Giampiero Calapà per il Fatto Quotidiano - Estratti
“Dalla Rivoluzione del 1789 il diritto di veto è stato negato al monarca”. Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra francese, vincitore delle elezioni legislative di un mese e mezzo fa alla guida del Nuovo fronte popolare, è pronto ad affrontare in Assemblea nazionale una procedura di destituzione del presidente Emmanuel Macron e una mozione di censura verso il governo che sceglierà, se non tenesse conto del risultato del voto. “Quella di Macron è una deriva autoritaria, mette in discussione il suffragio universale. Deve nominare, non scegliere, il primo ministro”.
Proponete un governo di minoranza? I macronisti vi accusano di volere il caos.
(…) Adesso il presidente Macron si arroga il diritto di veto sul risultato del suffragio universale. Accidenti! Già nel 1789 al re Luigi XVI, prima ancora che fosse istituita la Repubblica, era stato negato questo privilegio da un voto della prima Assemblea!
È vero, però, che in Assemblea nazionale non avreste i numeri per governare da soli: qual è la soluzione che auspica?
Non c’è una soluzione da immaginare. Ci sono diritti costituzionali da rispettare. Il Nuovo fronte popolare è uscito vincitore e gli spetta formare il governo e poi presentare le proposte ai deputati, quando necessario. Gran parte del programma può essere attuato tramite decreto o circolare.
Non dobbiamo giustificare nulla. Perché ci viene chiesto di fornire giustificazioni quando il presidente della Repubblica non ne fornisce? In ogni caso, un nuovo scioglimento non è possibile prima di un anno e voteremo per la censura di qualsiasi governo non guidato da madame Lucie Castets. Il comportamento di Macron è la deriva autoritaria dei governi neoliberisti in Europa. Ma è eccezionale, perché il suffragio universale stesso viene messo in discussione dal presidente.
EMMANUEL MACRON OLIMPIADI PARIGI
E per questo volete la procedura di destituzione…
Dopo la sua sconfitta alle Europee, il presidente della Repubblica ha sciolto l’Assemblea nazionale par ottenere un “chiarimento politico’’ secondo la sua stessa espressione. La risposta è stata inequivocabile: il suo partito è stato bocciato in modo ancora più duro. Del resto, senza il ritiro dei candidati di sinistra arrivati in terza posizione, il suo partito sarebbe quasi scomparso dall’Assemblea.
Quale messaggio vogliono dare al paese? Che non esiste un ricorso legale contro un’autocrate? Che non c’è nessun mezzo istituzionale contro un colpo di mano contro la democrazia? Eppure il momento di verità democratica nelle elezioni parlamentari verrà a galla. Verrà tramite questa procedura di destituzione e la censura del governo che Macron avrà scelto per usurpare la “volontà generale’’ di più dei due terzi degli elettori che lo hanno bocciato.
Le Olimpiadi dovevano essere la vetrina del grande rilancio di Macron, è andata così?
Credo che abbia esasperato i francesi. I Giochi olimpici appartengono agli atleti e molti hanno trovato il suo atteggiamento invadente e inappropriato.
(…)
È uscita dal dibattito pubblico francese la provocazione di Macron sui soldati francesi in Ucraina. Ma era solo una provocazione?
No. Al contrario, penso che sia stata un’intenzione deliberata, in linea con la tabella di marcia per questa vicenda fornita dalla fazione più estremista della Nato. Senza dubbio è stato il suo modo di far dimenticare che poco tempo fa aveva dichiarato la Nato “cerebralmente morta”.
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