a una minoranza indu e vengo dal Bangladesh, un Paese a maggioranza musulmana. La nostra famiglia è stata presa di mira e io, come primogenito, sono il bersaglio principale. Su di me c'era una condanna a morte, sono dovuto fuggire», ha raccontato un giovane a Colucci e alla deputata Rachele Scarpa del Pd.
«Lasciatemi morire qui», ha detto un altro giovane, un egiziano, quando ha capito di essere su una nave che lo stava portando in Albania invece che in Italia dove ha due fratelli con permessi di soggiorno regolari che avrebbe voluto raggiungere. […]
IL DECRETO LEGGE SUI PAESI SICURI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA Silvia Albano - foto lapresse