antonio misiani foto di bacco (2)
Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
[…] Antonio Misiani, ex vice-ministro, ora responsabile Economia del Pd di Schlein. «[…] Meloni […] copia Pedro Sanchez: in Spagna questo provvedimento l’hanno adottato a dicembre 2022».
Dunque, senatore, in Aula il Pd voterà sì alla tassa sugli extraprofitti?
«Calma. Prima dobbiamo capire dove vanno a finire queste risorse, si parla di 2-3 miliardi».
In maggioranza dicono: ci tagliamo l’Irpef.
giancarlo giorgetti giorgia meloni
«Una baggianata. Non si finanziano tagli strutturali delle tasse con entrate una tantum. Quei soldi vanno investiti su misure sociali, come l’aiuto alle imprese e alle famiglie fragili colpite dal caro mutui. Anche perché con 2-3 miliardi sarebbe un taglio ridicolo all’Irpef, l’ennesimo pannicello caldo».
Però non criticate l’intervento in sé…
«È una misura […] utile per affrontare l’emergenza sociale del Paese. Oggi un milione di famiglie ha mutui a tasso variabile, con rate mensili aumentate del 75% in un anno. I tassi Bce in un anno sono saliti di oltre 4 punti percentuali, generando un forte aumento dei margini di interesse delle banche: 58% in più nel primo semestre 2023.
L’aumento degli utili, più che raddoppiati nello stesso periodo, deriva essenzialmente da questo. Insomma, c’è lo spazio per un contributo straordinario, una tantum, che aiuti a finanziare misure di carattere sociale, analogamente a quanto aveva fatto il governo Draghi con le imprese energetiche».
Per il Pd la Bce ha sbagliato ad alzare i tassi così?
«L’intervento sui tassi secondo molti è stato tardivo. L’impatto sull’economia e i conti pubblici è molto pesante».
Sulla tassa, meglio tardi che mai, dice anche il M5S.
«Sì, il governo sta facendo i conti con la realtà […] L’economia si sta fermando ed è indispensabile aiutare chi soffre di più. Ma noi lo diciamo da mesi […] Ora chiediamo al governo di cambiare posizione sul salario minimo».
[…] FI sembra smarcarsi, ci sono malumori a destra?
«La verità è che la maggioranza è molto meno coesa di quanto appare. Quando si passa dalla propaganda alle scelte concrete, si sfarina. […] ricordiamoci che il governo ha cancellato il tetto ai compensi per i manager della società per il ponte sullo stretto di Messina. Una scelta sconcertante: vanno per le lunghe sul salario minimo e votano il salario massimo per i manager ad alto reddito».