(LaPresse) - Il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, riunirà la squadra di governo del Cinquestelle, intorno alle ore 18, a Palazzo Chigi, per fare un punto sui temi in campo prima del Consiglio dei ministri delle 20. Lo confermano fonti di maggioranza. La riunione segue di poche ore gli interventi del premier, Giuseppe Conte, sul Mes alla Camera e al Senato.
Paolo Decrestina per www.corriere.it
Parla di accuse gravissime e infamanti, di spregiudicatezza e di scarsa cultura delle regole. Denuncia resistenza allo studio, irresponsabilità e costruisce le sue frasi con verbi come “insinuare”, “permettersi”. È il giorno di Giuseppe Conte in Parlamento e nella sua informativa alle Camere sul Mes, il premier si difende sì, ma i toni e le immagini espressi dai banchi del governo sono invece un deciso attacco a chi lo prende di mira sul tema fondo Salva-Stati: «Da alcune settimane i massimi esponenti di alcune forze di opposizione hanno condotto una insistita, capillare campagna mediatica accusandomi di condotte talmente improprie e illegittime nella trattativa con l’Ue da essermi reso responsabile di alto tradimento - afferma il premier -. Sarei uno spergiuro perché venuto meno al vincolo di essere fedele alla Repubblica: si è perfino adombrato che avrei tenuto questa condotta per biechi interessi personali».
senatori leghisti danno del pinocchio a conte
E poi arrivano i nomi: Conte si dice «sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui “disinvoltura” a restituire la verità e la cui “resistenza” a studiare i dossier mi sono ben note, quanto del comportamento della deputata Meloni» nel «diffondere notizie allarmistiche, palesemente false» sul Mes. D’altronde nel Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2019 si parlò di Mes e «nessuno dei ministri presenti, compresi quelli della Lega, ha mosso obiezioni sul punto e, in particolare, sulla relazione da presentare alle Camere», chiarisce il presidente del Consiglio mentre i deputati del Pd applaudono Conte quando cita il ringraziamento che il senatore della Lega Alberto Bagnai gli fece durante l’esame del Mes al Senato.
claudio borghi e i deputati leghisti contro conte sul mes
Il fondo previsto dall’Europa
La differenza, per il premier, non è solo nei toni ma nei contenuti delle accuse mosse contro di lui: «Una falsa accusa di alto tradimento della Costituzione è questione differente dall’accusa di avere commesso errori politici o di avere fatto cattive riforme: è un’accusa che non si limita solo a inquinare il dibattito pubblico e a disorientare i cittadini, è indice della forma più grave di spregiudicatezza perché pur di lucrare un qualche effimero vantaggio finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni democratiche e la fiducia che i cittadini ripongono in esse».
La terza via europea che può salvare l’Italia sul Mes
giuseppe conte roberto gualtieri mes
E ancora: «Quando sono venuto dinanzi a voi per chiedervi la fiducia ho invocato, per questa nuova stagione politica, un «linguaggio mite», ho auspicato che la Politica, con la P maiuscola, potesse riporre una particolare attenzione alla «cura delle parole». Le accuse che mi sono state rivolte, tuttavia, trascendono ampiamente i più accesi toni e le più aspre contestazioni che caratterizzano l’odierna dialettica politica, già di per sé ben poco incline alla «cura delle parole». Siamo al cospetto di un’accusa gravissima».
matteo salvini roberto calderoli
Pur di «attaccare la mia persona e il governo», sottolinea ancora Conte, «non ci si è fatti scrupolo di diffondere notizie allarmistiche, palesemente false, che hanno destato preoccupazione nei cittadini e, in particolare, nei risparmiatori. È stato detto che sarebbe prevista la «confisca dei conti correnti dei risparmiatori» e, più in generale, che «tutti i nostri risparmi verrebbero posti a rischio».
È stato detto che il Mes servirebbe solo a beneficiare le banche altrui e non le nostre. È stato anche detto che il Mes sarebbe stato già firmato, e per giunta di notte». E invece per Conte sembra quasi «superfluo» confermare alla Camera «un fatto di tutta evidenza, ossia che né da parte mia né da parte di alcun membro del mio Governo si è proceduto alla firma di un trattato ancora incompleto: nessun trattato è stato infatti ancora sottoposto alla firma dei Paesi europei». Nessuno, insiste, può permettersi, «non dico di sostenere apertamente ma anche solo di insinuare velatamente l’idea che il processo di riforma del Mes sia stato condotto segretamente o, peggio, firmato nottetempo. Non solo c’è stata piena condivisione all’interno del Governo, ma su questa materia vi è stato, con il Parlamento italiano, un dialogo costante, un aggiornamento approfondito», aggiunge.
Il nuovo Trattato, per il premier «non lascia a una valutazione tutt’altro che automatica la verifica della sostenibilità del debito e delle condizioni macroeconomiche dei paesi beneficiari dell’intervento del Mes, coerentemente con quanto preteso dall’Italia che si è opposta ad altri paesi che avrebbero invece voluto maggiori automatismi». Anzi, il Mes «non è indirizzato contro un Paese o costruito a vantaggio di alcuni Paesi a scapito di altri. È una assicurazione contro il pericolo di contagio e panico finanziario, a vantaggio di tutti. Nel negoziato abbiamo ottenuto regole che fossero vantaggiose per l’Italia sia nel remotissimo caso in cui dovessimo arrivare a chiedere anche noi fondi al Mes, sia in quelli, molto più frequenti, in cui l’Italia si ritrovasse dal lato di coloro che erogano il prestito». «Il Governo italiano ha rispettato la lettera e la sostanza della risoluzione votata dal parlamento lo scorso giugno e, come in passato, agirà sempre nel rispetto del mandato conferitogli», conclude il premier.
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